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Poste Italiane: l’esposizione all’Italia paga, ma per quanto?

Pubblicato 06.04.2023, 14:05
Aggiornato 29.02.2024, 17:10

Poste Italiane (BIT:PST) è un conglomerato italiano attivo in molteplici aree. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il ramo di Mail, Parcel & Distribution (il business postale in senso stretto) non è assolutamente l’attività portante, anzi è attualmente in perdita e potrebbe raggiungere il breakeven teoricamente alla fine di quest’anno. Piuttosto, i profitti della società si basano fortemente sul ramo assicurativo (52% dell’Ebit) e quello finanziario (38%). Meno rilevante ma in forte crescita il ramo dei pagamenti digitali (17%).

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N.B. Scrivo approfondimenti come questo anche su MyFinanceClub, portale di ricerche e analisi per investitori retail.

Infatti, il business postale sta subendo un trend discendente secolare, a causa del progressivo passaggio dall’invio delle lettere in forma cartacea a quello delle e-mail, solo parzialmente compensato dall’aumento dei prezzi del servizio alla clientela e dei volumi dei pacchi (e in questo senso è apprezzabile il rinnovo della partnership con Amazon (NASDAQ:AMZN)). Ma la partita qui è puramente legata alla riduzione dei costi, che la società sta realizzando tramite incentivi all’esodo del personale, che continueranno a pesare per buona parte del 2023.
Al contrario il business assicurativo e quello finanziario beneficiano enormemente dell’aumento dei tassi, trend peraltro in accelerazione negli ultimi trimestri. Infatti la società sta continuando a generare ritorni aggiuntivi sui premi assicurativi incassati, oltre a far leva sull’aumento dei flussi dei clienti privati, che si stanno facendo ingolosire dai crescenti rendimenti offerti sia dai buoni postali che dalle polizze a capitale garantito.

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A questo si aggiunge il ramo di pagamenti digitali, che si caratterizza per tassi di crescita a tassi superiori al 30% all’anno (sulla strutturale penetrazione dei pagamenti con carta rispetto a quelli in contanti in Italia) e che rappresenta il futuro dei profitti per la società.
Alla luce di questa analisi, appare chiaro che la società avrà il vento in poppa almeno fino a quando i tassi della BCE rimarranno alti (verosimile ancora per qualche mese, visto che l’inflazione “core” in Europa non accenna a scendere), beneficiando altresì degli afflussi di capitale degli investitori retail alla ricerca di rendimenti sicuri in tempi di incertezza. Ma occorre fare necessariamente attenzione alle tensioni sullo spread.
Infatti, come evidente dall’immagine precedente, Poste ha un portafoglio di investimento rappresentato quasi esclusivamente da BTP italiani. Ogni tensione politica (cambio di Governo - in questo momento poco probabile) o macroeconomica (arrivo di una recessione - molto probabile in un semestre) che possa andare a penalizzare lo spread BTP-bund si rifletterà inevitabilmente sulla percezione del suo rischio e in definitiva sulle quotazioni del titolo, come evidente dal grafico che evidenzia proprio la correlazione inversa tra il titolo (linea verde) e l’evoluzione dello spread (linea blu).

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Per questo motivo, Poste rimane certamente un titolo interessante sul lungo periodo (storicamente le sue azioni hanno restituito un rendimento del 10% annuo, incluso dividendi, negli ultimi 3 e 5 anni) e potrebbe ancora beneficiare dell’ultima coda di rialzi della BCE, superando le attese per quest’anno a livello di Ebit (atteso a €2,5mld, dai €2,3mld del 2022). Ma, in considerazione di uno spread che sta riprendendo a salire sulle incertezze macroeconomiche e con una possibile recessione globale attesa entro fine anno, potrebbe essere più vantaggioso posizionarsi sul titolo quando le tensioni avranno raggiunto picchi più elevati su questo titolo ciclico ed esposto così tanto al rischio Italia.

N.B. Scrivo approfondimenti come questo anche su MyFinanceClub, portale di ricerche e analisi per investitori retail.

Ultimi commenti

io preferisco di gran lunga la Posta. a qualsiasi banca italiana.
Non hanno le competenze per investire in modo differente..
durerà poco infatti stanno già cambiando qualcosa
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