Lunedì 7 Gennaio
La combinazione di un’azione di supportoda parte dei policy-maker cinesi(taglio di 100bp nel tasso di riserva obbligatoria), di Payroll nettamente più robusti delle attesee di una chiaraaperturaalla flessibilità futurasulfronte della normalizzazione monetariada parte della Fedsi sono rivelate un mix perfetto per il mercato:i guadagni per gliindici azionari e per le valute emergenti,con il comprensibile corredo di curve dei rendimenti più alti.
La dipendenza del mercato dalla liquidità delle banche centrali è evidente...e quando queste segnalano di essere disposte a non toglierla, gli effetti positivi ci sono...
Cina. La PBoC ha annunciato che due successivi tagli alla riserva obbligatoria, ciascuno di 50bp, diverranno effettivi a partire dal 15 e dal 25 gennaio, con l’effetto di rilasciare nel sistema circa 1.500 miliardi (yuan) di liquidità. La banca centrale ha accompagnato l’annuncio con dichiarazioni mirate a contestualizzare la misura come un intervento tecnico più che di un’esplicitazione di supporto monetario (CHINA C.BANK SAYS LATEST RRR CUT IS A TARGETED ADJUSTMENT, NOT A BIG STIMULUS). Considerate la scadenze delle operazioni in essere tra gennaio e febbraio (800bio), i pagamenti fiscali in arrivo(15-20 gennaio) e una maggiore offerta di carta governativa locale attesa per il Q1, il tentativo delle autorità di precisare che l’intervento non è necessariamente una diretta reazione al contesto di preoccupante rallentamento che sta emergendo dai dati macro, appare comprensibile. Un mercato pessimista e sottopeso dopo le batoste natalizie è comunque più propenso a leggere positività anche dove non c’è(o dove anzi la necessità della banca centrale di reagire, cercando di sminuire le proprie azioni, potrebbe addirittura essere vista come un segnale per nulla rassicurante).
Payrolls. Venerdì il rapporto sull’occupazione (dicembre) si è rivelato eccezionalmente solido. La critica che rispetto a altri dati più contingenti(ad esempio i recenti indici PMI) idati occupazionali descrivono una situazione da ‘specchietto retrovisore’ è naturalmente arrivatama il margine con cui il dato ha battuto le attese lo rendono in ogni caso degno di attenzione anche per gli osservatori più pessimisti. La creazione di nuovi posti di lavoro è stata di 312.000, una rilevazione che ha battuto il consenso di 128.000posti, il margine più elevato dal maggio del 2009.In aggiunta la revisione dei dati dei due mesi precedenti è stata di altri 58.000 (in positivo).Anche il dato salariale è stato robusto: i salari medi orari sono saliti di 0.4% m/m (3.2% y/yvs 3.0% exp.). Anche la salita del tasso di disoccupazione a 3.9% (3.7% exp.) non è da vedere in termini negativi essendo frutto di una visibile crescita del tasso di partecipazione (da 62.9%a 63.1%). Nelle quasi due ore di intervallo trala pubblicazione dei Payrolls e l’atteso intervento di Powell il mercato è rimasto indecisose abbracciare il sollievo di una congiuntura americana non così improvvisamente zoppicante o tornare a preoccuparsi per una Fed costretta a proseguire sul sentiero di un tightening sempre più temuto. Poco dopo J.Powell non è stato particolarmente criptico quando la J di Jay è tornata ad assomigliare molto alla J di Janet...
Jay Powell è stato un inno alla flessibilità e alla dipendenza dall’andamento non solo dei dati economici ma anche dei mercati, fugando con fermezza i dubbi alimentati in proposito tra ottobre e dicembre. Riportare qualche passaggio del suo intervento credo sia più utile di qualsiasi ulteriore commento: “Markets are expressing concerns about global growth in particular...we’re listening carefully to that. We’re listening sensitively to the message that markets are sending and we’re going to be taking those downside risks into account. There is no preset path for policy. And particularly, with the muted inflation readings that we’ve seen coming in, we will be patient as we watch to see how the economy evolves. But we’re always prepared to shift the stance of policy and to shift it significantly if necessary. We said that we would be prepared to adjust our normalization plans as appropriate to achieve our goals. So if we ever came to the conclusion that any aspect of our normalization plans was somehow interfering with our achievement of our statutory goals, we wouldn’t hesitate to change it, and that would include the balance sheet certainly“.