La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 05/07/2016.
Secondo l’EIA, gli Stati Uniti hanno ritirato oltre 4 milioni di barili dalle scorte ai massimi storici. Il prezzo del Petrolio —che è sceso intorno ai 46,00 dollari al barile durante il picco del panico per la Brexit— è tornato intorno ai 50 dollari al barile. Non ci sono dubbi, la notizia di un calo di 4 milioni di barili dalle scorte (nonostante gli interventi sugli oleodotti in Nigeria ed il rientro della produzione nell’Alberta una volta domati gli incendi), ha contribuito a spingere il prezzo del greggio USA prima della chiusura dei mercati statunitensi per la Festa del 4 luglio.
Si sta risolvendo il problema dell’ingorgo?
Questo non significa che si sta risolvendo il problema dell’eccesso di scorte negli USA. Ad aprile negli Stati Uniti i livelli delle scorte erano al massimo record di 543,3 milioni di barili. Una buona notizia per le raffinerie che stavano effettuando interventi di manutenzione. Hanno attinto alle scorte per aumentare la produzione in vista del picco della domanda di benzina nei mesi estivi.
I livelli delle scorte di greggio restano alti
Di conseguenza, le scorte di greggio sono scese del 3%, ma attualmente sono 71 milioni di barili in più dello scorso anno. Facendo il paragone con lo scorso anno, la produzione di greggio negli USA è scesa, ma a causa dei prezzi relativamente alti e stabili, il trend inizia ad invertirsi mentre i produttori ricominciano a produrre negli impianti operativi.
Elevati i livelli delle scorte di benzina
Nonostante il calo delle scorte di greggio, le scorte di benzina restano alte e la scorsa settimana hanno visto un aumento di 1,4 milioni di barili. Il dato ha superato le attese, causando una certa apprensione. Le raffinerie potrebbero aver sopravvalutato la domanda di benzina, il che durante il picco del maggior consumo in America, potrebbe essere un problema sia per i prezzi del greggio che per l’economia statunitense.
Cosa succederà adesso?
Mentre il mese di luglio va avanti, il mercato sembra staccarsi dal livello dei 50 dollari al barile, con i futures Brent e WTI entrambi sotto i 50 dollari al barile. Sembra che il petrolio stia risentendo dei livelli elevati di scorte della benzina e di altri prodotti raffinati, oltre che della debolezza percepita sui mercati asiatici.
Certamente è ancora possibile che i recenti attacchi in Arabia saudita possano causare un’impennata a breve termine dei prezzi del petrolio. Due attacchi hanno avuto luogo nelle moschee sciite della città orientale di Al-Qatif (non ci sono state vittime a parte gli attentatori) che è un’importante sede di stoccaggio e di produzione di greggio. Sebbene gli impianti proliferi Aramco non siano stati minimamente interessati, non è del tutto impensabile vedere qualche speculatore male informato reagire a questi recenti incidenti.