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Progressi nelle trattative per gli aiuti fiscali negli USA

Pubblicato 06.08.2020, 14:41
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

L’azionario USA ha ampliato i rialzi sulla scia dei progressi, costatati dagli investitori, nei negoziati per il nuovo pacchetto di stimoli fiscali negli USA; la Casa Bianca ha fatto alcune concessioni per mettere fine allo stallo, anche se i democratici chiedono di più. Ancora non si è arrivati a un’intesa, ma, secondo quanto dichiarato dalla presidente della Camera Nancy Pelosi, i democratici sono determinati a siglare un accordo entro venerdì. L’aspettativa di buone notizie in arrivo fa sì che gli investitori continuino ad acquistare azioni USA.

Altrove il sentiment è contrastato. Gran parte degli indici asiatici ha chiuso in negativo sull’acuirsi delle tensioni fra USA Cina: il Segretario di Stato USA Mike Pompeo vuole che le “app cinesi non affidabili” vengano rimosse dagli app store, per cui la disputa si allarga oltre Tiktok. Le borse di Shanghai (-0,38%) e Hong Kong (-1,59%) hanno perso terreno, il Nikkei ha ceduto lo 0,51%, invece i titoli del settore estrattivo, energetico e industriale hanno fatto salire l’ASX 200 (+0,31%).

L’USD è scivolato sotto quota 93, mentre il rendimento dei decennali USA saliva allo 0,54%. La forte domanda di titoli di Stato USA, nonostante il debito sovrano USA alle stelle, fa sì che i rendimenti USA rimangano intorno ai minimi storici, sicuramente perché ci sono poche alternative a detenere titoli di Stato USA “privi di rischi”, dal momento che i debiti pubblici stanno aumentando in tutto il mondo.

A proposito di beni rifugio, mercoledì l’oro ha proseguito il suo rally mozzafiato, salendo sopra i $2050 all’oncia. Le prese di profitto sono incredibilmente poche e su questi livelli non vi sono segnali allarmanti di un possibile esaurimento. Probabilmente ci sarà una correzione al ribasso, non appena a Beirut tornerà la calma, che riporterà il prezzo nell’area dei $2000/1980 all’oncia. Se il supporto su questi livelli tenesse, potremmo assistere a un consolidamento e a un ulteriore tentativo al rialzo dei prezzi dell’oro. In caso negativo, ci sarebbe una rapida liquidazione dei lunghi speculativi di breve termine e un brusco ritracciamento del prezzo.

Sul fronte dei dati, i PMI servizi europei di luglio pubblicati ieri sono stati positivi, anche se hanno leggermente deluso le previsioni degli analisti. I principali indici azionari europei hanno chiuso comunque in territorio positivo. Il FTSE ha sovraperformato rispetto agli altri listini, perché i titoli minerari, soprattutto quelli legati all’estrazione di oro, hanno spinto l’indice che include molte società legate alle materie prime sopra la soglia dei 6110 punti. L’attività dei future sul FTSE (-0,57%) suggerisce una correzione ribassista in apertura, ma l’indice delle blue chip britanniche dovrebbe trovare supporto nel solido incremento dei prezzi di petrolio e materie prime, e consolidarsi sopra il livello dei 6.000 punti.

Mercoledì l’aumento dei prezzi del petrolio in seguito all’esplosione a Beirut ha spinto il greggio WTI sopra la sua media mobile a 200 giorni, pari a $43 al barile, ma discrete offerte hanno bloccato il passaggio sopra questo livello. Gli shock sul fronte dell’offerta tendono ad avere un impatto positivo temporaneo sui prezzi, perché il mercato petrolifero globale è già inondato dalla sovreccedenza di oro nero. Gli investitori continueranno a cercare opportunità di vendita sui massimi per spingere il prezzo del barile vicino e sotto il manico dei $40.

L’EUR/USD ha quasi recuperato tutte le perdite d’inizio settimana nei confronti dell’USD in diffuso indebolimento e si prepara ad attaccare le offerte a 1,19 per la seconda settimana consecutiva. Il potenziale al rialzo della coppia dipende soprattutto dall’andamento globale dell’USD. Un’ulteriore flessione del biglietto verde spianerà la strada a un progresso verso il manico a 1,20.

Anche il cable consolida i rialzi sopra il livello a 1,31 sulla scia dell’USD più debole. L’evento clou della giornata sarà la decisione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra (BoE). Alla riunione di questo mese, la BoE dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse e gli acquisti di asset, ma circolano voci secondo cui, verso la fine dell’anno, l’istituzione dovrebbe consentire alle banche di contrarre prestiti a tassi negativi, oppure aumentare il volume dei fondi disponibili al tasso di sconto, in modo da allentare ulteriormente le condizioni finanziarie. Le colombe della BoE dovrebbero quindi esercitare una certa pressione al ribasso sulla sterlina contro il dollaro e l’euro.

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