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QuadrigaCX: il mistero si infittisce e diventa più chiara la lezione sulle cripto

Pubblicato 11.03.2019, 16:52
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

La piazza canadese di criptovalute QuadrigaCX era relativamente sconosciuta al di fuori del Canada prima dell’improvvisa morte del suo Amministratore Delegato, Gerald Cotten, a dicembre, durante un viaggio in India. La notizia non sarebbe necessariamente finita sotto i riflettori se i 115.000 utenti della piazza fossero riusciti ad operare tranquillamente come al solito e ad accedere ai propri asset digitali (la maggior parte dei quali Bitcoin) una volta saputo della sua morte.

Tuttavia, la dichiarazione della piazza per annunciare la sua dipartita, rilasciata il 14 gennaio 2019 dalla vedova, Jennifer Robertson, ha spinto gli investitori a voler ritirare i fondi. E questo ha costretto a rivelare che Cotten era morto senza lasciare la password del cold storage della piazza, lasciando quasi 200 milioni di dollari canadesi di criptovalute in un limbo ed inaccessibili agli utenti. Ed è stato allora che gli investitori, cripto e non, in tutto il mondo hanno cominciato a rivolgere l’attenzione sulla piazza.

A inizio febbraio, Robertson, esecutrice testamentaria dei beni di Cotten compresa la piazza, ha presentato istanza di protezione dei creditori. La Corte Suprema della Nuova Scozia si sta occupando del caso. Inizialmente sembrava una scelta appropriata, in quanto tutti i fondi sembravano essere documentati ed era soltanto difficile accedervi. Ma ulteriori indagini hanno rivelato una situazione molto meno positiva, con possibili risvolti criminali.

La corte ha nominato Ernst & Young come parte esterna per monitorare gli atti e condurre una perizia sulla piazza. Dopo settimane di speculazioni, E&Y ha di recente rivelato che sei dei cold storage, che avrebbero dovuto contenere 137 milioni di dollari di fondi, sono in realtà vuoti. Inoltre, secondo E&Y, i portafogli sono stati svuotati nell’aprile 2018. Altra rivelazione: si è scoperto che QuadrigaCX avrebbe apparentemente creato più di una decina di profili falsi.

I campanelli di allarme non avrebbero dovuto essere ignorati

Dopo lo scandaloso tonfo della piazza Mt. Gox in seguito al secondo attacco hacker del 2014, la reputazione delle cripto-piazze nel complesso è stata compromessa. I numerosi misteri che circondano QaudrigaCX probabilmente screditeranno la classe di asset e le relative piazze ancora di più.

Engadget la definisce “la saga dei Bitcoin più confusionaria mai vista”. Le cripto-piazze, e gli enti regolatori che le controllano, sono ancora in fase embrionale e malgrado i numerosi “avvertimenti” sfortunatamente gli investitori non sempre si sono adoperati per mettere al primo posto la propria sicurezza. Condurre una due diligence - sia sulla piazza che sulla sua gestione - resta forse il primo passo più importante per un investimento di successo, che si tratti di valute digitali o di asset più tradizionali.

C’èrano già numerosi campanelli d’allarme su QuadrigaCX ed il suo Amministratore Delegato. Andando indietro di oltre un anno, sono emerse le lamentele degli investitori di QuadrigaCX che a volte dovevano aspettare settimane o più per prelevare i fondi, quando le transazioni nel cripto-mondo in genere richiedono pochi minuti. Più di recente, circolano dubbi sulla veridicità della morte di Cotten. Ancor più bizzarre le notizie del canadese Globe and Mail secondo cui Cotten era un ex-galeotto che in carcere aveva un altro nome.

Altrettanto preoccupante quanto riporta Reuters: la British Columbia’s Securities Commission (BCSC) infatti, organismo di controllo degli strumenti finanziari della provincia, non regolerebbe QuadrigaCX in quanto la compagnia non ha mai indicato di “effettuare trading di strumenti finanziari o derivati” né di essere una piazza.

Yoav Dror, Amministratore Delegato di PumaPay, soluzione di pagamenti blockchain, afferma:

“Gli sfortunati sviluppi di QuadrigaCX dimostrano che abbiamo bisogno di regolamentazioni per proteggere gli investitori da qualsiasi potenziale attività cibercriminale o da hacker in agguato nel mondo delle criptovalute, ma anche da eventi naturali o disastri che rappresentano una parte inesorabile della realtà.

Per alimentare la fiducia nelle criptovalute e nei cripto-progetti innovativi, dobbiamo insistere per avere misure che salvaguardino gli interessi di tutti quelli che si fidano di noi e credono nel potenziale delle criptovalute”.

Il problema maggiore delle piazze centralizzate, spiega Alex Mashinsky, Amministratore Delegato di Celsius Network, è la mancanza di trasparenza sulla gestione e sugli asset gestiti.

“Abbiamo bisogno di una nuova generazione di compagnie focalizzate sugli interessi dei depositanti anziché sull’ottimizzazione del profitto. QuadrigaCX era poco trasparente ed aveva avuto uno sviluppo del tutto limitato negli ultimi anni, il che ha consentito agli hacker di trarre vantaggio dalle sue vulnerabilità e di rubare le sue monete. Se il vostro fornitore non rilascia patch ed aggiornamenti almeno una volta al mese, rischiate di fare la stessa fine”.

Le indagini per capire cosa sia successo veramente a QuadrigaCX e se gli asset gestiti siano recuperabili sono in corso. Abbondano le teorie del complotto. Phil Zamani, Amministratore Delegato e presidente del consiglio di amministrazione di Blocko, fornitore di blockchain commerciali appoggiato da Samsung, fa notare:

“Ci sono varie teorie su cosa sia successo veramente a QuadrigaCX, dall’idea che [la piazza] avesse delle riserve frazionarie o che giocasse d’azzardo con i fondi dei clienti per recuperare le perdite registrate nell’inverno delle cripto, alla teoria che l’Amministratore Delegato abbia finto la sua morte e sia scappato con i milioni di dollari dei migliaia di clienti della piazza. Ciononostante, lo spiacevole evento offre a tutti noi delle valide lezioni, come cosa può succedere quando affidiamo i nostri fondi ad enti centralizzati, soprattutto nel selvaggio west delle cripto”.

Zamani ritiene che la lezione più importante dovrebbe essere imparata da chi crede che ci sarà un’adozione di massa delle criptovalute come sistema di pagamento. Secondo lui ciò potrà avvenire solo se i clienti delle cripto-piazze saranno protetti in un modo simile a quello in cui le banche tradizionali proteggono i depositanti, così che ci sia una probabilità di recuperare i fondi persi o sottratti.

“I clienti bancari che hanno subìto un attacco hacker dei conti online, o un furto delle carte di credito o che abbiano effettuato un pagamento errato possono chiedere un rimborso e recuperare i propri fondi. Questo fa funzionare il sistema per la gente comune.

Ma come farà la gente comune ad usare le criptovalute se il ledger sottostante (la blockchain) che segue le transazioni è irreversibile ed immutabile? Se si perdono dei soldi in una situazione come quella di QuadrigaCX c’è poco da fare. Le transazioni sono definitive una volta confermate, perciò una volta perso il denaro è perso per sempre. Capire se la gente comune userà o meno le criptovalute in futuro resta ancora un mistero”.

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