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QUVI – La tecnologia Made in Italy che proietterà ologrammi ad alta quota

Pubblicato 15.11.2018, 12:11
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

La società ha lanciato una campagna di equity crowdfunding.

“Ha suscitato molto interesse tra le aziende dei settori dello sport, del retail e del lusso. Monterosa SpA, la società che gestisce l’omonimo comprensorio sciistico (terzo al mondo per dimensioni) ha scelto il nostro prodotto come tecnologia innovativa per l’advertising sugli impianti di risalita”, racconta Roberto Del Mastro, amministratore delegato della startup trentina Oc Lab, parlando di QuVi, un innovativo proiettore olografico per immagini e video in 3D.

QuVi 1 (1).jpg“Da sempre ci occupiamo di realizzare strumenti per proiezioni ad alto tasso tecnologico – prosegue il manager – Vengono spesso utilizzati dalle aziende per presentare i prodotti alle fiere e servono per fare marketing. Però volevamo andare oltre la semplice visualizzazione video. Uno dei soci si è occupato, per la sua tesi di laurea, di questi ologrammi fluttuanti nell’aria in 3D. Abbiamo così deciso di realizzare QuVi”.

Si può proiettare di tutto: borse, accessori vari, macchinari industriali o persone. “Abbiamo vinto un bando con l’ologramma di Ennio Morricone”, spiega Del Mastro. E si possono realizzare dei veri e propri show, gestibili da tablet e smartphone. Inoltre è possibile un’esperienza in tempo reale con il servizio live stream.

Ma il proiettore, che attualmente costa 20 mila euro, deve ancora farsi conoscere al mercato italiano ed europeo. Per investire in attività di marketing, Oc Lab ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su QuVi con il portale Opstart. Una parte dei fondi, inoltre, sarà utilizzata per assumere tre nuove figure nella produzione e nella divisione dedicata alle vendite.
La società crede nei punti di forza del prodotto, che è totalmente Made in Italy: un ottimo rapporto dimensione-ologramma, il software hi-tech e la possibilità di fare esperienze di gruppo che non sarebbero possibili con tecnologie legate a dispositivi indossabili, come i visori. Senza parlare del design, su cui Oc Lab ha investito e che è protetto da brevetto europeo.

QuVi2.JPG“Credo fortemente nell’olografia perché consente la condivisione della realtà aumentata – sottolinea l’amministratore delegato – Il mercato è in netta crescita: a livello globale si arriverà a superare i 200 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. Senza contare che per la nostra tipologia di prodotto abbiamo pochi concorrenti”. Con uno di essi, il gruppo danese Realfiction, Oc Lab ha stretto un’alleanza per diffondere la cultura degli ologrammi anche in Italia. E un accordo è stato chiuso anche con Practix Srl, al fine di perfezionare il software.

Sono diversi i settori che potrebbero trainare la domanda di tecnologie per la realtà aumentata dal 2019 in poi. Come la sanità, l’istruzione e l’immobiliare. Ma soprattutto l’industria creativa: retail, videogiochi, intrattenimento, eventi dal vivo.

La startup guidata da Del Mastro, nei prossimi tre anni, si concentrerà sull’acquisizione di clienti e sulla produzione di altri 5 modelli di proiettore già progettati.
I potenziali sviluppi sono numerosi. “Sono davvero tante le trattative che abbiamo in essere, con aziende e influencer di spessore internazionale. Le possibili applicazioni di QuVi sono infinite”, conclude l’amministratore delegato.

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