l certificate firmato Barclays PLC con ISIN XS2967234365 scambia sotto la parità a 98 euro, ma tutti i sottostanti si trovano oltre il livello iniziale: Banca Monte dei Paschi di Siena SpA +7,8%, Bper Banca SpA +6,2%, Banco Bpm SpA +4,1% e UniCredit SpA +3,2%. Le cedole mensili con memoria sono di 1,29 euro, barriera al 60%. Calcolato sul prezzo attuale e sulla restante vita del certificato, il rendimento potenziale annuo può raggiungere il 16,5%, mentre il ritorno sale al 20% se viene rimborsato alla prima data utile di dicembre. A scadenza (tra 3 anni), il capitale è protetto dai ribassi dei sottostanti fino al 40% dal livello iniziale.
Prezzo sotto la pari e sottostanti oltre il livello iniziale
Le attuali condizioni di mercato offrono opportunità interessanti in ottica di certificate. Un esempio è il cash collect emesso da Barclays PLC con ISIN XS2967234365, attualmente scambiato sulla pari, con tutti i sottostanti ampiamente sopra il livello iniziale e un rendimento potenziale annuo del 16,5%.
La struttura del prodotto si presenta solida: {0|Banca Monte dei Paschi di Siena SpA}} registra un progresso del +7,8% rispetto al valore iniziale, Bper Banca SpA del +6,2%, Banco Bpm SpA del +4,1% e UniCredit SpA del +3,2%. Il certificate prevede premi mensili con memoria di 1,29 euro (15,48 euro in un anno) e offre una barriera cedolare e a protezione del capitale al 60% del valore iniziale dei sottostanti.
Acquistabile a 98 euro, il prodotto consente di incassare, in caso di tenuta della barriera fino a scadenza, 34 cedole mensili per un totale di 43,86 euro, a cui si aggiungerebbe un capital gain di 2 euro (differenza tra il prezzo di acquisto e il rimborso a 100 euro). Rapportando il rendimento complessivo sulla vita residua di circa due anni e dieci mesi, il ritorno annualizzato si attesta al 16,5%.
Il certificate prevede anche la possibilità di rimborso anticipato (autocall). La prima finestra si aprirà il 5 dicembre 2025: se tutti i sottostanti saranno al di sopra del livello iniziale (come accade oggi), il prodotto verrà rimborsato a 100 euro, ai quali si sommeranno sette cedole da 1,29 euro (in tutto 9,03 euro), per un incasso complessivo di 109,03 euro. In quasi sette mesi, il rendimento sarebbe pari all’11,3%, che corrisponde a un ritorno annualizzato del 20% circa.
Un ulteriore elemento che facilita il rimborso anticipato è rappresentato dalla soglia autocall decrescente, che parte dal 100% del valore iniziale dei sottostanti alla prima data utile (5 dicembre 2025) e si riduce dell’1% ogni mese, fino ad arrivare al 74% finale.
Segue una tabella riassuntiva dei principali livelli di riferimento del certificate.
Premi mensili con memoria pari a 1,29 euro
Il certificate emesso da Barclays PLC con ISIN XS2967234365 offre premi mensili con memoria pari a 1,29 euro, corrispondenti a 15,48 euro in un anno. Rivalutato sulla vita residua del prodotto e sul prezzo attuale di acquisto (98 euro), il rendimento potenziale sale al 16,5% annualizzato.
Il pagamento dei premi è condizionato alla barriera cedolare posta al 60% del livello iniziale dei sottostanti: nelle date di osservazione mensili, se nessuno dei titoli ({0|Banca Monte dei Paschi di Siena SpA}}, Bper Banca SpA, UniCredit SpA e Banco Bpm SpA) registra una perdita superiore al 40% rispetto al valore iniziale, il premio viene erogato.
Un elemento importante è la presenza dell’effetto memoria: qualora in una data di osservazione non fossero rispettate le condizioni per il pagamento del premio, questo non viene perso, ma tenuto “in memoria”. Alla prima data utile in cui i requisiti risultano soddisfatti, tutti i premi arretrati vengono corrisposti in un’unica soluzione, insieme a quello corrente.
Dal punto di vista fiscale, i premi distribuiti dal certificate rientrano nella categoria dei “redditi diversi” e, come tali, possono essere utilizzati per compensare eventuali minusvalenze pregresse all’interno dello “zainetto fiscale”. Questo consente agli investitori di recuperare eventuali perdite fiscali entro un periodo massimo di quattro anni dalla loro realizzazione, offrendo un ulteriore vantaggio in termini di efficienza fiscale.
Gli scenari possibili alla scadenza finale (marzo 2028)
Qualora durante la vita del certificate (ISIN XS2967234365) non si verificasse il rimborso anticipato, alla naturale scadenza (6 marzo 2028) gli investitori si troveranno di fronte a due scenari distinti, direttamente legati all’andamento dei titoli sottostanti. La barriera di protezione del capitale è fissata al 60% del valore iniziale e viene osservata unicamente alla scadenza, offrendo protezione contro ribassi fino al 40% dei sottostanti dal livello iniziale.
Nel primo scenario, se alla data di valutazione finale tutti i sottostanti ({0|Banca Monte dei Paschi di Siena SpA}}, Bper Banca SpA, UniCredit SpA e Banco Bpm SpA) si manterranno al di sopra o pari alla barriera, il certificate verrà rimborsato al valore nominale di 100 euro. A questo importo si sommeranno l’ultima cedola di 1,29 euro e gli eventuali premi "in memoria", per un totale di 143,88 euro. Considerato il prezzo di acquisto attuale di 98 euro, il rendimento complessivo raggiungerebbe il 46,8% in un orizzonte temporale di circa due anni e dieci mesi.
Nel secondo scenario, se anche solo uno dei sottostanti scendesse sotto la barriera alla scadenza, il rimborso del capitale sarebbe commisurato alla performance del titolo peggiore. Ad esempio, un ribasso del 50% del worst of comporterebbe un rimborso pari a 50 euro, a cui però si aggiungerebbero le eventuali cedole mensili già incassate durante la vita del prodotto che andrebbero a mitigare la perdita sul capitale.
Attualmente, i sottostanti mostrano un ampio margine di sicurezza rispetto alla barriera: Banca Monte dei Paschi di Siena SpA è distante il 44,3%, Bper Banca SpA il 43,5%, Banco Bpm SpA il 42,4% e UniCredit SpA il 41,9%, rafforzando le probabilità di uno scenario favorevole a scadenza.
Le operazioni di M&A ridisegnano il panorama del credito italiano
Il 2025 si conferma un anno cruciale per il settore bancario italiano, protagonista assoluto del panorama finanziario europeo grazie a una stagione intensa di operazioni di fusione e acquisizione (M&A) che stanno ridefinendo gli equilibri del credito nazionale.
A inizio aprile, Banco Bpm SpA ha completato con successo l’Opa su Anima Holding SpA, acquisendo l’89,95% del capitale e superando ampiamente la soglia strategica del 66,67% inizialmente fissata. Piazza Meda è anche al centro dell’interesse di UniCredit SpA, che il 28 aprile ha dato il via all’offerta pubblica di scambio (Ops), destinata a concludersi il 23 giugno. L’efficacia dell’operazione è subordinata al raggiungimento di una partecipazione di almeno il 66,67% del capitale di Banco Bpm SpA, con una soglia minima vincolante fissata al 50% più un’azione. Tuttavia, l’operazione di UniCredit SpA si scontra con le stringenti condizioni imposte dal governo italiano nell’ambito del regime di Golden Power. Dopo una fase iniziale di rigidità, recenti segnali di apertura nella maggioranza lasciano intravedere margini di trattativa.
Parallelamente, l’attenzione si concentra sull’altra preda di Unicredit, la banca tedesca Commerzbank AG, di cui la banca di piazza Gae Aulenti detiene una quota del 28%. L’amministratore delegato Andrea Orcel ha sottolineato che i negoziati con il nuovo governo tedesco richiederanno tempo. Dopo il via libera della Bce per l’incremento della partecipazione fino al 29,9%, restano da ottenere ulteriori autorizzazioni, con una possibile conclusione dell’iter non prima dell’estate o dell’inizio dell’autunno.
Sotto i riflettori anche Banca Monte dei Paschi di Siena SpA , che a fine gennaio ha sorpreso il mercato con un’offensiva su Mediobanca Banca di Credito Finanziario SpA. Forte di un profondo risanamento operativo sotto la guida dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio, MPS ha lanciato un’Ops da 13,3 miliardi di euro per conquistare il controllo dell’istituto milanese. L’operazione punta a creare il cosiddetto “terzo polo bancario”, integrando la rete retail di MPS con le competenze di Mediobanca nell’investment banking e nell’asset management. L’appoggio del governo Meloni rafforza le chance di successo, anche se la partita si è complicata dopo l’annuncio da parte di Mediobanca Banca di Credito Finanziario SpA di un’Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi di euro, finanziata interamente in azioni Assicurazioni Generali SpA già in portafoglio.
Anche Bper Banca SpA si muove sullo scacchiere M&A, presentando un’Ops su Banca Popolare di Sondrio ScpA per un controvalore di 4,3 miliardi di euro. L’assenza di interventi governativi tramite Golden Power lascia prevedere il completamento dell’iter autorizzativo entro giugno, con l’avvio dell’offerta previsto per la fine del mese.
Infine, sul fronte delle banche più piccole, Banca IFIS SpA ha annunciato un’Opa su illimity Bank SpA. L’offerta, che si aprirà il 19 maggio e si chiuderà il 27 giugno (salvo proroghe), prevede un corrispettivo composto da 0,10 nuove azioni Ifis e da una componente cash pari a 1,414 euro per azione, che salirà a 1,506 euro dopo lo stacco del dividendo previsto per il 19 maggio.
Il parere degli esperti sulle quattro banche italiane
Il sentiment degli analisti sui quattro titoli sottostanti si conferma complessivamente positivo, rafforzando ulteriormente le prospettive favorevoli per il prodotto.
Banca Monte dei Paschi di Siena SpA è seguita da 9 analisti: di questi, 5 raccomandano l’acquisto (buy), 3 suggeriscono di mantenere la posizione (hold) e 1 ha un giudizio di vendita (sell). Il target price medio si attesta a 7,85 euro, in linea con la quotazione attuale a Piazza Affari.
Molto favorevole il quadro che riguarda Bper Banca SpA, monitorata da 10 analisti. Sono 9 le raccomandazioni buy, 1 solo hold e nessuno consiglia il sell. Il target price medio è pari a 8,97 euro, che implica un upside potenziale del 13% rispetto ai valori correnti di Borsa Italiana.
Su Banco Bpm SpA, il sentiment si presenta mediamente neutrale, ma privo di indicazioni negative: 6 analisti consigliano buy, mentre 10 suggeriscono hold. Il prezzo obiettivo medio è di 10,20 euro, leggermente sotto (-1%) ai prezzi attuali.
Positiva anche la view su UniCredit SpA, coperta da 23 analisti: 16 raccomandano buy, 5 indicano hold, mentre solo 2 consigliano sell. Il target price medio è pari a 55,88 euro, con un potenziale upside dell’1% rispetto alla quotazione a Piazza Affari.
La combinazione tra distanza dalle barriere e prospettive positive degli analisti dovrebbe offrire una cornice di relativa tranquillità per gli investitori che valutano l’acquisto del certificate.
Attenzione: Il Certificate XS2967234365 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.
Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Barclays gode di un buon rating:
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A+ da parte di S&P
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A1 da parte di Moody
I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.
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