Il certificato di BNP Paribas con ISIN XS2908256873 su Nexi (BIT:NEXII), MPS, Stellantis (BIT:STLAM) ed STM prevede l’erogazione di una cedola mensile del 1,22% per un flusso cedolare annuo del 14,64%, a condizione che nessuno dei quattro sottostanti perda più del 40% dai valori iniziali, condizione valida anche per il rimborso del nominale alla scadenza.
Con i mercati vicini ai loro massimi storici o di periodo, investire in certificati, anziché nei titoli sottostanti, permette di generare un flusso cedolare, e quindi un rendimento positivo, anche in caso di lateralità o moderata discesa dei listini azionari.
Emesso il 6 dicembre, il certificato è acquistabile sotto la pari a 99,10€ con la sola Nexi qualche decimo di punto sotto al prezzo di strike, mentre gli altri tre titoli risultano in positivo dal giorno di emissione.
Il certificato presenta, come la maggior parte dei cash collect attualmente quotati, l’effetto memoria sulle cedole, come fattore di ulteriore protezione. Tale effetto si attiva se ad una delle date di osservazione mensili uno o più sottostanti scendono al di sotto del livello barriera, ovvero in questo caso perdono più del 40% dai prezzi attuali. La cedola non verrebbe erogata, essendo per l’appunto al di sotto del livello barriera, ma non sarebbe persa, bensì accantonata “in memoria” e pagata successivamente alla prima osservazione utile nella quale tutti i sottostanti abbiano recuperato almeno il livello barriera.
LA SITUAZIONE DEL MERCATO
Dopo la forte salita iniziata a gennaio 2023 che ha portato il FTSE MIB in area 35.000 punti, da marzo ad oggi l’indice italiano si è mosso un un trading range di soli 2.000 punti, con poche escursioni sia in alto che in basso. Nelle ultime settimane le quotazioni si sono riportate nella fascia alta, nuovamente a ridosso dei 35.000 punti, in attesa di capire se le ultime settimane dell’anno vedranno la prosecuzione di questo rally e la ricerca di nuovi massimi relativi.
NEXI
Il settore dei pagamenti digitali è uno di quelli che meno ha contribuito alla salita dei mercati negli ultimi 24 mesi, e all’interno dei settore, Nexi è una di quelle aziende rimaste più indietro, con le quotazioni ferme vicino ai minimi storici, anche se l’area dei 5/5,50€ ha già respinto le quotazioni quattro volte nell’ultimo anno. Fattore positivo per il certificato in quanto testimonia che su quei livelli il titolo torna interessante per i compratori, mentre il livello barriera a 3,498€ si trova ben più in basso, su livelli di prezzo mai toccati dal titolo. Il prezzo di strike invece si trova a 5,83€.
MONTE DEI PASCHI DI SIENA (BIT:BMPS)
Il percorso di ritrutturazione dell’istituto senese continua a dare i suoi frutti, evidenti sia in termini di bilancio, con fatturato e utili in forte crescita rispetto ai trimestri precedenti, e una quotazione in borsa che ne riflette la buona salute. Continuano a susseguirsi le voci di un inserimento di MPS all’interno del risiko bancario, con diversi istituti europei alla finestra. Il prezzo di strike è posto a 6,372€, mentre il livello barriera si trova a 3,823€.
STELLANTIS
Le dimissioni del CEO Tavares nelle scorse settimane hanno dato l’ultimo forte scossone in discesa al titolo, con un’escursione dai massimi di inizio anno di quasi il 60%. Da li il titolo ha rimbalzato in modo deciso, recuperando oltre il 15% dai minimi di periodo, segno che il prezzo potrebbe aver scontato tutti gli scenari negativi e potrebbe essere tornato appetibile anche per gli investitori. Il prezzo di strike si trova a 12,984€, mentre la barriera a 7,796€ significherebbe un ulteriore ribasso del 40% dai prezzi attuali, riportando la quotazione sui livelli del 2021.
STMicroelectronics (EPA:STMPA)
All’interno del settore dei semiconduttori STM rappresenta oggi una delle migliori opportunità in termini di multipli, grazie alla marcata discesa del titolo nel corso del 2024. Anche il produttore di chip ha però visto, come Stellantis, un corposo rimbalzo nelle scorse settimane che ha risollevato la quotazione, che rimane più che dimezzata rispetto ai massimi dello scorso anno. Il prezzo di strike si trova a 25,095€, mentre la barriera è posta a 15,057€ vicino al minimo del marzo 2020 nelle prime settimane di pandemia.
PROTEZIONE E RENDIMENTO
Tutti e quattro i sottostanti presentano livelli barriera e quindi di protezione molto profondi e questo è il fattore più importante in un certificato in quanto ci fa capire fino a dove il nostro capitale nominale e il flusso cedolare sono garantiti dall’emittente. Fino a che nessuno dei sottostanti scende sotto a tali livelli, infatti, il certificato paga una cedola mensile del 1,22% con un flusso cedolare annuo del 14,64%. Come già anticipato le cedole prevedono l’effetto memoria, quindi nel caso in cui uno dei quattro titoli si trovi al di sotto del -40% alla data di osservazione, la cedola non viene pagata ma accantonata in memoria. Sarà sufficiente che entro la scadenza (anche eventualmente il giorno stesso della scadenza) il titolo worst of risalga al di sopra di tale livello per vedere erogate tutte le cedole precedentemente accantonate.
DURATA E POSSIBILE SCADENZA ANTICIPATA
La scadenza naturale del certificato è prevista per il 7 dicembre 2026, con una durata di due anni, ma già da giugno 2025 sarà prevista la possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente. Dall’osservazione cedolare del 6 giugno, qualora tutti e quattro i titoli si trovino al di sopra del loro valore iniziale, il prezzo di strike, il certificato scade anticipatamente rimborsando il valore nominale di 100€ e pagando la cedola mensile del 1,22%. Dato l’acquisto ad oggi sotto la pari, in caso di richiamo alla prima osservazione di giugno si avrebbe il rimborso a 100€, quindi con 0,90€ di capital gain più l’erogazione di 6 cedole mensili del 1,22%, per un rendimento del 8,22% in sei mesi. Qualora anche solo uno dei titoli fosse sotto al livello iniziale, lo stesso meccanismo si ripeterà all’osservazione mensile successiva, con il livello di autocall che rimane al 100% per sei osservazioni, salvo poi decrescere del 5% ad ogni trimestre fino a un minimo del 90% nel corso dell’ultimo semestre.
SCENARI A SCADENZA
Qualora non avvenisse l’autocall prima della naturale scadenza, a dicembre 2026 si avranno due scenari:
- il rimborso al nominale di 100€ a certificato qualora nessuno dei sottostanti si trovi in quel momento in ribasso di oltre il 40% dai prezzi iniziali. In questo caso il rendimento sarà pari alla somma delle 24 cedole mensili del 1,22% incassate durante la vita del prodotto, per un totale del 29,28%, maggiorato dello 0,90% per la differenza tra prezzo di acquisto e vendita. Va sempre ricordato che i certificati generano redditi diversi e in caso di minusvalenze presenti in portafoglio queste cedole permetterebbero di andarle a compensare, ottenendo quindi l’esenzione dal pagamento del capital gain fino alla completa copertura delle minus pregresse.
- rimborso in misura proporzionale rispetto alla performance negativa del worst of qualora almeno uno dei quattro titoli si trovi sotto alla barriera di protezione. Se ad esempio STM dovesse scendere del 46% rispetto ai prezzi di strike, il certificato rimborserebbe 54€ su un nominale di 100€, anche se a tale valore andrebbero comunque sommate le cedole incassate nel corso della vita del prodotto.
RIEPILOGO
All’interno del nostro listino vi sono situazioni molto differenti tra loro. Da un lato i bancari ancora molto forti, che hanno sostenuto l’indice negli ultimi due anni insieme ad alcuni industriali come ad esempio Leonardo. Dall’altra aziende che hanno perso molto, come Stellantis o STM, ma che nell’ottica di un certificato, potrebbero avere un’ottima ragione d’esistere ora che la discesa sembra essere arginata.
Personalmente credo che il certificato appena analizzato, il XS2908256873 possa essere una buona soluzione per investire nel mercato italiano, cercando quelle aziende che si trovano oggi su livelli chiave e per le quali può essere difficilmente ipotizzabile una discesa verso barriera, potendo beneficiare di un corposo flusso cedolare anche in caso di discesa moderata dei titoli sottostanti. Ricordiamo infatti che, se nessuno dei titoli perde oltre il 40% dai prezzi attuali, viene erogato un flusso mensile del 1,22% per un rendimento annuo del 14,64%.
Va infine specificato che investire in certificati espone al rischio di fallimento dell’emittente e al rischio di azzeramento del sottostante, casi che possono provocare la perdita dell’intero investimento. In questo caso l’emittente è BNP Paribas che presenta un rating Aa3 (Moody’s), sinonimo di solidità dell'emittente. Il basket è composto da quattro delle principali aziende del nostro paese, motivo per cui il rischio azzeramento del sottostante è limitato.
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