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Riesplode la volatilità, il calo dell'azionario potrebbe non essere terminato

Pubblicato 28.06.2018, 12:01
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

I colpi di scena del percorso politico-protezionistico dell’amministrazione Trump non finiscono mai.

Gli operatori finanziari più che focalizzarsi sui dati macro economici ormai si focalizzano sulle news provenienti dagli USA e l’incremento di volatilità registrato negli ultimi giorni non deve stupirci. La decisione di opporre limiti rigorosi all'investimento cinese in società tecnologiche statunitensi (invece di consentire al Congresso di potenziare le capacità di regolamentazione) ha apparentemente mostrato un addolcimento da parte di Trump.

Ma secondo molti una posizione sul protezionismo globalista piuttosto che su uno specifico paese non è certo una buona notizia.

La direzione della politica è impostata, ma come abbiamo visto anche dalla decisione dell’Harley di delocalizzare parte della produzione (minacciata da Trump di pagare tasse estremamente più alte) potrebbe far mutare le previsioni precedenti.

Ciò ovviamente si ripercuote sui mercati, con un’umoralità snervante e difficile da lavorare.

Ieri, ad esempio, dalle 14 in poi c’è stato un violento rimbalzo dell’azionario, mentre l’obbligazionario ha assunto un atteggiamento più interrogativo.

In seguito i rendimenti sono diminuiti di nuovo (rendimento a 10 anni inferiore al 2,85%) e le azioni sono state svendute.

Ovviamente c’è stata anche l’accelerazione rialzista del dollaro, con il biglietto verde che ha guadagnato terreno su tutta la linea, anche contro lo yen.

La forza della divisa USA non mostra segnali di cedimento stamattina e l'XAU/USD che continua a soffrire.

Tutto sembra far pensare che la scivolata dell’equity non sia ancora terminata.

Wall Street, dopo aver prima perso, poi recuperato, ha chiuso la giornata di ieri in rosso (SP 500 -0,9% a 2700 punti).

In questo momento i futures americano sono sostanzialmente piatti dopo un timido tentativo di ripresa durante la sessione asiatica (Nikkei + 0,1%).

Sull’Europa c’è ancora nervosismo, DAX e il nostro FTSE Mib sembrano quelli più in difficoltà anche a livello tecnico.

Nel forex continua la pressione di vendita sulla sterlina e sull’euro, ma contro dollaro perde qualcosa anche lo Yen.

Nelle materie prime, tutto ciò non sta aiutando l’XAU/USD disperatamente alla ricerca di un supporto (che non sembra esserci al momento) mentre il petrolio prosegue la corsa al rialzo avvicinandosi ai massimi di periodo.

Oggi prenderà il via il vertice dell'UE che inizialmente doveva essere un evento focalizzato sulla Brexit, ma l’ordine del giorno è cambiato per l’incapacità UK di proporre un piano concreto.

Ovvio, quindi, che il tema dominante sia rappresentato dall’immigrazione e sarà probabilmente fondamentale soprattutto per Angela Merkel che sulla questione sta mettendo in serio pericolo la propria leadership.

Sul fronte macroecnomico, infine, attenzione soprattutto alla lettura finale del PIL del Q1 degli Stati Uniti, che non dovrebbe proporre alcuna variazione rispetto al + 2,2% della lettura preliminare.

Le richieste inizialii di disoccupazione dovrebbero attestarsi a 220.000 (218.000 la settimana scorsa), infine attenzione anche alle dichiarazioni del “dissidente” della Bank of England, il capo economista Andy Haldane che parlerà alle 15:30. Per il FOMC parlerà Raphael Bostic, alle 18.

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