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Ritorna lo spettro della Stagflazione, titoli protagonisti del 2021 in difficoltà?

Pubblicato 10.02.2022, 10:22
Aggiornato 02.09.2020, 08:05


Il termometro dell'economia si sta "surriscaldando".


Negli scorsi anni le "recessioni" sono sempre state anticipate dall'inversione della curva dei tassi negli Usa. Cioè i titoli di Stato americani a 2 anni che hanno rendimenti maggiori rispetto a quelli a 10 anni.

Per ora l'inversione sembra lontana, ma la curva si fa sempre meno "inclinata" (verso l'appiattimento) e questo indica che il mercato vede all'orizzonte un rallentamento economico e di conseguenza la "temibile" Stagflazione.

us10y-us02y

IT02Y-IT10Y/DE02Y-DE10Y e it10y-de10y

Dal grafico si può notare come il differenziale tra i rendimenti continua a contrarsi, anche in quelli della zona euro.

Per ora tutti, o quasi, sono convinti che il 2022 sarà un anno di crescita economica ma lo stesso Fondo Monetario nel suo "World economic outlook" ha sottolineato come l'economia globale ha iniziato e molto probabilmente proseguirà questo 2022 con maggiore debolezza (crescita rivista al ribasso da 5,9% a 4,4%).

Questo è dovuto soprattutto al rallentamento delle maggiori economie, una su tutte quella degli Usa.

Se ben notate, dal grafico sotto, i principali dati "macroeconomici" americani sono in decelerazione

dati marco Usa

Queste "decelerazioni" hanno spesso portato a delle "recessioni" come è accaduto nel 2008.

In aggiunta non c'è da sottovalutare la "velocità" del denaro che risulta al suo livello più basso dalla grande depressione, ai minimi storici.

velocità del denaro fonte Fed

Dal 2008, a causa della crisi finanziaria, il grafico è sceso bruscamente facendo "affidamento" sull'intervento della Banca centrale. Attualmente suggerisce che la ripresa, Negli Usa, sarà "più dura" del previsto e graduale rispetto alle aspettative di molti e il fatto che, nonostante lo stimolo fiscale degli ultimi anni, abbia continuato la sua tendenza ribassista la dice lunga sulla fragilità dell'economia americana e globale.

Nelle ultime settimane le Banche centrali hanno cercato di riportare la calma, per contenere ulteriori danni alla loro "credibilità" riguardo il discorso portato avanti per diversi mesi sull'inflazione, la famosa "trasitorietà", con l'ammissione che risulta più persistente del previsto anche se nel caso della Bce non ha fornito in seguito indicazioni ma ha solo ribadito il suo approccio "apparentemente" tranquillo, contraddicendosi per l'ennesima volta.

Inoltre non dimentichiamoci che da ciò provengono i "rischi" (le paure) dei rialzi dei tassi di interesse da cui deriva l'aumento del costo del denaro preso in prestito; il che significa che si ripercuoterà sul cliente, sui mutui, credito e finanziamenti e questo vale anche per l'UE, infatti in zona euro "tutto" dipende dalle operazioni di rifinanziamento marginale che devono "scontare" tre tassi cioè l'overnight, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi presso la banca centrale; e della volatilità che ne consegue.

Un mercato ad alta volatilità è un mercato che si dirige verso il basso. (Guardiamo il grafico del Nasdaq e dell'S&P500)

nasdaq

us500

Che strategia usate durante questi periodi di alta volatilità?

C'è da dire che sono ben poche quelle che riescono a performare (positivamente) di questi tempi. Una di queste, diventata "celebre" e altamente rischiosa, è sicuramente quella sui derivati della volatilità implicita.

Proprio come faceva un misterioso trader "Mr 50 Cent" (alla fine si è scoperto fosse "Ruffer LLP", un fondo di investimento da 23 miliardi di dollari) che negli scorsi anni durante i picchi di volatilità è riuscito a guadagnare centinaia di milioni di dollari facendo acquisti di opzioni VIX.

Come molti pensavano all'inizio, questa strategia non era una "scommessa" ma una protezione per un portafoglio di lungo termine. Infatti anche a Marzo 2020 ha compensato le perdite derivanti dal sell-off generale innescato dal Covid-19 (ha guadagnato più di 800 milioni di dollari acquistando 22 milioni di contratti derivati ​​che tracciavano il Vix e non solo).

Quindi non si tratta di un portafoglio pensato per competere con quello azionario o altro ma bensì per essere complementare e da difesa nei momenti in cui si scatena il "panico". Proprio come la gestione dei rischi, di molti operatori, attraverso la Delta Hedging di cui ho parlato di recente nella mia analisi "Bear Market o meno, non abbiate paura e seguite la vostra strategia".

Questo dimostra che seguire una propria strategia (avere nervi d'acciaio), pensando al lungo termine, è la strada più giusta.

La visione di un grafico di alcuni anni è nettamente diverso (più lineare) da quello di alcuni mesi. Con questo voglio dire che, un investitore, non si deve soffermare e abbandonare "tutto" per un "drawdown" (tollerare il rischio) se punta sul lungo termine ma deve trovare il momento giusto per accumulare altre posizioni, creandosi una strategia di protezione, favorendo anche assets di quel determinato ciclo.

la correzione è stata forte per alcuni titoli e lieve per altri. Dipende da che punto (o meglio asset) si guarda, infatti nell'ultimo periodo a risentirne sono state soprattutto le small-cap e Mid-cap growth e Core che avevano, palesato ormai da tempo, valutazioni troppo gonfie (multipli alti).

Ricollegandoci al discorso di prima, sul rialzo dei tassi, questa è una delle conseguenze perchè ciò implica una riduzione dei "multipli" accompagnata dall'incapacità di alcune aziende di "generare utili".

Ciò è accaduto, in queste settimane, ad alcune aziende che hanno "influenzato" il 2021 e quindi la società, come Robinhood (-24%) che è stata sotto i riflettori per il fenomeno dei "memestock", Pfizer (NYSE:PFE) (-12%) che ha realizzato il vaccino per il Covid-19, Coinbase (NASDAQ:COIN) (-15%) che ha aperto la strada a società legate alle criptovalute, Tesla (NASDAQ:TSLA) (-21%) che ha catturato l'attenzione con il suo CEO, TikTok che ha in programma l'IPO quest'anno e Meta (-30%) con le sue ambizioni verso il Metaverso.

Potrebbero continuare la striscia negativa, pagando le vicende legate alla politica monetaria, l'incertezza che innesca la volatilità e non essere più le protagoniste in questo 2022.

assets protagonisti

C'è da prendere "atto" che i picchi di volatilità sono "necessari" per riportare il mercato alla sua "normalità".


In conclusione ...

Alzare i tassi troppo velocemente non è la "soluzione" come anche l'inspiegabile politica monetaria super accomondate dei mesi scorsi per ritardare le "decisioni", e le banche lo sanno bene. Fino a che punto puoi tenere l'intera economia in un "congelatore", fermandola?

Serve una giusta "via di mezzo" tra l'essere troppo "Hawkish" e l'essere troppo "Dovish". E il compito si fa arduo.

Le catene di approvvigionamento, la situazione in Cina che resta osservata speciale, i dati macro come "le buste paga del settore non agricolo" e il livello di "disoccupazione" a livelli più alti del previsto e i Fed Funds che hanno iniziato a "scontare" il rialzo dei tassi, con il Covid sullo sfondo, rischiano di "spingere" gli Usa e l'economia mondiale verso uno scenario "inaspettato".

Guardando oltre, a marzo ci si aspetta che i tassi verranno alzati dello 0,25% mentre dello 0.50% a maggio e a giugno tra lo 0,75% e l'1% fino a portarli all’1,5% nel 2023. Quindi sarà molto importante seguire da vicino le prossime decisioni di politica monetaria che saranno fondamentali per lo sviluppo di eventuali situazioni.

I dati sul lavoro in rialzo e l'inflazione galoppante, potrebbero portare ad una Fed più "aggressiva" che di conseguenza influnzerà "ancora" l'andamento dei mercati.

Tornado al bel Paese, di recente, la Banca d’Italia ha mantenuto una lettura "prudente" sui rischi inflattivi ma l’Istat parla di ulteriore "accelerazione" e per certi versi siamo in una situazione simile allo "choc petrolifero" del 1973 per via delle tensioni geopolitiche (che non sono l'unica causa), il costo delle spedizioni marittime di merci ai massimi (Baltic Exchange Dry Index), e la domanda di beni che dovrebbe diminuire inevitabilmente.

Il rallentamento dell’economia evoca ancora una volta, per i prossimi anni, lo spettro della "stagflazione"?

Aspettiamo aggiornamenti.

Intanto ditemi qual è la vostra visione?


"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".


Ultimi commenti

è allora perché alcune aziende hanno delle trimestrali buone? un primo segnale dovrebbe arrivare anche da qui.Di certo un ribasso potrebbe essere più chè plausibile, in ogni modo bisogna far sì che il proprio portafoglio sia pronto a ciò.
giuste argomentazioni che condivido, prima che ci fossero i dati sull'inflazione e il mercato si pesavano si riprendesse. Alla fine tutto questo è un'occasione per applicare la nostra strategia e migliorare il nostro portfolio.
Sapere cosa succederà non è possibile; trovare le ragioni di un ribasso o rialzo quando si è verificato inutile; un investimento è sempre a medio lungo termine diversamente diventa una puntata alla roulette.
Ormai si e’ capito che i mercati erano in bolla quindi down, ritracciamento e poi ancora giu’
Quando le banche centrali sono così in ostaggio dei mercati non può andare bene purtroppo.
Secondo me sono i mercati ostaggi delle banche, ad ogni loro accenno si muovono verso l’alto o il basso…
Io vedo sp500 e nasdaq in ribasso nel 1 sem.2022 e aumento tutte materie prime!
Condivido, 1 trim difficile
l'inflazione continua a crescere, i rendimenti sono alle stelle e il dollaro si rafforza... male
scusami.....rendimenti alle stelle?dei bond? ma che dici quelli dovrebbero essere al 3 o 4x100 con inflazione italiana al 4.9. anzi i tassi dovrebbero sempre stare sopra inflazione
Ci pensa la Lagarde ah ah ah
La vera protagonista del 2022 sarà la volatilità
Fatico a trovare elementi per vedere una recessione all'orizzonte e pertanto un pericolo stagflazione. Definire in termini negativi una crescita globale al 4,4% è da temerari considerando soprattutto quali sono state le percentuali degli anni precedenti. Concordo invece quando l'articolo si riferisce alla bontà dell'attuazione di una strategia ed al sempre caro tema del lungo termine.
Ho letto il tuo commento che condivido in parte, se pensiamo ai prossimi interventi e situazione politiche ancora da chiarire nei prossimi anni c'è il rischio di un rallentamento.
è facile parlare di recessione oggi. Ma ieri mattina questo grande analista dove era? con i mercati che han chiuso +2%? Non valgono nulla sti articoli, solo opinioni.
 l'analisi è di ieri mattina. Ma al di la di questo la cosa che è giusto analizzare sono i dati che dicono una cosa e il mercato che ne fa un'altra in qiusto periodo. ciao
Le banche non ha ancora imparato nulla, non si toccano i tassi al rialzo nel corso di un rallentamento economico. E' qui che sorge il dilemma, come si fa con l’inflazione senza intervenire sui tassi di interesse? sicuramente con un Qe perenne e imbarazzante, l’unico modo per non pensare alla stagflazione è andare dritti sul Pil aumentando la crescita. Finisco dicendo che il problema sarà soprattutto per l'Europa.
Dopo decenni a caccia di inflazione adesso cercano di farla scendere
molto più rischiosa a questi livelli.
quando parlate di ribassi imminenti è il momento di incrementare le posizioni azionarie ahahahahhaahha
dopo i cali, per forza
io resto liquido
Sono convinto che arriveranno altri ribassi. Che vadano a picco!
La questione è ben più complessa
Se il rendimento sarà negativo una minore volatilità peserà ancor di più sui titoli
La prospettiva è quella, dipende dall'accuratezza della Fed
i prezzi più realistici sono solo l'inizio
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