Le borse USA hanno segnato modesti rialzi mentre in Asia l’azionario si è mosso senza una direzione precisa, dopo che gli ordini industriali USA superiori alle attese non hanno acceso più di tanto l’entusiasmo, perché ancora non c’è l’accordo sui nuovi stimoli fiscali negli USA. Inoltre, le voci secondo cui gli USA e la Cina riesamineranno l’accordo commerciale della fase uno fanno temere che l’intesa venga gettata alle ortiche sulla scia delle crescenti tensioni per la nuova legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong.
La forte esplosione a Beirut ha fatto salire brevemente il prezzo del WTI sopra i $42 al barile. Non si sa ancora se si sia trattato di un incidente o di un attacco, ma gli investitori hanno acquistato petrolio perché ritengono che l’esplosione possa minacciare la stabilità nella regione e pesare sull’offerta. A nostro avviso, una minaccia sul fronte dell’offerta dovrebbe avere un marginale impatto positivo sui prezzi del petrolio in un mercato inondato dall’eccesso di oro nero. L’indebolimento delle prospettive sul fronte della domanda dovrebbe dunque continuare a far scendere i mercati petroliferi nel medio termine.
Il capitale si è riversato sui titoli di Stato e sull’oro.
L’oro ha amplificato il suo rally da record, schizzando fino a $2022 all’oncia sul protrarsi delle trattative per gli stimoli fiscali negli USA, sulle crescenti minacce all’accordo commerciale fra USA e Cina e dopo l’esplosione a Beirut. Finora non abbiamo assistito a grandi prese di profitto dopo l’ultimo strappo, sarà interessante vedere come si comportano gli investitori sopra i $2000. O si formerà un solido supporto su questo livello, che offrirà una nuova base per un ulteriore progresso, con gli investitori che cercano di proteggersi dai crescenti rischi di inflazione globale sull’onda degli enormi stimoli fiscali e monetari, oppure ci sarà una brusca correzione al ribasso, se i trader speculativi ritenessero che ormai rimane poco potenziale per ulteriori rialzi. L’argento è lievitato fino a $26 all’oncia.
L’USD si è indebolito contro le altre valute principali del G10.
L’EUR/USD ha fatto un’inversione a U dopo le perdite d’inizio settimana, risalendo a 1,1820 sulla scia della nuova battuta d’arresto del dollaro. Il cable è rimbalzato a 1,31 dopo essere sceso sotto la soglia di 1,30 martedì. I rialzi di euro e sterlina nei confronti del dollaro non dovrebbero essere interpretati come un apprezzamento basato sui fondamentali; il principale catalizzatore dei recenti guadagni è la debolezza del dollaro e una correzione potrebbe scatenare forti venti contrari su entrambe le coppie.
Sul fronte dei dati, l’espansione dei servizi cinesi nel mese di luglio non è stata stupefacente quanto il progresso del manifatturiero. Il PMI di Caixin si è attestato a 54,4 punti, notevolmente sotto i 58 punti previsti dal mercato.
I dati sui PMI servizi europei, che saranno diffusi oggi, dovrebbero mostrare un notevole miglioramento dell’attività a luglio, perché l’allentamento delle misure di confinamento e le ferie estive dovrebbero aver spinto la domanda di servizi, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, che hanno registrato numerosi arrivi di turisti nonostante l’attuale pandemia. I dati dovrebbero anche confermare una solida espansione del settore dei servizi nel Regno Unito. Dati PMI solidi dovrebbero far rimanere defilati gli orsi. I future sul FTSE (+0,13%) e sul DAX (+0,21%) segnalano modesti guadagni in avvio di seduta.
Sul fronte societario, nel secondo trimestre la Disney ha registrato perdite per $4,7 miliardi dovute agli effetti devastanti della pandemia di Covid sull’attività complessiva, ma gli abbonati di Disney+ hanno toccato quota 60 milioni, l’obiettivo minimo nelle proiezioni a cinque anni, in soli 9 mesi di streaming. Il prezzo dell’azione Disney ha guadagnato fino al 5% nel trading after-hour.
Il Nasdaq continua ad avanzare in territori inesplorati sulla scia del forte interesse per i titoli tecnologici, perché l’economia ai tempi del Covid sostiene la domanda di servizi online.