Grazie all’OPEC e al Presidente Donald Trump i prezzi del petrolio hanno segnato un forte ribasso lo scorso venerdì, per poi risalire ai nuovi massimi della giornata di lunedì.
Possiamo aspettarci un’ulteriore volatilità dei mercati del Future Petrolio Greggio WTI nelle prossime settimane, in quanto saranno delineate le previsioni e le politiche dell’OPEC per il secondo semestre 2018 e Trump prenderà delle decisioni importantissime riguardanti le sanzioni sull’Iran; inoltre,continuiamo a vedere salire la produzione statunitense.
La commissione ministeriale congiunta di controllo sui tagli alla produzione OPEC / non-OPEC (JMMC) si è riunita lo scorso venerdì a Jeddah, in Arabia Saudita, per valutare il rispetto dell’accordo da parte dei partecipanti e discutere dei progressi dell’organizzazione verso il raggiungimento dei propri obiettivi. La commissione (JMMC) si è congratulata con i partecipanti per i tassi di rispetto delle quote molto elevate (149%), mentre Iraq e Kazakistan stanno producendo più di quanto stabilito dalle loro quote.
Tutto ciò non sembra interessare il mercato del petrolio, che attende dei segnali per capire se OPEC e Russia intendono continuare ad effettuare tagli nel 2019.
E invece di fare chiarezza, i ministri del petrolio di Russia e Arabia Saudita sembrano avere posizioni contrastanti riguardo il prolungamento dei tagli.
Il ministro del petrolio saudita Khalid al Falih ha lasciato intendere che l’OPEC cercherà di prolungare i tagli alla produzione dichiarando alla stampa che le scorte sono ancora più elevate rispetto a quanto non lo fossero nel 2015, quando i prezzi sono crollati. Ha dichiarato che “il calo delle scorte deve continuare”, ma ha aggiunto che “non abbiamo ancora definito con precisione l’obiettivo”.
continuare. “Il percorso non è ancora finito, c’è ancora molta strada da fare”, ha dichiarato.Il ministro del petrolio russo Alexander Novak, la seconda potenza più influente in questo accordo, ha adottato un tono diverso. Prima del vertice ha dichiarato la stampa russa che l’accordo potrebbe durare fino alla fine del 2018, ma che, se le condizioni dovessero richiederlo, il gruppo potrebbe considerare di rivedere alcune delle quote. Dopo il vertice, Novak ha dichiarato ai reporter che il gruppo potrebbe discutere la possibilità di un aumento della produzione nel secondo semestre del 2018 o nella prima parte del 2019. Di questo si discuterà durante il prossimo vertice OPEC che si terrà il 22 giugno a Vienna.
Sostanzialmente, i ministri del petrolio presenti al vertice di Jeddah hanno dato dei messaggi discordanti. Questo però non ha influenzato il mercato del petrolio, in quanto l’attenzione si è spostata su un tweet del Presidente Donald Trump. Dopo la conclusione del vertice, il Presidente ha twittato: "Sembra che ci sia di nuovo di mezzo l’OPEC. Con quantità record di petrolio ovunque, anche su navi stracariche in mare, i prezzi del greggio sono artificialmente molto alti! Non va bene e non sarà accettato!"
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Nonostante il fatto che Trump non possa fare molto per cambiare le decisioni e le azioni dell’OPEC, i mercati hanno reagito immediatamente al suo tweet. I future WTI, che hanno toccato 68,29 dollari al barile, sono crollati immediatamente a 67,50. I dati che hanno mostrato l’aumento degli impianti di estrazione attivi negli USA hanno pesato ulteriormente sui prezzi lo scorso venerdì.
Tuttavia, lunedì i mercati hanno scordato sia il tweet del Presidente che i dati sugli impianti attivi. Il greggio WTI ha cancellato le perdite di venerdì ed ha continuato a salire, toccando quota 68,98 nella notte di lunedì. Nella mattinata di martedì i future hanno superato i 69 dollari al barile, ma sono rimasti volatili.
Ora che le scorte sono molto più elevate, i mercati stanno reagendo in maniera più marcata a eventi di secondo piano, come il tweet di Trump che in genere non ha impatto diretto sul mercato del petrolio. Se le condizioni rimarranno tali, cosa abbastanza plausibile a questo punto, potremmo vedere delle reazioni ancora più importanti alle decisioni e alle dichiarazioni politiche.
Bisognerà tenere d’occhio l’andamento dei prezzi in base alle speculazioni sulle decisioni di Trump in merito alle sanzioni contro l’Iran, nonché le notizie su un eventuale summit sullo smantellamento del programma nucleare nordcoreano e infine che dichiarazioni di Novak, al-Falih ed altri partecipanti ai vertici OPEC.