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Siamo sicuri che la firma in "fase 1" tra Cina e USA farà volare i mercati? Occhio

Pubblicato 15.01.2020, 10:24
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Dopo mesi di discussioni, oggi è il gran giorno in cui verrà firmata ufficialmente la “fase uno” dell'accordo commerciale USA/Cina. Teoricamente dovrebbe tracciare una linea di separazione tra la “guerra” e la “pace” tra le prime due super potenze economiche mondiali, ma il segretario al Tesoro americano Steve Mnuchin giusto ieri ha dichiarato che le tariffe esistenti rimarranno in vigore almeno fino alla firma di una seconda fase. Non solo, la Cina stessa ha fatto sapere che non ci sarà alcuna riduzione delle tariffe in auge se non dopo le prossime elezioni USA. E' evidente che c'è ancora molto su cui entrambe le parti dovranno lavorare.

E' per questo motivo che alcuni analisti hanno il timore che i mercati abbiano sopravvalutato le notizie e che nei prossimi giorni vi sia una reazione del tipo "buy on rumors sell on facts". Ciò che è interessante notare è che mentre i mercati azionari continuano nel loro rally guidato dalla liquidità in eccesso, i rendimenti obbligazionari non hanno rispettato la correlazione. Il fatto che stia mancando la correlazione potrebbe pesare non poco sul dollaro, basti pensare che il rendimento del decennale è tornato intorno all'1,80% stamattina ovvero sui minimi degli ultimi 7 giorni. Una mattinata che ci sta mostrando una variazione, seppur leggera, del rischio che ha permesso un timido rimbalzo di Yen e Oro.

Sul fronte macro economico il PIL tedesco del 2019 ha confermato il calo allo 0,6% (dall'1,5%) ma il focus principale è rappresentato certamente dall'inflazione nel Regno Unito. L'IPC di dicembre dovrebbe vedere pochi cambiamenti: il principale è atteso a + 1,5% (+ 1,5% a novembre) il core a + 1,7% (+ 1,7% a novembre). Alle ore 11 avremo la produzione industriale dell'Eurozona che dovrebbe crescere del + 0,3% nel mese di novembre, il che porterebbe ad avere un calo anno su anno in lieve miglioramento ovvero al -1,1% (dal -2,2% di ottobre).

Attenzione, nel pomeriggio, al PPI statunitense che dovrebbe migliorare marginalmente a + 1,3% (da + 1,1% a novembre) con un PPI core che dovrebbe rimanere a + 1,3% (+ 1,3% a ottobre). Il New York Fed Empire State Manufacturing,sempre alle 14:30, dovrebbe salire leggermente a +4,1 nel mese di gennaio (da +3,5 a dicembre). Infine occhio alle scorte di petrolio che dovrebbero proporci un calo di -0,8 milioni di barili (dopo un incremento di + 1,1 milioni di barili la scorsa settimana) e al Beige Book della FED che verrà pubblicato alle ore 20 e che ci darà un'idea delle prospettive economiche per quest'anno.

Tra i membri FED parleranno Patrick Harker alle ore 17 e Robert Kaplan alle ore 18.

Ultimi commenti

Ipocrisia ...i soloni operatori cattedratici di P.zza Affari hanno deciso che dopo un po' di andamento positivi del corso azionario bisogna educare con ribasso l'indice perché devo di loro è cresciuto troppo...Peccato che a differenza degli altri mercati borsistici calato del 30)39% quello italiano sia al 50% sotto i valori di 10/15 anni fa'...Allora per equilibrare le gestioni prese di beneficio a go go ...vedi Fiat banche etc etc e con demagogia eterodiretta raccontare che la borsa è in grande salute con complicita' dei media al servizio dei poteri forti...ma tant'è che siamo alle solite della storiella italica e il resto e i tecnicismi solo fuffa !
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