Dai minimi di metà giugno lo S&P 500 ha recuperato oltre il 17%, riportando le quotazioni ai livelli di aprile scorso in poco più di due mesi. Tutto ad un tratto sembrano svanite le paure sulla imminente recessione e sulla inflazione che sembrava talmente radicata da considerarsi difficile da contenere. Diversi sono i fattori che hanno determinato l’attuale swing rialzista, ed è utile cercare di far chiarezza sulle motivazioni che hanno spinto la ripresa dei corsi azionari.
Premesso che per avere una ripresa è necessario che il prezzo consolidi sopra certi livelli per alcune settimane, quella attuale non può ancora considerarsi una inversione.
Lo S&P si trova infatti ancora sotto il 20% e sotto la media a 200 su grafico giornaliero. Questi sono due parametri che gli analisti, sulla base di studi statistici, considerano importanti punti di riferimento per ritenere attendibile una inversione. Analizziamo di seguito le numerose variabili che hanno determinato l’attuale rialzo, che, guarda caso proprio oggi (17 agosto), si è fermato al raggiungimento della media 200.
LE PAROLE DI POWELL
I mercati guardano sempre avanti e soprattutto si muovono sulle aspettative. Negli ultimi meeting della FED le parole del presidente della Banca Centrale Americana, hanno creato aspettative favorevoli al rialzo cancellando la parola recessione nei sermoni, nonostante dati effettivamente negativi del PIL: -1,6% primo quarter e -0,9% nel secondo.
Ma non solo quello che più ha influito sui mercati, sono le aspettative sulla politica monetaria. Powell, infatti ha dichiarato che da qui in avanti “SI NAVIGA A VISTA” e le future azioni sui tassi, saranno modulate sui dati dell’economia reale. Questo ha lasciato intendere una politica monetaria meno aggressiva e più flessibile, in grado di adattarsi ad eventuali segnali positivi, derivanti dall’andamento dell’inflazione. Così in caso di miglioramento delle condizioni Macro, la FED, sarebbe anche disposta a contenere i rialzi dei tassi e in caso di raggiungimento di livelli ottimali addirittura potrebbe tornare a farli scendere. Siamo molto lontani da quest’ultimo scenario, ma la possibilità che ciò si possa verificare, crea forti aspettative e soprattutto infonde ottimismo.
TRIMESTRALI SOPRA LE ATTESE
L’eccessivo pessimismo del I semestre 2022 ha guidato i ribassi dell’azionario americano. Questo contesto ha creato contemporaneamente attese eccessivamente ribassiste sugli utili delle grandi aziende, prezzando una recessione profonda ritenuta in un primo momento molto probabile. In questo modo nonostante l’inflazione straordinariamente elevata nelle ultime trimestrali, gli earnings dei colossi di Wall Street, hanno notevolmente sorpreso in senso positivo, con l’uscita dei dati.
Un esempio emblematico di questo fenomeno è AMAZON (NASDAQ:AMZN), protagonista di una eccezionale ripresa che nel solo mese di luglio ha recuperato il 27% sulla scia dell’ottimo andamento della trimestrale. In sintesi nonostante il difficile momento gli utili battono le cedole e gli operatori continuano a comprare azioni piuttosto che obbligazioni.
CROLLO DEL PETROLIO
L’oro nero ha perso oltre il 25% dai massimi di giugno. Questo ha determinato al momento la fine della crescita dell’inflazione, individuando il tanto auspicato PICCO INFLAZIONISTICO. Di questo ne abbiamo avuta evidenza con l’uscita degli ultimi dati sull’inflazione USA il 10 agosto. Da questa data infatti è partito un breve “run up” dello S&P e un momentaneo indebolimento del dollaro. Segno evidente che il dato ha impattato positivamente sulle aspettative di rialzo dei tassi, atteso sempre più contenuto nel prossimo meeting della FED. Insomma sembra che l’inflazione smetta di crescere e un rialzo dei tassi più morbido sia più concreto e attuabile. Purtroppo lo stesso discorso non vale per il gas che continua ad attestarsi sui massimi annuali.
MERCATO DEL LAVORO
L’ottimo stato di salute del mercato del lavoro, continua a sostenere la spinta rialzista, confermando fino all’uscita degli ultimi dati, un costante aumento occupazionale. E’ evidente come anche i dati dei “non farm payrolls” sostengono per il momento un mercato ancora rialzista in cui gli effetti della recessione, per ora ancora non si riflettono sull’economia reale. Recessione tecnica si, ma non ancora concreta e profonda da provocare effetti tangibili. In più il rallentamento dell’inflazione tende a favorire un’aspettativa sempre più favorevole sui tassi d’interesse. Scendono infatti le attese sui tassi d’interesse a fine anno: se prima si prezzava un tasso tra il 3,5% e 3,9% a fine 2022, attualmente il sentiment e rivolto ad un valore compreso tra il 2,25% e il 2,50%.
STAGIONALITA’ DEI MERCATI
La stagione estiva (per l’assenza di molti operatori) è tipicamente più performante e settembre in modo particolare è il mese più ribassista dell’anno. L’attuale salita con bassi volumi pertanto potrebbe essere vulnerabile a eventuali correzioni, plausibili nelle prossime settimane. Ulteriore impatto sui mercati potrebbero averne anche le elezioni midterm previste per novembre. Solitamente tale evento ha portato correzioni in settembre, e ripresa nel mese di ottobre.
ANALISI TECNICA
Nel grafico giornaliero di S&P500, che segue, sono messe in evidenza la media semplice a 100 giorni (linea blu) e a 200 (linea rossa). E’ evidente come la rottura delle medie rappresenti un punto di riferimento per avere chiarezza sul trend. Il primo segnale d’ inversione che ha portato l’indice a perdere circa il 25% dai massimi di gennaio, si ha con la rottura di entrambe le medie, con pullback sulla media 100 in doppio massimo: pattern evidenziati nel cerchio rosso. Da quel punto in poi minimi decrescenti hanno confermato il trend ribassista, nonostante una falsa rottura di entrambe le medie in area 4600 registrata il 29 marzo. Oggi puntualmente la media 200 funge da resistenza e sembra fermare gli acquisti delle ultime sedute. In questa fase una correzione contenuta e un consolidamento, potrebbero costituire la base per una futura ripartenza. Al contrario la rottura dei minimi di giugno confermerebbe la ricerca di bottom ancora più in basso e il consolidamento del bear market.
CONCLUSIONI E PROSPETTIVE
Trader o investitori che siamo, cosa dobbiamo aspettarci per il futuro e come possiamo pianificare le prossime strategie? In un precedente articolo (“The everything bubble” evitiamo la corsa all’acquisto, la parola d’ordine è pianificare) avevo descritto l’atteggiamento adeguato dell’investitore di lungo termine che acquista gradualmente sulle discese, restando comunque liquido, e mantenendo denaro pronto all’occorrenza in occasione di ulteriori affondi. Nell’ottica di un trader invece bisognerà prestare maggiore attenzione all’uscita dei dati nelle prossime settimane. Al di là di una fisiologica correzione e consolidamento per una eventuale ripartenza, ciò che farà la differenza nei prossimi mesi, saranno i dati sull’inflazione in primo piano e a seguire:
- Pil e mercato del lavoro
- Prezzi delle materie prime
- Sviluppi Geopolitici (guerra in Ucraina) e andamento della crisi Usa Cina Taiwan
- Ulteriori eventi esogeni imprevedibili (cigni neri)
In questi mesi i mercati hanno dimostrato di essere particolarmente sensibili alla politica monetaria, e, le ultime parole di Powell pronunciate nel meeting del 27 luglio, puntano i fari sui dati macro in uscita nelle prossime settimane. “L’agenda economica segnerà il passo”, questo il programma annunciato dal presidente della FED. Insomma l’unica certezza è che non abbiamo certezze: il mercato è imprevedibile e solo la statistica e le probabilità possono aiutarci. Money e risk management accompagnati da una buona strategia sono gli unici strumenti che possono salvare il nostro conto, in un contesto macroeconomico complesso ed un mercato sempre pronto a sorprenderci. Questo e altri articoli puoi trovarli nel mio blog ORSI CONTRO TORI.
DISCLAIMER: Questo articolo ha il solo ed esclusivo scopo didattico e formativo pertanto non deve essere inteso in alcun modo come consiglio operativo di investimento, né come sollecitazione di pubblico risparmio. Le attività di investimento in borsa e di trading speculativo comportano notevoli rischi economici e chiunque le svolga, lo fa sotto la propria ed esclusiva responsabilità. Chi scrive non si assume nessuna responsabilità circa eventuali danni diretti o indiretti relativamente a decisioni di speculazione o d’ investimento prese dal lettore.