Trump impone dazi del 30% su UE e Messico
- I mercati globali si sono mossi con cautela in vista del rapporto sui salari degli Stati Uniti e dei possibili colloqui commerciali tra Trump e Xi.
- I future dell’S&P 500 hanno guadagnato leggermente ma non hanno avuto slancio dopo la chiusura per lo più piatta del benchmark.
- Mantenendosi al di sopra delle medie mobili chiave, l’S&P 500 potrebbe salire se superasse la resistenza di 6.000.
- Siete alla ricerca di idee di trading per affrontare l’attuale volatilità del mercato? Iscriviti qui per sbloccare l’accesso ai titoli vincenti selezionati dall’IA di InvestingPro.
I mercati azionari globali hanno registrato un timido rialzo, con la maggior parte degli investitori che ha scelto di tenere la polvere asciutta in vista dell’importantissimo rapporto di venerdì sulle buste paga degli Stati Uniti e della potenziale chiamata tra i leader delle due maggiori economie mondiali per riprendere i negoziati commerciali.
In Europa, il DAX tedesco ha toccato un nuovo massimo storico, con tutti gli occhi puntati sulla BCE, che si prevede taglierà i tassi di interesse ancora una volta: una mossa che è stata ben annunciata e che quindi non dovrebbe scuotere il sentiment.
Nel frattempo, in Giappone, i titoli di Stato a lunga scadenza sono saliti a seguito di un’asta di titoli trentennali più forte di quanto temuto, garantendo un po’ di calma dopo la recente volatilità del mercato obbligazionario. Il calo dei rendimenti giapponesi è servito a calmare i nervi e ha dato una modesta spinta agli asset di rischio.
Negli Stati Uniti, i future dell’S&P 500 sono saliti dello 0,1%, offrendo poco seguito dopo che il benchmark aveva chiuso sostanzialmente piatto nella sessione precedente. Ma a brillare sono stati ancora una volta i metalli preziosi, con l’argento che ha superato i 35 dollari per la prima volta dal 2012.
Quando avverrà la telefonata Trump-Xi?
In un post sui social media di ieri, Trump ha definito Xi “estremamente difficile da trattare”, insistendo al contempo sul fatto che il presidente cinese gli “piace”. La classica ambiguità di Trump. Tuttavia, i mercati scommettono, o almeno sperano, che il filo diretto tra Washington e Pechino possa allentare le tensioni commerciali, anche solo temporaneamente.
Questo potrebbe offrire ai mercati un’ulteriore spinta. Ma i trader rimarranno probabilmente scettici su qualsiasi progresso duraturo della situazione commerciale. Dopo tutto, le ultime tariffe del 50% su acciaio e alluminio sono già in vigore. Non si tratta più solo di minacce, ma di politiche. Pertanto, è estremamente importante che la potenziale chiamata Trump-Xi porti a qualche movimento concreto, e in tempi brevi, affinché i mercati giustifichino l’acquisto del calo di aprile in modo aggressivo.
Gli scarsi dati USA aumentano le aspettative di taglio della Fed
Ironia della sorte, i modesti guadagni delle azioni negli ultimi giorni sono stati sostenuti in parte da dati più deboli, che hanno aumentato le probabilità di un taglio dei tassi più rapido da parte della Fed. Anche se i dati sulle offerte di lavoro JOLTS di aprile sono stati più forti del previsto, non esageriamo, perché questa settimana molti altri indicatori macro sono stati deludenti.
I dati di di lunedì sull’ISM manifatturiero sono stati seguiti da un risultato negativo del report ADP (37K contro le 114K attese), mentre l’importantissimo indice PMI dei servizi ISM è tornato in contrazione, con una lettura di 49,9 contro il dato atteso di 52, in calo rispetto al 51,6 del mese precedente. Abbiamo assistito a forti cali nell’attività commerciale (-3,7 punti) e nei nuovi ordini (-5,9 punti), anche se il sottocomponente dell’occupazione è tornato sopra la soglia di espansione a 50,7.
I dati deludenti hanno delineato un quadro tutt’altro che roseo, alimentando i timori che la guerra commerciale del Presidente Trump possa avere un impatto maggiore di quanto si pensasse. Anche se le richieste settimanali di disoccupazione di oggi attireranno l’attenzione, è il dato sull’occupazione non agricola di venerdì che dovrebbe essere il vero ago della bilancia.
Le previsioni di consenso indicano un rallentamento nella creazione di posti di lavoro, con 127.000 nuovi posti di lavoro rispetto ai 177.000 dell’ultima volta, mentre il tasso di disoccupazione è visto fermo al 4,2%.
Francamente, ci vorrebbe un’importante sorpresa al ribasso per scuotere i mercati dal loro attuale torpore e per provocare un significativo aumento della volatilità. Gli investitori potrebbero anche procedere con una certa cautela fino a quando non si concretizzerà la chiamata Trump-Xi. Dopodiché, le azioni potrebbero subire nuove pressioni, soprattutto se la telefonata non si concretizzerà, se i NFP di venerdì deluderanno o se i mercati obbligazionari riprenderanno a scendere.
I rischi per i mercati sono tanti, ma vediamo se Trump riuscirà a rendere felici gli investitori.
Analisi tecnica e idee di trading
Da un punto di vista tecnico, il grafico del future sullo S&P 500 è ancora rialzista, ma manca di slancio. Se si verificasse una rottura convincente al di sopra della resistenza chiave a 6.000, si potrebbe aprire la strada a una corsa verso i massimi storici di febbraio, a 6157. Altrimenti, se la resistenza a 6.000 tiene, dovremo ancora assistere a un’inversione ribassista completa e alla rottura di alcuni livelli di supporto prima di passare al ribasso.
Gli orsi hanno quindi molto lavoro da fare, soprattutto perché l’indice si mantiene ormai da tempo al di sopra delle medie mobili a 21 e 200 giorni, il che suggerisce che il controllo degli orsi è quasi del tutto svanito. In ogni caso, i livelli di supporto a breve termine da tenere d’occhio sono 5900, 5872 e 5837.
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