L'evento di fine estate che stavamo aspettando un pò tutti, il simposio di Jackson Hole, non ci ha detto nulla di nuovo riguardo al Tapering.
A detta di molti, Powell si è mostrato cauto sulla riduzione degli stimoli e al ridimensionamento dei 120 miliardi di dollari mensili di acquisti di titoli di Stato e titoli ipotecari; dando priorità alla diffusione e al mantenimeno dei prezzi al consumo (aumentati moderatamente a luglio), al mercato del lavoro che ad Agosto è crsciuto meno delle aspettative stimate dal Dow Jones, alle richieste di sussidi di disoccupazione settimanali che hanno superato le previsioni; spostando così l'attenzione sul "Non Farm Payrolls" un valido indicatore che mostrerà i "reali progressi" per le prossime decisioni della Fed.
L'inesorabile temporeggiare e quindi l'incertezza dei tempi di attuazione hanno fatto sì che la politica "lower for longer" della Fed continui ad alimentare l'azionario (guidato dal settore tecnologico, nello specifico dai titoli FAANG e seguiti da quelli dei materiali, dell'energia, finanziari e industriali) e di conseguenza il trend rialzista. L’S&P 500 ha raddoppiato il suo valore dopo aver toccato, nel mese di Marzo 2020, i 2.238 dollari in pieno "panico" Covid impiegandoci 483 giorni circa (354 sedute) e chiudendo per oltre 500 giorni al di sopra della "Media Mobile" 200. Tutto questo è sbalorditivo, pensateci. I mercati rialzisti mediamente impiegano più di 1.000 giorni per raggiungere queste percentuali (100%) infatti dopo la crisi del 2009 il benchmark ha raddoppiato il suo valore solo ad Aprile 2011.
Ovviamente questo "rally" è stato supportato dallo stimolo monetario e da un grande ritorno degli utili da parte delle aziende che hanno registrato una crescita
del 90% su base annua per il secondo trimestre, grazie all'eccessiva liquidità che ha accentuato i loro investimenti per la crescita.
Molti sono alla ricerca di una "correzione" a Settembre in combinazione con l'incontro della Fed e la continua "preoccupazione" (al momento impercettibile) per la variante Delta.
Sebbene il mercato si sia preso gioco di quasi tutte le analisi "ribassiste" che abbiamo letto in questo periodo dobbiamo ricordare che lo scorso anno, il rally senza sosta iniziato a Marzo, un pò per la sua "nomea" nel mese di Settembre c'è stato un ritracciamento del 10% per poi recuperare in parte alla fine (5%).
E ciò che realmente destabilizza è che il mercato non ha avuto un calo abbastanza significativo (fisiologico) in questi mesi (del 5% - 8%).
I future, nelle scorse giornate, hanno aperto in positivo nonostante i dati macro deboli tra cui la fiducia dei consumatori e l'aumento del prezzo delle case. Quindi, è lecito pensare che il rialzo attuale sia quasi arrivato al "picco" ed è giusto spostarci sui titoli "Moat" (che generano rendimenti superiori rispetto al mercato) e "Value" (società che hanno valutazioni relativamente basse rispetto al loro potenziale di crescita) ?
Se analizziamo il VIX si trova nel 15% più alto degli ultimi mesi e dal 2020 ha riportato una media del suo valore al di sopra dei 22.
Prima di qualsiasi "picco" possiamo notare che si forma un wedge che parte dal valore 15 - 16 per poi aumentare nel tempo, perciò dalla "lettura" attuale del grafico
potremmo aspettarci (in questo periodo) un altro picco e la formazione di un successivo cuneo (e di conseguenza un calo dei mercati azionari). A tal proposito, ci possiamo avvalere anche dei dati relativi alle stocks option che mostrano una domanda eccessiva di contratti "put" protettivi rispetto a quelli rialzisti e quindi un
elevato "skew" (quanto più è alto il valore tanto più sono volatili le Put "out of the money", opzioni utilizzate per coprire posizioni rialziste sull’S&P500). E non
solo, le negoziazioni degli investitori retail che hanno caratterizzato quest'anno hanno registrato il valore più basso da aprile 2020 (il 18% dei volumi totali) e i
Treasury sono aumentati (3,80% ad agosto) da quando il rendimento a 10 anni ha raggiunto il suo picco più alto con un +1,75% a fine Marzo.
Tornando all'S&P 500, ha chiuso Agosto con l'ennesimo record, registrando un +22% da inizio Gennaio. Solo il 1964 e il 1995 hanno visto più di 50 nuovi massimi (54 quest'anno). Possiamo quindi affermare che la sua corsa è finita?
Nell'analisi del 13 giugno in cui parlavo anche dell'S&P 500 mostravo come il trend rialzista sarebbe continuato con un "possibile" nuovo massimo in area 4327 - 4369 dollari, successivamente non solo l'analisi è stata confermata ma facevo notare che dal report settimanale Commitments of Traders (COT) della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) che fornisce un'analisi dettagliata del sentimento dei mercati (mostra le posizioni tenute dai traders la settimana precedente) mostrava che il sentimento era ancora "short" e nonostante il numero di azioni vendute allo scoperto fosse diminuito rispetto al livello massimo di inizio anno potevamo aspettarci anche un possibile ritracciamento. Infatti dopo il nuovo record, l'indice ha avuto un ritracciamento del 2,80% circa poggiando sui massimi di Maggio e infine ripartire al rialzo (come ben sappiamo). Analizzando il grafico attuale, si è formato un wedge che proietta il prezzo in area 4545 - 4577 dollari mentre un falso breakout porterebbe al ribasso il prezzo fino al primo supporto a quota 4480 dollari e al secondo a 4426 dollari.
Il Commitment of Traders Report (COT - CFTC), come già spiegato pocansi, ci aiuta a vedere come sono posizionati i trader nel mercato dei futures, se sono ancora netti long e, in tal caso, quanto è grande quella posizione cumulativa. Nel grafico seguente si nota che il sentimento rimane "long" ma c'è una netta differenza
rispetto al mese di Giugno in cui le posizioni long erano molto più numerose.
In definitiva, ora che i guadagni del secondo trimestre sono alle spalle, i prossimi rapporti economici assumeranno maggiore importanza. Martedì le vendite di nuove
case sono aumentate dopo essere diminuite per alcuni mesi e questa tendenza dovrebbe continuare fino alla fine dell'anno mentre il PIL per il trimestre non ci
ha sorpreso, 6,6% rispetto ai 6,7% previsti. Questi potrebbero essere ulteriori fattori che potrebbero dare benzina al mercato. Infatti gli indicatori legati alle "opzioni" (Put-Call ratio e Skew) segnalano certamente i timori di possibili improvvise correzioni dell’azionario americano ma per il momento non alleggeriscono i loro "portafogli azionari", prevengono il rischio acquistando Put.
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