S&P a +20% per tre anni consecutivi?

Pubblicato 14.02.2025, 08:22
Se analizziamo la lunga storia dell'S&P 500, vediamo che solo alla fine degli anni '90 l'indice è riuscito a produrre tre anni consecutivi di rendimenti totali superiori al 20%.
 
Ci riuscirà anche questa volta?
 
Tre anni consecutivi di crescita oltre il 20% l’anno non capitano spesso nel mercato. Questo non significa tuttavia che gli investitori non debbano aspettarsi che quest'anno sia un anno positivo per i portafogli correttamente posizionati.


Lettura finale del PIL QoQ del 4Q24 dell’Europa che dovrebbe confermare la frenata allo zero percento (dal +0.4% del 3Q24) e la stabilità del +0.9% tendenziale annuo. Non è chiaramente una buona notizia per l’Europa, che dovrà necessariamente fare i conti con i dazi dele nuova amministrazione americana. Dazi che secondo diversi analisti potrebbero portare ad una riduzione della crescita economica già a partire dal 2025 compresa tra 0.3 e 0.5 punti percentuali.
 
Attesa una flessione delle vendite al dettaglio USA MoM di gennaio (stima zero contro +0.4% di dicembre), così come è attesa una flessione della produzione industriale MoM di gennaio (stima + 0.3% contro +0.9% di dicembre). Attese che indicano quindi una frenata dell’economia statunitense, crediamo parzialmente cercata anche dalla Fed, che dovrebbe smorzare la ripresa della crescita dei prezzi nei prossimi mesi. Ovviamente monitoriamo sempre da vicino gli effetti dei dazi in arrivo.
 
Nessuna sorpresa rispetto alle attese per l’inflazione della Germania YoY di gennaio, pari al +2.3%, che risulta in frenata rispetto al +2.6% di dicembre. Il punto è capire se la disinflazione è dovuta alla flessione del PIL degli ultimi cinque trimestri. In questo caso la ripresa economia potrebbe comportare una ripresa inflazionistica che, probabilmente, metterebbe in difficoltà il trend di riduzione dei tassi che gli investitori si aspettano dalla BCE.
 
Calano a 213k le richieste settimanali USA alla disoccupazione, sia rispetto alle attese (217k) sia rispetto a quelle della scorsa settimana (220k). In crescita maggiore delle attese anche i prezzi alla produzione YoY di gennaio (+3.5% contro +3.2% di dicembre). Alla luce della recente crescita dell’inflazione, questo significa che una buona parte dell’incremento de prezzi alla produzione è stato scaricato sui prezzi di vendita. Da monitorare fino a quando i consumatori saranno disposti a sostenere i consumi a prezzi crescenti.
 
È continuato anche in dicembre il calo della produzione industriale dell’Europa, facendo segnare a livello mensile -1.1% (-0.6% atteso e +0.4% di novembre), che porta il tendenziale annuo al -2% (-3.1% atteso e -1.8% di novembre).
 
Se analizziamo la lunga storia dell'S&P 500, vediamo che solo alla fine degli anni '90 l'indice è riuscito a produrre tre anni consecutivi di rendimenti totali superiori al 20%. La domanda che si fanno gli investitori è se anche questa volta ci riuscirà. Il rendimento totale ci facciamo riferimento include la performance dell'indice più i dividendi pagati. Ciò arriverebbe subito dopo due anni consecutivi di rendimenti totali del 20% o più nel 2023 e nel 2024.
 
Secondo i dati di Standard & Poor's, Bloomberg e Sherwood News, dal 1957, anno in cui l'SPX è stato introdotto per la prima volta, solo alla fine degli anni '90 (1995-1999) l'indice è stato in grado di produrre tre anni consecutivi (o più) di rendimenti totali superiori al 20%. Da notare che Standard & Poor's ha eseguito un back-test e ricreato l'SPX fino al 3 gennaio 1928, prima della data di lancio ufficiale dell'SPX. Anche includendo quella cronologia ricreata, solo alla fine degli anni '90 sono stati prodotti tre anni consecutivi di rendimenti totali superiori al 20%.
 
Sia che si tratti del mercato azionario (o del football professionistico), essere un grande vincitore per tre anni di fila è un'impresa ardua, come hanno scoperto i Kansas City Chiefs quando hanno perso contro i Philadelphia Eagles nel Super Bowl LIX. Ma tornando alla domanda iniziale, è possibile aspettarsi un altro anno consecutivo con il rendimento totale dell’S&P 500 sopra il 20% anche nel 2025? Secondo diversi analisti, sembrerebbe di no. L’obiettivo medio di S&P per fine 2025 è di 6.600, che rappresenta comunque un rispettabile +12% rispetto alla chiusura del 31 dicembre scorso. Anche aggiungendo un po' di dividendi non si arriva comunque al 20%.
 
Quindi non siate delusi, ma ottimisti. Sebbene vi siano una serie di incertezze che potenzialmente avranno un impatto sul mercato (tariffe, un potenziale rimbalzo dell'inflazione e/o un'impennata dei rendimenti obbligazionari, ecc.), prevediamo una buona crescita economica quest'anno (intorno al 2.5%) con i consumatori che continuano a spendere mentre il tasso medio di disoccupazione rimane al di sotto della media storica a lungo termine (la stima fine anno è del 4.8% contro una media del 5.7% risalente al 1948). Di conseguenza, ci aspettiamo che l'SPX pubblichi un record di 275 dollari di utili per azione quest'anno.
 
Come argomentavamo nei giorni scorsi, il nostro focus di settore cerca di incorporare una combinazione di crescita ed esposizione al valore. Continuiamo ad evitare per il momento i settori difensivi e stiamo cercando di essere più assertivi aumentando le esposizioni ai settori ciclici (più sensibili all'economia) quando e se si presentano delle opportunità.
 
La nostra previsione di una certa pressione al rialzo sull'inflazione dovuta all'implementazione delle tariffe e di una crescita leggermente migliore qui e all'estero nella seconda metà dell'anno suggerisce che l'opportunità di bloccare opportunisticamente rendimenti interessanti a lungo termine dovrebbe continuare. Il rendimento del Tesoro a 10 anni attualmente si attesta nella fascia inferiore del nostro intervallo obiettivo di fine anno del 4,5% - 5%. Tre anni consecutivi di eccellenza non capitano spesso nello sport o nel mercato. Ma questo non significa che gli investitori non debbano aspettarsi che quest'anno sia un anno positivo per i portafogli correttamente posizionati.
 
 
 

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