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Spread, occasione o tentazione? Il Certificate che rende fino al 26,2% in sei mesi

Pubblicato 11.10.2018, 09:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Maxicedola di Exane Isin FREXA0013039 [FREXA0013039.TX] rende fino al 26,2% in meno di sei mesi in caso di rimbalzo del comparto bancario: 10,8% di maxi cedola a dicembre + 1,7% di cedole mensili a cui si aggiunge un altro 13,7% di plusvalenza del prodotto perché oggi si compra sotto la pari. Leggi i rischi e benefici….

Spread, occasione o tentazione? Non tutte le banche sono uguali. Il crollo generalizzato del comparto porta alla luce interessanti occasioni soprattutto grazie alla protezione offerta dai certificate. Il Maxicedola di Exane Isin FREXA0013039 [FREXA0013039.TX] rende fino al 26,2% in meno di sei mesi in caso di rimbalzo del comparto bancario: 10,8% di maxi cedola a dicembre +1,7% di cedole mensili a cui si aggiunge un altro 13,7% di plusvalenza del prodotto perché oggi si compra sotto la pari.

La prima maxicedola è legata all’andamento dell’Eurostoxx 50 che verrà distribuita se l’indice delle principali 50 aziende europee non avrà perso un altro 18% da qui al 5 dicembre.

Da gennaio si passa a cedole mensili dello 0,56% se Unicredit (MI:CRDI) Intesa e Mediobanca (MI:MDBI) non si troveranno alla data di valutazione sotto la barriera pari al 65% del valore nominale.

Da notare che dal 24 settembre, giorno di riferimento per fissare i livelli iniziali dei tre sottostanti, l’Eurostoxx50 perde il 2,6%, il FtseMib perde il 7% e le banche italiane perdono il 13%.

La maxicedola appare al riparo della tempesta, mentre per gli altri sottostanti c’è tempo per recuperare. Se a marzo le tre banche si riporteranno al valore d due settimane fa, il certificate verrà ritirato in anticipo a 1.000 euro. Oggi vale 865 euro.

Il no preliminare della Commissione europea alla nota di aggiornamento del documento di economia finanza 2018 sta mettendo sotto pressione Piazza Affari ed il BTP. L’indice Ftse Mib ha bucato la soglia psicologica dei 20.000 punti, si trova ora sui minimi dell’ultimo anno e mezzo.

Il decennale italiano si indebolisce a 3,57% di rendimento, da 3,40% della chiusura. Per effetto del concomitante apprezzamento del Bund tedesco, lo spread oltrepassa un’altra soglia psicologica, quella dei 300 punti base.

I problemi dell’Italia sono sintetizzati anche nell’allargamento del differenziale Italia Spagna, a 200 punti base, livello mai visto nella storia.

Quando lo spread va su, le banche vanno giù. Anche oggi è così. Ubi Banca (MI:UBI) [UBI.MI], Intesa Sanpaolo (MI:ISP) [ISP.MI] , Unicredit [CRDI.MI] , Banco BPM (MI:PMII) [BAMI.MI] e Banca Monte Paschi [BMPS.MI], perdono tra il cinque ed il sei per cento.

Gli istituti di credito italiani sono grandi possessori di obbligazioni governative italiane, per cui, aldilà delle considerazioni sui loro fondamentali, se queste perdono valore, si indeboliscono i bilanci.

L’impatto più rilevante, tra le grandi banche, si ha su Ubi Banca, 100 punti base in più di spread rispetto alla media del secondo trimestre, valgono circa 50 punti base in meno di Common Equity Tier 1: da 11,4% di fine giugno si scende a 10,9%. I governativi italiani rappresentano il 7,8% del totale attivi delle banca, l’1,3% del tangible equity (patrimonio depurato da avviamenti) e 2,85 volte la capitalizzazione ai prezzi di oggi.

Molto penalizzata anche Banco Bpm SpA (MI:BAMI), che parte da un portafoglio titoli governativi pari a 6,7 volte la capitalizzazione e due volte il tangible equity. Cento punti base in più di incremento dello spread riducono il Common Equity Tier 1 a 11% da 11,4% di giugno.

Unicredit ed Intesa Sanpaolo, le due più grandi, in questa ipotesi, vedrebbero scendere il loro CET1 di 30 punti base, a 12,25% per la prima, a 13,3% la seconda.

Il gap tra il tangible equity delle principali banche italiane e lo spread è tornato all’incirca sui livelli visti nella seconda parte del 2015, mentre siamo parecchio lontani dalle allarmanti distanze raggiunte nel momento più nero della crisi del debito, a cavallo tra 2011 e 2012.

Oggi le banche sono più solide, infatti partono da un cuscinetto di circa 200 punti base di CT1 sopra il requisito minimo imposto dalla vigilanza (SREP): complessivamente il sistema è in grado di reggere allo shock in corso, può tenere anche in caso di peggioramento.

Con lo spread a 400 punti base, Ubi Banca, Bper Banca (MI:EMII) e Banco BPM si ritroverebbero in area di allerta, ma non di pericolo immediato, con CET1 tra quota 10,5% e 11%. Creval (MI:PCVI), pur avendo 3,7 volte il patrimonio tangibile in governativi, l’esposizione più alta tra le quotate a Piazza Affari, scenderebbe ad un livello compreso tra 11,5% e 12% grazie alla recente validazione delle procedure interne.

Come spesso capita il mercato reagisce ai forti scossoni sullo spread in maniera generalizzato penalizzando tutti i titoli del comparto bancario.

Ma le differenze tra i singoli titoli, come abbiamo visto sono davvero forti.

Il certificate emesso da Exane permette di puntare su alcune delle banche più solide del nostro listino: Mediobanca (MI:MDBI) , Intesa Sanpaolo SpA (MI:ISP) e UniCredit SpA (MI:CRDI).
Guardiamo passo passo rischi e benefici del prodotto.

Il certificate vale 860 euro e stacca una maxicedola di 95 euro (10,8%) se da qui a meno di due mesi, ovvero il prossimo 5 dicembre l’Eurostoxx 50 è maggiore o uguale a 2.728,04 punti (ovvero se non avrà perso il 18% dai valori di oggi, (80% del suo livello iniziale di 3.410,05 punti).

Da gennaio in poi il sottostante cambia. Si passa a tre big bank di Piazza Affari: Unicredit, Intesa e Mediobanca.

Se alle date di valutazione mensile le tre banche si trovano sopra la barriera (35% inferiore al valore nominale e circa il 22% per Intesa dai valori di oggi, 25% per Unicredit, 26% per Mediobanca) il certificate stacca una cedola di 5 euro (0,57% di rendimento). Tre cedole per tre mesi (in caso di ritiro a marzo) sono pari a un rendimento dell’1,7%.

Per Intesa il valore iniziale è 2,397 euro, barriera 1,558 euro, Unicredit, valore iniziale 13,962 euro, barriera 9,075 euro. Mediobanca, valore iniziale 9,106 euro, barriera 5,918 euro.

Da marzo si attiva la clausola del ritiro anticipato, ovvero nel caso in cui le tre banche italiane dovessero riportarsi sopra il valore iniziale, stiamo parlando delle quotazione di lunedì 25 settembre, allora il certificate oltre a distribuire tutte le cedole mensili eventualmente non distribuite verrà ritirato a 1000 euro con un ulteriore guadagno del 13,7% per chi lo acquista oggi.

Abbiamo così ricostruito lo scenario migliore. Per capire tutti i rischi addentriamoci nel funzionamento del prodotto e vediamo cosa succede in tutti gli altri scenari.

Cedola condizionata mensile
Ogni mese (dal 4° al 36°) se non si è verificato il rimborso anticipato del prodotto, se Intesa Sanpaolo, UniCredit e Mediobanca si trovano alla data di osservazione ad un prezzo maggiore o uguale al 65% del livello iniziale, l’investitore riceverà una cedola condizionata pari a 5 euro per ogni Certificato (0,5% x 1000 euro).
In caso contrario, non sarà pagata nessuna cedola su tale periodo.

Effetto Memoria

Se ad una data di osservazione mensile si verifica la condizione per ricevere la cedola condizionata, l’investitore, oltre alla cedola condizionata del mese in questione, riceverà tutte le cedole condizionate precedenti non distribuite.

Rimborso anticipato mensile condizionato
Ogni mese (dal 6° al 35°), se ognuna delle tre azioni è maggiore o uguale al 100% del livello di iniziale, si attiva il meccanismo di rimborso anticipato. Il prodotto è rimborsato e l’investitore riceve 1000 euro per ogni certificato. Qualora si verifichi il rimborso anticipato del prodotto, non sarà pagata nessuna cedola dopo la data di rimborso anticipato. Se la condizione per il rimborso anticipato non è soddisfatta, il prodotto continua.

Rimborso a scadenza

A scadenza, se il prodotto non è stato oggetto di rimborso anticipato, l’investitore riceverà: 1000 euro per ogni certificato, se ognuna delle tre azioni sottostanti è maggiore o uguale al 65% del livello iniziale.
In caso contrario, il capitale è a rischio e il rimborso finale sarà inferiore a 1000 euro.
L’investitore riceverà il valore finale dell’azione sottostante che ha registrato la performance peggiore, in percentuale rispetto al suo livello iniziale moltiplicato per 1.000.
In questo scenario il certificate replica perfettamente la performance del peggiore dei tre sottostanti, questo implica che si potrebbe arrivare alla perdita della totalità del capitale investito.
Esiste inoltre il rischio emittente

Sottostanti.

Intesa Sanpaolo: Il consensus Bloomberg è ottimista sul titolo con 15 buy 14 hold e nessun analista che consiglia di vendere. Il prezzo obiettivo medio è di 2,9 euro, sopra il prezzo iniziale.
Unicredit: Tra 30 analisti censiti da Bloomberg prevale l’ottimismo, 24 consigliano di acquistare il titolo e 6 di tenerlo in portafoglio , nessuno consiglia di venderlo. Il prezzo obiettivo medio è di 18,3 euro sopra il livello iniziale
Anche su Mediobanca il consensus Bloomberg vede rosa: 11 buy, 3 hold e nessuno che consiglia di vendere il titolo. Il prezzo obiettivo medio è di 10,29 euro, sopra al livello iniziale .

Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo.
Il prospetto e le informazioni chiave (KID) relative al certificate sono reperibili sul sito dell’emittente.
La presente comunicazione non integra in alcun modo consulenza – nemmeno generica – o ricerca in materia di investimenti, non è stata preparata conformemente ai requisiti giuridici volti a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è soggetta ad alcun divieto che proibisca le negoziazioni prima della diffusione della ricerca in materia di investimenti.

www.websim.it

Ultimi commenti

Non ho ipotizzato di non incassare  la maxicedola perchè sinceramente mi sembra un caso limite. L'eurostoxx 50 ****il 20% in due mesi solo con il caso lehman brothers (certo mai dire mai). . Anche lo scenario di non vedersi attribuire mai le cedole mensili  è abbastanza estremo, anche perchè con l'effetto memoria vengono incassate le cedole eventualmente non distribuite in precedenza.. . Lo scenario peggiore però è questo: zero maxicedola, zero, cedole mensili e azzeramento del valore di uno dei sottostanti= perderei l'intero investimento. Oppure fallimento dell'emittente. . Penso che se dovesse succedere avremmo problemi ben maggiori che non la perdita legata al certificate
Buongiorno, scusi se non sono stato chiaro. Cerco di spiegarle in modo semplice lo scenario negativo, che non sposiamo. Se alla scadenza, uno o più dei tre sottostanti dovesse trovarsi sotto alla barriera il rimborso sarà pari a 1000 euro per il valore del sottostante peggiore rispetto al valore iniziale. Ovvero se ad esempio Unicredit dovesse aver perso il 40% del suo valore alla scadenza (e il certificate non è mai stato ritirato in anticipo), il certificate verrebbe ritirato a 600 euro, 1000 meno la perdita del 40% del sottostante con performance peggiore.. .  Il conto finale dell'investitore sarebbe, investendo oggi 870 eu per un certificato  (probabilmente incassata la cedola di 95 euro legata all'eurostoxx50) ce il ritiro del certificate ipotizzato a 600 euro:. .  870-600+95+eventuali cedole distribuite. Avrebbe perso 105 euro (ipotizzando di non incassare cedole mensili ovvero il 12%) del suo investimento. Continua...
ciao scusa la domanda lo hai spiegato nella versione positiva.potrei sapere la versione negativa del certificate?grazie
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