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Un saluto a tutti e ben tornati in questa rubrica dedicata alle mie analisi dei titoli azionari. Oggi parleremo di un titolo di cui un mese fa avevo già brevemente discusso, ma alla luce delle vostre richieste ne ripropongo un’analisi aggiornata. Il titolo sotto la lente è la casa automobilistica Stellantis. Prima di entrare nel vivo dell’analisi come al solito vi ricordo che qualora aveste delle domande o semplicemente un’opinione da esprimere potete usare la sezione sottostante dei commenti, in cui possiamo interagire più attivamente. Potete anche sfruttare quello spazio per richiedere un’analisi su un titolo di vostro interesse qualora vi apprezziate il mio approccio all’analisi dei titoli (per non perdervi le mie analisi cliccando il pulsante “segui” riceverete una notifica nel momento di pubblicazione di un mio nuovo articolo).
Come di consueto andiamo a proporre prima una breve panoramica del titolo, per poi passare ai grafici e ad altri dati interessanti per un’eventuale operatività.
Stellantis, o più correttamente Stellantis N.V. è una holding multinazionale olandese produttrice di autoveicoli. Infatti, nasce dalla fusione tra il gruppo Fiat Chrysler Automobiles (BIT:STLAM) e PSA, arrivando così a controllare ben quattordici marchi automobilistici. La formalizzazione della fusione avviene nel 2021, il 16 gennaio, con la nascita del gruppo Stellantis e successiva quotazione sui vari mercati telematici (Milano, Parigi e NYSE). Tra i principali azionisti del gruppo troviamo in cima alla lista Exor (BIT:EXOR) N.V. (holding finanziaria con sede in Olanda controllata dalla famiglia Agnelli), seguita dalla famiglia Peugeot, con al terzo posto lo Stato francese (ebbene sì, la Francia è il terzo maggiore azionista del gruppo Stellantis, con un 6,2% delle quote). Venendo ai mercati finanziari, se apriamo un grafico della compagnia automobilistica osserviamo un ampio movimento rialzista che si è arrestato nel corso delle turbolenze avvenute sui mercati a marzo, seguito dal lauto stacco delle cedole che ha spinto nuovamente i prezzi sotto la soglia orizzontale dei 15 euro per azione. Quello che va tenuto a mente però è che la discesa dovuta allo stacco dei dividendi non ha niente di negativo, è un calo fisiologico dovuto alla distribuzione di parte degli utili agli azionisti, utili che di fatto non essendo più nei conti del gruppo generano questo calo sui mercati. Quindi cosa si può dire più precisamente? Ebbene con il supporto di un grafico su base settimanale appare chiaro quanto appena detto: lo stacco dei dividendi ha aiutato i prezzi a correggere, tuttavia il trend rimane saldamente rialzista come dimostra anche la trend line che parte dai minimi del 2020.
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