Come abbiamo detto nell’articolo di ieri, oltre al disastro umanitario provocato dall’uragano Harvey, le alluvioni da record e le loro conseguenze pesano sul settore energetico statunitense e globale. Al momento, le conseguenze negative stanno peggiorando:
L’uragano Harvey continua a buttare acqua sulla Costa del Golfo degli Stati Uniti. Le zone in Texas dove si trovano le principali infrastrutture di produzione e trasporto, come Houston, Corpus Christi e Port Arthur, hanno subito i danni maggiori. L’impatto della tempesta inizia a farsi sentire sul mercato energetico globale.
Benzina e prodotti raffinati
Al 29 agosto, 17 su 26 raffinerie nella Costa del Golfo sono chiuse, comprese le due principali degli Stati Uniti. In totale, sono stati colpiti più di 3,8 milioni di barili al giorno di greggio raffinato. Alcune raffinerie, come la ExxonMobil (NYSE:XOM) e la Aramco che insieme producono 1,2 milioni di barili al giorno, sono completamente allagate e non hanno ancora in programma di riaprire. Altre, come la struttura di Marathon (NYSE:MPC) a Texas City, potrebbero ridurre l’attività per via della scarsità di greggio. Intanto, alcune raffinerie stanno riprendendo a lavorare, come la raffineria di Marathon a Galveston Bay (450.000 barili al giorno).
Giungono voci di un aumento dei costi della benzina negli Stati Uniti. In Ohio, il prezzo sta già salendo tra 15 e 25 centesimi al gallone. Nella zona del Golfo del Messico i prezzi dovrebbero aumentare di 20-35 centesimi al gallone. Il prezzo in Virginiaprobabilmente salirà di 25 centesimi al gallone.
La crisi della raffinazione negli Stati Uniti sta travolgendo anche il mercato europeo, con i prezzi di propano e nafta già in salita.
Una quantità significativa di cisterne che trasportano benzina ed altri carburanti si stanno dirigendo dall’Europa negli Stati Uniti. Queste cisterne avranno la possibilità di attraccare nei porti dell’Atlantico se quelli della Costa del Golfo non saranno ancora aperti al loro arrivo. Anche il carburante per gli aerei viene inviato dall’Asia alla Costa Occidentale per sopperire alla prevista carenza di carburante.
Esportazioni
I danni delle alluvioni e dell’uragano stanno pesando sul commercio globale di greggio. Intanto, le raffinerie in Messico e Sud America che dipendono dalle scorte di greggio statunitensi stanno cercando altrove la materia prima. Le cisterne di greggio generalmente inviate a Houston vengono invece dirottate in America Latina.
I porti di Houston, Corpus Christi e Galveston sono ancora chiusi. Il canale di Houston dovrà probabilmente essere ripulito quando le acque dell’alluvione si ritireranno, prima di poter essere nuovamente operativo.
Oleodotti
Parti del Colonial Pipeline, che rifornisce la maggior parte degli Stati Uniti sudorientali di benzina e carburante per gli aerei, sono state chiuse per i danni causati dall’uragano. La parte che trasporta benzina in Tennessee non è operativa per via della mancanza di carburante. Chiuso anche un altro oleodotto importante, l’Explorer Pipeline, che trasporta prodotti petroliferi da Houston a Chicago.
Altri operatori stanno chiudendo gli oleodotti per via della carenza di prodotti da quando le raffinerie hanno bloccato le attività. Il ramo dell’Explorer Pipeline che va dall’Oklahoma a Chicago è stato chiuso ieri pomeriggio per via di carenza di materia prima.
L’impatto a lungo termine del maltempo sulla situazione della benzina e del carburante per aerei negli Stati Uniti sta peggiorando mentre la tempesta continua a far allagare le principali aree di produzione di energetici. Il prezzo del greggio probabilmente continuerà a scendere mentre la produzione continua senza sosta. (Molti produttori di greggio, in particolare quelli di petrolio da scisto, si sentono costretti a continuare la produzione nonostante le perdite significative per tranquillizzare investitori e creditori).
Questo greggio probabilmente verrà depositato nei magazzini, aggiungendosi ai già alti livelli di scorte in eccesso esistenti prima dell’uragano. Il prezzo della benzina, d’altra parte, continuerà a schizzare con più del 30% della capacità di raffinazione USA inattiva almeno per un po’. L’aumento del prezzo della benzina insieme al calo di quello del greggio potrebbe avere anche effetti macro-economici negativi con conseguenze su varie imprese e titoli azionari se non verrà presto alleviato.
Produttori globali
L’uragano Harvey e le conseguenze sul mercato degli energetici influiscono anche sui piani dei produttori globali. Si ritiene che il prezzo del greggio dovrebbe attestarsi tra i 45 e i 50 dollari per il momento. Se dovesse scendere ancora, l’OPEC potrebbe dover cambiare i propri piani. Nessuno comprende la situazione energetica negli Stati Uniti al momento meglio della saudita Aramco, che possiede la raffineria Motiva e molte stazioni di servizio (a marchio Shell, negli Stati Uniti meridionali). L’OPEC, la Russia e gli altri paesi stanno certamente tenendo d’occhio la situazione per capire come potrebbe pesare sui loro piani e sul tetto sulla produzione.