Nei giorni scorsi si è resa nota la manifestazione d'interesse "amichevole" (con due diligence confirmatoria di un mese) al fine di ottenere l'ok da parte del Governo e degli altri azionisti, uno su tutti Vivendi (PA:) (azionista di maggioranza). L'Opa potrebbe arrivare a livelli molto elevati? Il fondo garantirebbe gli investimenti necessari, percorrendo una strategia che punterebbe alla rete unica.
Ma andiamo per gradi.
Il titolo viene da 6 anni di progressione ribassista e i ricavi attestati sono in lieve aumento (3,84 miliardi secondo investing) del 4% rispetto al secondo trimestre mentre gli utili sono in calo rispetto al 2020, 287 milioni rispetto ai 500 milioni nel 2020 dello stesso periodo (la concorrenza in Italia con Illiad sia su mobile che su banda larga rimane intensa).
Da inizio anno Telecom Italia (MI:) ha avuto un rialzo del 15% circa fino a Giugno, per poi perdere circa il 30% del suo valore ed ha sottoperformato rispetto allo "Stoxx Europe 600 Telecommunications" in un anno (+10%). I ricavi dei 9 mesi trascorsi hanno evidenziato un ribasso dell'2,2% sui ricavi pari a 11,4 miliardi di euro mentre nel trimestre c'è stata una flessione del 2,1% rispetto ai 3,92 miliardi dello scorso anno, dell'Ebitda del 14,1% passando da 5,12 miliardi di euro a 4,39 miliardi con un impatto dell'8% sull'utile netto adjusted.
A Settembre l’indebitamento netto rettificato è sceso a 22 miliardi di euro, in calo rispetto ad inizio anno, grazie all'acquisto da parte di KKR Infrastructure del 37,5% di FiberCop per un valore di 1,8 miliardi di euro. Infine gli investimenti industriali, Capital Expenditure, e per licenze mobile sono stati pari a 2,72 miliardi di euro.
Alcune settimane fa, c'è stato il primo confronto tra Gubitosi e il francese Vivendi SA (PA:) per "l'idoneità" a ricoprire ancora il ruolo attuale ed avere dei chiarimenti su vari progetti (ricavi in flessione e l'accordo con Dazn), poi finito con una "tregua", e il via libera per la collaborazione tra Open Fiber e Infratel per la realizzazione della fibra unica nelle cosiddette zone bianche, cioè dove non sono ancora previsti investimenti da parte di operatori telefonici nei prossimi anni. Infatti è una fase delicata e decisiva per lo sviluppo delle "infrastrutture" di nuova generazione in Italia.
Mentre la scorsa settimana il titolo ha avuto un rimbalzo del 30%, poi una presa di profitto e successivamente un altro rialzo del 15% circa ed infine altri ribassi per via delle incertezze sulle decisioni future e il sell-off a causa delle notizie sulla variente africana.
Il fondo KKr, dopo la prima proposta starebbe valutando l'incremento dell'offerta iniziale a 0,80 euro (stimata in precedenza a 0,505 euro cioè 10,8 miliardi di euro) ma ancora lontana dal prezzo pagato da Vivendi di 1,03 euro che a detta sua non ritiene congrua e per quanto riguarda Draghi è tutto ancora in una fase "embrionale" (che ha formato il supercomitato di ministri ed esperti) e ci sarà da valutare la tutela della rete e dell'occupazione, della tecnologia e dell'infrastruttura, senza dimenticarci del "Golden Power".
A tal proposito, quello che "realmente" preoccupa il Governo sono anche i milioni kilometri di fili (tra le società più importnati c'è Sparkle, la quinta infrastruttura Internet al mondo, che gestisce e possiede i cavi che permettono a molti Paesi di connettersi) e lo sviluppo del cloud e delle tecnologie 5G. Infatti l'intenzione sarebbe da una parte quella di una "rete unica" che vedrebbe coinvolti Tim, Open Fiber e FiberCop e dall'altra lo "Spin-off" (come proposto dal fondo) cioè uno scorporamento dell'infrastruttura di rete dai servizi e il controllo dei settori più importanti, sempre se si rispetteranno le prorogative del Governo.
Il 26 Novembre, il Cda si è riunito ancora una volta, su richiesta dei consiglieri per parlare dell’offerta di KKR e dell’ad Gubitosi per il pericolo di un "profit warning".
L'amministratore delegato, dalla lettera inviata al consiglio (non dimissioni ma remissione delle deleghe), era pronto a fare un passo indietro viste le tensioni nell'aria con Vivendi. Ma nel board straordinario risultava difficile un "ribaltone" al vertice prima di aver esaminato la proposta KKR, detto ciò non è stato così perchè ha passato il "testimone" a Pietro Labriola (quarto cambio in meno di sei anni), Ad di Tim Brasile, mentre le deleghe sono passate a Rossi (presidente esecutivo che si occuperà degli asset strategici). Vivendi così ha ottenuto il cambio che da tempo sperava, dopo il "flop" Dazn e il profit warning a sorpresa del mese scorso.
Attenzione al malcontento dei sindacati verso lo Stato che al momento sta temporeggiando.
(grafico 26 Novembre)
Da un punto di vista grafico, il prezzo ha iniziato un'inversione del trend ribassista (segnalato nell'analisi "Piazza Affari e trimestrali, ecco 6 blue-chip interessanti per questa settimana") attestandosi prima a 0.35 euro e successivamente ha toccato il prezzo psicologico 0,50 euro, rompendo la resistenza creatasi a Novembre 2019 e creando un gap, dopo è andato al ribasso verso la resistenza toccata più volte a 0,46 euro (massimo Maggio 2021). Nella situazione attuale, viste le incertezze al riguardo e l'andamento negativo del titolo, se il prezzo non usasse il supporto in area 0,46 euro - 0,435 euro potremmo aspettarci un recupero del gap (attenzionando il livello 0,40 euro) e una normalizzazione dell'RSI che risulta ipercomprato.
Nel medio-lungo periodo, si potrebbero sfruttare eventuali debolezze nelle areee sopra citate, se l'offerta del fondo risulta congrua con un eventuale rialzo a 0,70 euro - 0,80 euro il prezzo di Tim potrebbe portarsi sui massimi di Novembre 2019 e dopo testare 0,65 euro. Questo ovviamente non vorrà dire che Vivendi venda nell'immediato la sua quota a questi prezzi (c'è da tener conto della minusvalenza). Magari, dopo, vicino ad 1 euro inzierà a pensarci.
L'altro titolo da visionare è Inwit (MI:), 1,45 miliardi di capitalizzazione che equivale al 15,4% di Tim. Società Infrastrutture Wireless, contribuisce alla copertura dei servizi di telefonia del territorio italiano come il 5G ed è il primo Tower Operator italiano e il secondo in Europa per numero di siti gestiti su cui vengono ospitati gli apparati di trasmissione di tutti i principali operatori.
(grafico 26 Novembre)
Il titolo ha registrato nel terzo trimestre ricavi in rialzo del 6,5% a 198 milioni di euro, l'utile netto è aumentato del 35% a 54 milioni di euro mentre l'Ebitda del 4,7%. E come segnalato in una recente analisi ("Trimestrali e rotazione settoriale, ecco 7 titoli da visionare settimana prossima") e successivamente confermato, il prezzo ha toccato il tagert prefissato a 10 euro arrivando al massimo di Febbraio 2020, 10,65 euro.
Attualmente si trova all'interno di un "triangolo", pertanto potremmo aspettarci un ribasso a 10 euro - 9,8 euro fino al supporto 9,7 euro (nel caso di forte liquidazione attenzionare area 9,3 euro) ma sarà bene valutare e attenzionare prima i volumi all'apertura. Nel medio-lungo periodo, nel caso in cui usasse la resistenza a 10,25 euro - 10 euro come supporto, il prezzo potrebbe tornare a far visita ai massimi di Aprile 2020 (11,2 - 11,4 euro).
Il flusso di investimenti che inizia a indirizzarsi verso l’Italia è interessante e mostra un rinnovato interesse per il Bel Paese. Ma proprio per questo, il Paese è a uno "snodo" decisivo e sarà necessario rafforzare i settori più importanti partendo dai servizi."Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".
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