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Tesla abbassa i prezzi in Cina. Wall Street non la prende bene

Pubblicato 24.10.2022, 14:04
Aggiornato 05.03.2021, 16:55
Da oggi la Model 3 e la Model Y costano in media il 9% in meno. L’azienda dice che è un adattamento alla discesa dei costi, ma gli investitori temono che la mossa derivi dalla frenata della domanda di auto elettriche in Cina. Titolo in ribasso a Wall Street. 

Una Model 3 in Cina costa solo 36.700 dollari.

Tesla (NASDAQ:TSLA) abbassa i prezzi di vendita delle sue auto in Cina e la Borsa la prende male. A New York il titolo del produttore di auto elettriche scende del 2,6% negli scambi del pre-market, dopo che domenica 23 ottobre il sito ufficiale di Tesla in Cina ha pubblicato i nuovi prezzi della Model 3 e della Model Y, ridotti di circa il 9% rispetto alla settimana scorsa. Per gli investitori, il ritocco dei listini è la conferma che in Cina la domanda di auto elettriche si sta facendo più debole.
Da lunedì 24 ottobre il nuovo prezzo base di una berlina Model 3 in Cina è sceso del 5,3% a 265.900 yuan, pari a 36.700 dollari.  Il Suv sportivo Model Y è adesso in vendita a partire da 289.000 dollari, pari a circa 39.800 dollari, contro i 43.000 dollari di qualche giorno fa. Da notare che il prezzo medio di una nuova Tesla negli Stati Uniti è salito costantemente dall'anno scorso e ad agosto era di poco inferiore ai 70.000 dollari.

Continua il giallo delle 20.000 auto in viaggio dalla Cina all’Europa.


La settimana scorsa nella conference call con gli analisti il Ceo Elon Musk ha decisamente negato che Tesla stia registrando un calo della domanda, anche se l’azienda ha ammesso che non riuscirà a raggiungere l’obiettivo di vendite che si era dato per l’intero 2022. A insospettire gli investitori è la differenza fra le auto prodotte nel terzo trimestre (366.000) e quelle che risultano “consegnate” (344.000). Musk ha spiegato che alla fine del trimestre  20.000 auto erano in viaggio dalla Cina verso l'Europa e non potevano essere considerate “consegnate” fino a quando non avessero raggiunto il cliente finale. Quindi era solo una questione dei tempi legati al trasporto. 
Ma molti investitori pensano che Tesla abbia dirottato verso l'Europa auto che avrebbero potuto essere vendute in Cina, probabilmente a causa dell'indebolimento della domanda cinese.

Concorrenza più aspra nel mercato cinese degli EV.

Secondo un report della China Merchants Bank International (CMBI), i tagli dei prezzi di Tesla sono il frutto della crescente concorrenza fra i produttori di veicoli elettrici in Cina, con le vendite dell'intero settore che dovrebbero rallentare fino al 2023. Attualmente nel mercato cinese dell’auto elettrica (EV) Tesla occupa la terza posizione dietro a BYD e alla joint-venture SAIC-GM-Wuling.
Lunedì 24 ottobre gli uffici di statistica hanno diffuso l’ultimo  dato sui consumi (vendite al dettaglio) in Cina, cresciuti del 2,5% a settembre, al di sotto del 3,3% previsto e meno della metà della crescita del 5,4% di agosto. Secondo Reuters, la crescita delle vendite di auto è rallentata a settembre, mentre le vendite di veicoli elettrici sono aumentate al ritmo più lento degli ultimi cinque mesi.

Tesla replica: i nostri costi sono in calo.


La risposta di Tesla ai timori degli investitori è ferma: stiamo aggiustando i prezzi per allinearli al calo dei costi, ha detto a Reuters un portavoce della Casa. Nella Gigafactory di Shanghai, afferma Tesla, l’utilizzo della capacità produttiva è migliorato e i costi della logistica stanno finalmente scendendo. Attualmente la fabbrica di Shanghai è in grado di produrre 22.000 veicoli alla settimana, dai 17.000 di giugno.
A settembre Tesla ha consegnato 83.135 auto prodotte in Cina, l’8% in più di agosto, segnando un nuovo record per la fabbrica di Shanghai. 
Oltre che della domanda, gli investitori si preoccupano anche della redditività di Tesla, perché prezzi più bassi potrebbero portare a un calo dell’utile. Secondo i dati riportati da Barron’s, nel terzo trimestre il Gross profit dell’attività automotive è sceso a poco meno del 27% dal 30% del primo trimestre. 
Ma se invece le cose stessero esattamente come dice Tesla, e cioè che i prezzi scendono perché scendono i costi? In questo caso non ci sarebbe una contrazione dei margini. Sempre Barron’s afferma che i prezzi dell’acciaio e dei materiali impiegati nelle batterie stanno scendendo. I prezzi dei metalli utilizzati negli accumulatori agli ioni di litio sono scesi del 5% dal loro recente picco, anche se sono più alti del 60% rispetto all’inizio dell’anno. L’acciaio vale oggi 760 dollari alla tonnellata, drasticamente ridimensionato dal picco di 1.900 dollari segnato nei mesi scorsi.
Venerdì scorso Tesla ha chiuso a 214,4 dollari. Dei 36 analisti censiti da Market Screener, 21 consigliano di comprare le azioni e solo quattro raccomandano di vendere. Il target price medio è 283 dollari, più alto del 32% rispetto al prezzo attuale.

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