Ricevi uno sconto del 40%

Tesla o croce?

Pubblicato 05.08.2020, 09:52
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Dopo il lockdown il mercato dell’auto riparte. In Europa stanno entrando nel vivo gli incentivi serviti sul piatto dai governi di Spagna, Francia, Italia e Germania pronti a immettere benzina, o meglio, watt al settore. Negli Usa i dati segnano che la ripresa a V è già realtà, come mostra il grafico sotto.


Vednite Auto USA



Secondo le stime di JD Power e altre società di ricerca focalizzate sul mercato americano, le vendite di auto negli Stati Uniti a luglio sono calate del 13,5% sull'anno precedente ma segnano un +10% su giugno, già in forte crescita da maggio, un trend che conferma il miglioramento sequenziale.


Il comparto si trova a combattere una doppia sfida, da un lato un blocco imposto non solo sul lato della produzione ma anche della domanda a causa della pandemia, dall’altro la trasformazione all’elettrico.


A fare da regina del mercato sia in Borsa che a livello di trimestrali è stata Tesla (NASDAQ:TSLA), grazie soprattutto ai 428 milioni di dollari di crediti di emissioni zero venduti ai concorrenti che inquinano di più.


Sopra le attese anche i risultati di Ford e di Fca che nell’area Nafta genera quasi l’intero Ebit. Per la società italo americana si stimano buone vendite per Jeep e RAM, marchi con marginalità elevata.


La novità in casa Ford è il cambio alla guida del gruppo. Dopo appena tre anni, Jim Hackett lascerà il posto di amministratore delegato e presidente all'attuale direttore operativo, Jim Farley. Il manager diventerà così il quarto numero uno dell’Ovale blu dalla grande crisi del 2008-2009. Il mercato ha apprezzato con un +2,4% del titolo a 6,86 dollari.


I tre titoli Ford Fca e Tesla, sono il sottostante di un certificate con Maxicedola del 20% emesso da Citigroup ad Isin XS1575025066. Il primo Maxicoupon, con data di osservazione al 15 ottobre 2020, verrà staccato se i tre sottostanti non avranno perso il 50% (non si saranno dimezzati) rispetto al valore iniziale (FCA: 103% del valore iniziale, Ford: 113% e Tesla a 99%)


Livelli sottostanti



Oltre alla maxicedola il certificate distribuisce cedole trimestrali pari al 2,5% (25 euro), se alle date di valutazione tutti e tre i sottostanti saranno pari o sopra il 65% del livello iniziale (cioè nessuno avrà perso più del 35%). 
Cedola e Maxicedola godono dell’effetto memoria che consiste nel recuperare eventuali coupon non distribuiti in passato, in caso tutti i sottostanti si trovino sopra o pari le rispettive barriere.


Dal prossimo 15 aprile, il certificate offrirà la possibilità di rimborso anticipato a 1.000 euro con tutti e tre i sottostanti sopra il livello iniziale (ad oggi solo Tesla è sotto dell’1%). 


In pratica, se da qui ad aprile, poco più di otto mesi, Tesla guadagnasse l’1% senza che gli altri due titoli perdessero il 13% Ford e il 3% Fca, l’investitore vedrebbe ritirato il proprio certificate a 1.000 euro più la cedole e avrebbe guadagnato il 23,7% (20% di Maxicedola più 5% per le due cedole trimestrali, meno 1,3% perché acquista il titolo sopra la pari) in poco più di 8 mesi, circa il 35% annualizzato.


In caso non scattasse mai il rimborso anticipato si arriverà alla scadenza (ultima data di valutazione fissata il 15 luglio 2025) con i classici due scenari:

  • Positivo con rimborso a 1.000 euro più eventuali cedole non distribuite più l’ultima cedola se nessuno dei tre sottostanti avrà perso il 35% dal livello iniziale. 
  • Negativo con anche un solo dei sottostanti sotto barriera, il certificate sarebbe rimborsato secondo la performance del peggior sottostante. Quindi se il peggior sottostante fosse a 60% del livello iniziale, il certificate verrebbe ripagato 600 euro anzichè 1000, se fosse al 55% 550 euro e così via.


La barriera per FCA è molto bassa rispetto all’andamento del titolo: FCA, a parte il periodo covid, da fine ottobre 2016  non scende oltre il valore di barriera di 5,88 euro.


Per Ford la barriera del 35% in meno rispetto al livello di strike si posiziona a 3,939 $ che il titolo non frequenta da oltre 10 anni.


Per Tesla il discorso è diverso. La domanda che occorre porsi è se Tesla davvero vale quello che il mercato le sta riconoscendo. Il titolo in pochi mesi da marzo a oggi ha guadagnato il 400%.E la tenuta del certificate, a nostro parere, è molto legata a tesla.


Di seguito i risultati appena pubblicate dalle tre società.


Ford


Ford viene colpita dalla pandemia in un periodo molto particolare: dopo diversi anni di calo delle vendite globali  Ford Jr e Jim Hackett avevano già messo in pista il loro piano di investimenti da 11 miliardi di dollari, accelerando sui veicoli elettrici e SUV dove i numeri sono dalla loro parte. La società è quindi già in assetto di rilancio ma ora tutto dipenderà dalla nuova strategia di Jim Farley.


In seguito ad un accordo con Volkswagen (DE:VOWG), Ford si prepara all’uscita di Mustang E-Mach: il primo modello elettrico annunciato come auto dell’anno 2021.


Il SUV Bronco ha intanto permesso a Ford di respirare durante questi primi mesi della pandemia, offrendo maggiori ricavi che hanno attenuato le perdite, così se la diminuzione dei volumi venduti è stata del 33% i ricavi sono scesi solo del 27%, grazie ad una buona strategia sui prezzi. Le previsioni di revenue su Bronco sono pari a 10 miliardi di dollari.


Nel report di fine trimestre la società rimarca il suo investimento nei sistemi di guida assistita attraverso la società Argo AI. Anche Volkswagen ha completato il suo investimento in Argo AI ed insieme a Ford, infatti, sta portando avanti un ambizioso piano di sviluppo commerciale che punta a mettere in strada veicoli dotati di self-driver-system in Europa e negli Stati Uniti.

 
Oggi Ford ha una quota del 14,2% del mercato auto nel Nord America, il 7% in Europa e nel mondo il 5,9%. Per non perdere ulteriori clienti ha appena lanciato con Visa una carta di credito che fidelizza i clienti riconoscendo dei punti non solo sull’acquisto di auto, ma anche gas, assicurazione, pedaggi, cibo e altri prodotti.


In generale il titolo Ford dopo la caduta di febbraio e marzo per la crisi sanitaria è adesso in una fase di recupero.


FCA


FCA si sta apprestando a diventare il quarto produttore mondiale di automobili grazie alla fusione di PSA. Questa fusione permetterà a FCA di accelerare sull’elettrico e beneficiare delle sinergie di costi e ricavi con PSA.


I risultati del secondo trimestre sono stati premiati da due giorni di buona performance in Borsa, +8,8%. 


Gli effetti degli incentivi governativi iniziano a farsi sentire e FCA fa sapere che la produzione riuscirà a fornire i dealers in tempo per la ripartenza dei consumi; una precisazione necessaria visto il calo del 60% della produzione dovuto alla chiusura degli stabilimenti.


Come nel caso di Ford, il titolo ha già pagato duramente i mesi di febbraio e marzo ed ultimamente è in salita.
Anche FCA nel rapporto di fine trimestre evidenzia la sua strategia di investimento sull’elettrico che riguarderà alcuni modelli di Jeep e soprattutto la Fiat (MI:FCHA) 500. Un lancio che si affianca anche ad una nuova app (Fiat GOe) ed un piano di collaborazioni in Italia ed Europa per l’installazione di centraline di ricarica.


La partnership esclusiva con Waymo, iniziata già quattro anni fa, mostra ora risultati interessanti: 
“I minivan Chrysler Pacifica Hybrid, guidati da Waymo Driver, hanno percorso in sicurezza e con affidabilità più strada di qualsiasi altro veicolo sul pianeta. Oggi ampliamo la nostra partnership e insieme, introdurremo Waymo Driver sull'intera gamma prodotto di Fca, aprendo nuove frontiere in ambito di veicoli utilizzati per servizi di taxi su richiesta, consegne commerciali e uso privato in tutto il mondo - ha dichiarato John Krafcik, amministratore delegato di Waymo”.


Tesla


I risultati del secondo trimestre, che Elon Musk ha mostrato qualche giorno fa, sono molto interessanti e sono stati salutati dal mercato con entusiasmo.


La company di Fremont ha chiuso il terzo trimestre con un profitto netto di 104 milioni di  dollari, dopo un anno in rosso per 408 milioni dollari, con ricavi pari 6,04 miliardi di dollari che superano di 1 miliardo le previsioni. Uno dei propellenti finanziari sono stati quei 428 milioni di dollari incassati dai crediti sulle emissioni zero che Tesla ha venduto agli altri produttori di automobili affinché non vengano sanzionati.


Questi crediti sono saliti da 111 milioni di dollari dello stesso trimestre dell’anno scorso, agli attuali 428 milioni, a fronte di un livello di ricavi dell’automotive stabile. Questi riavvi  che oggi costituiscono il 7% delle entrate della società, non hanno un reale costo aggiuntivo, ma soprattutto indicano un’entrata meno suscettibile di variazioni improvvise.
Un altro dato aumenta la tenuta di Tesla: il gross margin sale al 21%, ovvero il rapporto tra il profitto e le vendite segna uno scatto avanti che porta Tesla al sorpasso – su questo indice - anche di Toyota (primo produttore mondiale) che a fine marzo ha dichiarato un gross margin pari a 18,07%. 


Il titolo comunque segna alti e bassi seguendo le due maggiori linee di interpretazione degli analisti: c’è chi vi ravvisa una errata supervalutazione, vista l’incredibile crescita, e chi invece lo considera il prossimo leader del mercato delle auto elettriche e pensa che si stabilizzerà solo intorno al valore di 2000$.


La volatilità è forse una delle caratteristiche più significative di questo titolo.
Elon Musk, tra le molte cose, ha anche dichiarato che punteranno più alla crescita che al profitto, deludendo le attese degli investitori che si concentrano sul breve periodo.
Qualcuno, inoltre, pensa che Tesla in quanto titolo tecnologico sia stato un punto di riferimento degli investitori durante il periodo covid 19 e per questo il suo valore è solo momentaneo.


Tuttavia il record che Tesla ha messo a segno nel periodo covid non è speculativo, ma basato su un dato eccezionale: Tesla in questo pessimo periodo ha avuto vendite in attivo rispetto all’anno scorso.



Consegne tesla



A conferma di ciò anche Musk ha più volte ribadito agli investitori che la domanda attuale  supera la capacità produttiva. Per questo la produzione dello stabilimento di Fremont aumenterà del 25%, Shangai inizierà a produrre nel 2021, mentre oltre allo stabilimento in costruzione a Berlino verrà aggiunto uno nuovo ad Austin (Texas) e oltre le auto verrà prodotto anche un modello truck.


Siamo indotti quindi a pensare che, uscendo dai lockdown, le vendite continueranno ad alzarsi.
A tutto ciò si aggiunge la quasi certa entrata del titolo all’interno dell’indice S&P500 che significa che entrerà nel portafoglio di molti fondi e prodotti finanziari e dunque sarà desiderato da diversi investitori. 
Nell’ultimo mese la volatilità storica del titolo si è abbassata, e Tesla ha guadagnato il 252% dall’inizio dell’anno e il 572% negli ultimi 12  mesi. Nell’indice S&P500 entrerebbe occupando la 17° posizione, tra PayPal (NASDAQ:PYPL) Holding Inc e Pfizer Inc (NYSE:PFE), quindi facendo la parte del “gorilla” – per usare l’espressione del suo CEO.

Ultimi commenti

Ciao
ma del gruppo Daimler non si dice mai nulla. Che combinano i tedeschi?
Hahahaha
Ripresa a V in USA!?!?!? Gli unici che camminano sono i tecnologici il resto tabula rasa proprio perchè il covid ancora non ha raggiunto il picco, ve le sognate la notte le notizie da dare!? O le chiedete al grafico come i maghi guardano la sfera?
 Questo si verificherà anche perchè imprese di vecchia generazione hanno più interesse a difendere i propri investimenti invece che investire (davvero) verso nuovi orizzonti per loro inesplorati e che richiederebbero un'indebitamento prima di ammortizzare i costi, preferiscono spremere il frutto invece che crearne uno nuovo, menre imprese come Tesla hanno le mani slegate, non hanno vecchi accordi da rispettare, possono correre dritte al futuro...(insomma una questione molto complessa da analizzare fino in fondo, ma che svantaggia l'europa in ogni direzione guardiamo)
 D'accordo con quello che dici  è uno dei principali motivi per cui mi sono orientato su tre produttori Usa (lasciando da parte il discorso Peugeot). Fca ormai genera quasi tutto l'ebit in area Nafta. Certo i vecchi produttori si trovano ad ammortizzare impianti passati, Tesla no, però ha uno svantaggio sulla catena di distribuzione. Infatti abbiamo Tesla, Fca e Ford.
 D'altro canto la mossa di Tesla di aprire una delle sue gygafactory in Germania potrebbe valergli l'annullazione dei dazi con tutti i vantaggi del caso (dato che porta benessere allo stato,un pò come fanno le grandi aziende tradizionali es: Ford Toyota per il mercato europeo) il problema lato distribuzione ad oggi è arginabile dato il margine di espansione immenso che hanno ancora davanti le auto elettriche (che comunque verrà colmato abbondantemente già nei prossimi 10 anni o forse meno), quindi ad oggi non lo vedo come un dramma...
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