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Theresa May perde e apre al dialogo. Bene Wall Street (per ora)

Pubblicato 16.01.2019, 10:12
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Theresa May viene pesantemente sconfitta e Corbyn chiede un voto di sfiducia sul Primo Ministro. Disastro? Nulla di tutto questo... Intanto il mercato continua a reagire in maniera più significativa alle notizie positive (proattività fiscale cinese, Brexit, Netflix (NASDAQ:NFLX)) che a quelle negative (rallentamento globale sempre più evidente, continuazione dello shutdown, trimestrali dei finanziari US zoppicanti, finanziari europei sotto pressione). La fiducia degli investitori sembra essere significativamente migliorata ma i rischi che non sia duratura restano elevati.

Theresa May

Un estratto del (breve) discorso di Theresa Mayal Parlamento dopo la netta sconfitta (432 a 202) nel tentativo di far ratificare il Withdrawal Agreement con l’Europa:

“... It is clear that the house does not support this deal. Buttonight’s vote tells us nothing about what it does support... I would like to set out briefly how the government intends to proceed... First, we need to confirm whether this government still enjoys the confidence of the house. I believe that it does, but given the scale and importance of tonight’s vote it is right that others have the chance to test that question if they wish to do so...Second, if the house confirms its confidence in this government I will then hold meetings with my colleagues, our confidence and supply partner the DUP and senior parliamentarians from across the house to identify what would be required to secure the backing of the house. The government will approach these meetings in a constructive spirit, but given the urgent need to make progress, we must focus on ideas that are genuinely negotiable and have sufficient support in this house... I want to end by offering... reassurances... to those who fear that the government’s strategy is to run down the clock to 29 March. That is not our strategy...

Gli elementi che sono emersi: a) la sicurezza nello sfidare Corbyn a lanciare un voto di sfiducia nei suoi confronti che si sente in grado di vincere; b) la disponibilità a negoziare con l’intero Parlamento una soluzionein grado di ottenere il consenso di una maggioranza; c) la dichiarata rinuncia a sfruttare la pressione dalla scadenza sempre più vicina (‘running down the clock’) come mezzo per continuare a perseguire il successo del ‘suo’ accordo, con o senza qualche modifica. Sono tutti sviluppi che depotenziano l’esito più temuto dal mercato: che il tentativo di mettere con le spalle al muro da un lato i (tanti) deputati contrari e dall’altro le istituzioni europee nel tentativo di portare a casa il risultato sfruttando la minaccia/bluff di una caotica uscita senza accordo possa tramutarsi nel catastrofico autogol della no-deal Brexit all’alba del 30 marzo. Esiste un secondo scenario, quasi altrettanto temuto dagli investitori. Che si vada ad elezioni anticipate e lo scettro del comando passi in mano ai laburisti con l’implementazione delle politiche percepite come drammaticamente anti-business del manifesto Corbyn. Questo scenario è sempre stato relativamente marginale e dovrebbe affievolirsi ulteriormente stasera quando, come quasi tutti sembrano aspettarsi, il voto di sfiducia al Primo Ministro fallirà, rispettando la pur travagliata maggioranza attuale.

Il rafforzamento della sterlina di ieri, più o meno significativo a seconda di se lo misuriamo dalla chiusura precedente (+0.4%vs EUR) o dai minimi toccati nella prima reazione serale alla netta sconfitta nella ratifica (+1,1%), è più che giustificato nel solco della narrativa delineata sopra. Altri guadagni possono arrivare se il prosieguo della storia non porterà sorprese negative. La parte più facile (e di conseguente minor impatto positivo) è rappresentata dall’effettiva capacità, stasera, di incassare la fiducia del Parlamento da parte di Theresa May. Ancora tutto da costruire, ma a questo punto le basi sono state messe in maniera più solida rispetto alle attese, l’edificio di un nuovo accordo in grado di aggregare una maggioranza a Westminster, pur mantenendo l’approvazione di Bruxelles. La dichiarazione politica sugli assetti futuri all’interno dell’accordo rappresenta la parte da sempre più malleabile su cui lavorare, essendo una dichiarazione di intenti relativamente poco dettagliata e non legalmente vincolante. La strada è naturalmente quella di uno spostamento in direzione ‘soft’ della Brexit (per raccogliere voti laburisti) da scegliere con un tipo di rapporto più Norway-like che Canada-like (come quello sul piatto al momento). La saga è lungi dall’essere terminata ma ieri ha preso una piega che riduce ulteriormente le probabilità di una no-deal Brexit.

Brexit

Prima ancora che gli eventi UK movimentassero alcuni mercati Wall Street aveva confermato la neo-conquistata resilienza di quest’inizio di 2019. La mattinata europea, dopo una partenza sprint grazie a nuovi annunci di supporto fiscale in arrivo da parte delle autorità cinesi, si era un po’ spenta a causa del vento contrario proveniente dai finanziari italiani (ed europei), di cui parliamo brevemente più avanti. I risultati, sotto le attese, di JP Morgan (NYSE:JPM) avrebbero potuto innescare qualche ulteriore vendita ma le contrattazioni a Wall Street hanno invece portato in dote nuovi massimi di periodo, violando quota 2600, con una salita poi consolidata dagli sviluppi provenienti da Londra. La notizia che Netflix (i cui risultati trimestrali verranno pubblicati domani dopo la chiusura) alzerà (da 13% a 18%) i suoi prezzi di sottoscrizione è piaciuta ai suoi azionisti (+6,5% la performance del titolo ieri), fornendo un più generale supporto agli indici, soprattutto ai giganti della tecnologia (Amazon (NASDAQ:AMZN) +3,5%, Google (NASDAQ:GOOGL) +3,1%, Microsoft (NASDAQ:MSFT) +2,9%). Dopo un pessimo dicembre (e Q4) il rimbalzo del 2019 comincia a risultare corposo: Nasdaq +5,9%, S&P 500 +4,1%.

Una parola di cautela. Ci stiamo avvicinando alle resistenze da tempo individuate sull’S&P 500 (area 2625 - 2650). La price-action continua ad indicare una riconquistata fiducia che va tenuta in considerazione, capace di capitalizzare sulle notizie positive (Brexit, Netflix, l’attivismo fiscale cinese) e di accantonare almeno per ora le headlines più fastidiose (dati economici in costante peggioramento, la continuazione dello shutdown americano, le trimestrali zoppicanti di Citi e JPMorgan). In ogni caso la congiuntura macro-economica continua ad apparire preoccupantemente traballante praticamente ovunque. Ieri il primo indice regionale del mese di attività manifatturiera US (Empire State) ha continuato la sua forte discesa dai massimi di novembre con una rilevazione sotto le attese (3,9 vs 10,0). Mario Draghi, innescando un visibile indebolimento della moneta unica, ha mostrato chiara preoccupazione nei confronti del recente peggioramento congiunturale del Vecchio Continente (RECENT ECONOMIC DEVELOPMENTS WEAKER THAN EXPECT/ NO ROOM FOR COMPLACENCY, SIGNIFICANT STIMULUS NEEDED). Inoltre, le armi a disposizione dell’ECB, dovesse la situazione peggiorare ancora, sembrano obiettivamente spuntate. Pechino continua con le sue rassicurazioni ad alta frequenza di attivismo fiscale e monetario. Un segnale positivo, forse, ragionando con un orizzonte temporale limitato. Ma anche la crescente consapevolezza che la situazione dell’economia cinese non deve essere particolarmente florida per innescare questo tipo di rispostanelle autorità. Alla luce di queste considerazioni siamo in una fase di all’erta per cogliere segnali di esaurimento della spinta rialzista. Ci troviamo ora (2615) quasi equidistanti (circa 12%) dai massimi diinizio ottobree dai minimi della vigilia di Natale. Credo che rivedere i secondi sia più probabile che ritoccare i primi. Restate sintonizzati..

S&P 500

Empire State Manufacturing Index

Surprise Index

Hedgeye

GDP

Banche italiane

Settimana scorsa MPS (MI:BMPS) ha reso noto (credo che la disclosure sia arrivata trasversalmente con la presenza della notizia in un prospetto di emissione obbligazionaria) di aver ricevuto una lettera dall’ECB che meglio precisa, calandolo nella realtà specifica dellabanca, il modus operandi consigliato al Monte per implementare le linee guida sul trattamento delle NPE(Non-Performing Exposures, quindi NPL + Unlikely-to-Pay) a bilancio. Le linee guida (Addendum to ECB guidance to banks NPLs), emesse nel marzo del 2018, prevedono che per tutte le sofferenze di nuovo riconoscimento (diventate sofferenze da aprile 2018) la banca provvedesse a una copertura totale in 7 anni (per le sofferenze collateralizzate, 2 anni per quelle ‘unsecured’). Tra lunedì e ieri si è capito che lettere simili, pur personalizzate con indicazioni meno severe per le banche più solide, sono arrivate in dicembre a tutte le più di 100 banche sotto la supervisione del regolatore unico europeo (l’SSM–Single Supervisory Mechanism - prevede che una branca indipendente dell’ECB supervisioni i più importanti istituti bancari europei, l’italiano Andrea Enria ha appena iniziato il suo mandato a capo di questa autorità regolamentare).

Il tema, come era successo l’anno scorso, ha innescato una nuova ondata di vendite sui finanziari con gli investitori timorosi che la rinnovata aggressività dei regolatori sul processo di dismissione degli attivi in sofferenza sia destinata a portare ulteriore pressione su marginalità e utili già asfittici. Per molte banche è altamente improbabile che le indicazioni arrivate spostino di una virgola piani già in atto (come puntualmente dichiarato con comunicato stampa da alcune banche, vedi sotto Banca Intesa (MI:ISP)) e che già hanno dato dei risultati, soprattutto in Italia,di riduzione delle sofferenze in portafoglio. Credo quindi che, evitando i nomi più fragili, queste vendite possano rappresentare un’occasione tattica di acquisto. Tattica perché (e non c’è certograndeoriginalità in questo punto di vista) anche qui si riconosce la difficoltà nell’abbracciare le potenzialità di lungo periodo, anche a queste basse valutazioni, del modello di business bancario,stretto nella morsa di tassi bassi, pressione regolamentare e disintermediazione tecnologica dei margini tradizionali.

NPEs

Fonte: ECB

Intesa Sanpaolo

FTSE

Buona giornata.

Il desk rimane come sempre a disposizione per ulteriori approfondimenti.

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