Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
I tori del dollaro sono riapparsi improvvisamente sulla scena: con il passaggio della riforma fiscale al Senato, Donald Trump è un passo dal raggiungimento del suo primo vero risultato come Presidente degli Stati Uniti.
Ma non è ancora finita, ricordiamo infatti che dovrà esserci un nuovo passaggio alla Camera e al Senato prima che venga apposta la firma definitiva sul disegno di legge.
La reazione del mercato è sicuramente interessante perché i primi segnali di forza del dollaro – dopo settimane di debolezza cronica – sono incerti.
La curva dei rendimenti obbligazionari si è irrigidita, non mostrandoci quella tonicità che avrebbe potuto certificare un rinnovato appetito al rischio. Il rendimento del Bond (scadenza 10 anni) è ancorato attorno al 2,40% e finché non abbandonerà questo valore chiave sarà difficile osservare progressi sostenibili del biglietto verde.
Gli asset meno rischiosi come lo yen e il Future Oro, che inizialmente avevano patito la ripresa del Dollaro, hanno tenuto relativamente bene.
Non solo, l'esuberanza di Wall Street sta svanendo e i futures sembrano suggerirci una prosecuzione della debolezza apparsa improvvisamente ieri sera.
Il prolungamento dei negoziati sulla Brexit, inoltre, non stanno certo dando una mano agli investitori: il Primo Ministro britannico May non è riuscito a concordare con l'UE i termini necessari per passare ai negoziati commerciali.
Poi c’è la questione Irlanda del Nord, storicamente controversa e difficile da affrontare. Difficoltà che si stanno manifestando tutt’ora e tutto ciò ha spinto la Sterlina al ribasso (in queste prime ore di contrattazione).
Wall Street terminava la prima sessione settimanale consegnandoci l’indice di riferimento SP 500 a -0,1% (2639 punti), i mercati asiatici si mostravano leggermente negativi e anche per gli europei sembra subentrare una fase di debolezza.
Sul mercato del Forex diciamo che il Dollaro ha trovato supporto, mentre la Sterlina è la major che perde più terreno.
Il dollaro australiano sta registrando una buona performance dopo che le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative e che la RBA ha mantenuto i tassi invariati all'1,5%.
Nelle materie prime segnaliamo una lieve ulteriore contrazione dell’oro e del Future Petrolio Greggio WTI.
Sul fronte macroeconomico attenzione rivolta verso i dati PMI.
Si è partiti col dato finale dei servizi dell'Eurozona (di novembre) che ha confermato la lettura flash di 56,2, idem per quanto riguarda l’indice composito a 57,5 (in crescita dai 56 punti di ottobre).
I dati del PMI dei servizi del Regno Unito sono tutti importanti poiché il settore dei servizi rappresenta circa l'80% dell'economia.
Dopo le letture positive per il settore manifatturiero e delle costruzioni, si hanno aspettative elevate per i servizi ma il consensus dice che dovrebbe scendere leggermente a 55,0 (rispetto a 55,6 del mese scorso).
La bilancia commerciale degli Stati Uniti verrà rilasciata alle 14:30 e si prevede una lieve contrazione a-$ 47,5 miliardi (da - $ 43,5 miliardi del mese scorso).
L'indice ISM non manifatturiero è atteso alle 16 e dovrebbe scendere leggermente a 59,0 punti (da 60,1 del mese scorso, che ricordiamo essere stato un dato estremamente forte).