In buona parte della sessione odierna abbiamo notato che alcuni titoli del settore bancario erano riusciti a contenere le perdite nonostante il deciso ribasso di Piazza Affari, purtroppo nelle ultime due ore alcuni di essi sono tornati al centro delle vendite come per esempio Intesa, Bper Banca (MI:EMII) ed Unicredit (MI:CRDI).
Andiamo ora ad analizzare alcuni dei principali titoli di Piazza Affari.
INTESA SANPAOLO (MI:ISP):
Inverte la rotta il titolo bancario che cede circa 3 punti percentuali. I corsi dovranno testare quota 2.01 euro, ultimo livello che dovrà frenare i corsi ed evitare che il titolo si possa spingere fino a 1.97 euro in prima battuta ed evitare così di raggiungere il successivo target a 1.89 euro. Primi segnali positivi oltre quota 2.28 euro in chiusura.
UNICREDIT:
Contiene le perdite Unicredit (-1.30%) che al momento staziona in area 12.0 euro. E’ fondamentale che il titolo rimanga al di sopra di area 11.80 euro poichè la sua violazione potrebeb spingere le quotazioni fino a 11.26 euro. Il sostegno di lungo periodo è posizionato a quota 10.28 euro, ultimo livello che avrà il gravoso compito di impedire al titolo bancario nuovi affondi.
Recuperi fino a 14.88 euro non modificheranno la struttura ribassista; i primi e reali segnali di ripresa giungeranno solo oltre area 15.35 euro in chiusura di seduta e con tenuta settimanale per il test a 16.0 euro (1° target).
BPER BANCA:
Come già accennato più volte, la violazione di 4.01 euro avrebbe fatto scattare nuovi segnali di allarme con conseguente ritorno dei prezzi a 3.77 e 3.61 euro in prima battuta. Il successivo sostegno strategico è posizionato a 3.41 euro la cui rottura (in particolar modo in chiusura) potrebbe spingere i corsi a 3.22 e 3.16 euro in prima battuta intravedendo così il minimo storico a 2.51 euro. Primi segnali di ripresa oltre 4.58 euro in chiusura.
Unione di Banche Italiane SpA (MI:UBI) :
Il successivo riferimento da monitorare è quello situato a 2.94 poichè la sua violazione (in particolar modo in chiusura) potrebbe permettere al titolo bancario di raggiungere quota 2.77 euro in prima battuta. Reali segnali di ripresa oltre i 3.70 euro con tenuta settimanale.
Mediobanca (MI:MDBI):
In rosso anche Mediobanca (MI:MDBI) (-1.20%) che dovrà evitare di sostare al di sotto di 7.78 euro ed evitare così il successivo target a 7.25 euro. Un recupero al di sopra di 8.50 euro (in chiusura) potrebbe allentare momentaneamente le tensioni e favorire una estensione fino in area 8.80 euro in prima battuta.
BANCO BPM (MI:PMII):
I corsi dovranno cercare di costruire una base da cui ripartire in area 1.82 euro, ultima spiaggia che avrà il gravoso compito di facilitare un rimbalzo altrimenti sarà difficile evitare un ritorno dei corsi a 1.77 euro, prezzo minimo storico, e successivamente in area 1.69 euro. Un recupero al di sopra di 2.18 euro (in chiusura) potrebbe allentare momentaneamente le tensioni e favorire una estensione sui 2.36 euro, resistenza decisiva per assistere ad una inversione dell’attuale tendenza. Il titolo in 5 anni ha ceduto il 77%, peggior titolo del settore del principale listino, seguito da Unicredit e Ubi (MI:UBI) Bca.
BANCA MEDIOLANUM (MI:BMED):
Tenere sotto osservazione il sostegno decisivo di 5.29 euro per il test in area 5.02 euro. Verso l’alto diventa essenziale la rottura di 6.06 euro (in chiusura) per puntare verso il primo target a 6.39 euro (6.69 euro 2° obiettivo).
Banca IFIS SpA (MI:IF):
La violazione di quota 17.72 euro ha fatto scattare ulteriori segnali di allarme; ciò ha provocato una nuova ondata di vendite che ha spinto i corsi fino a 16.24 euro, prezzo minimo ultimi 26 mesi. Il quadro tecnico resta ancora in mano ai ribassisti e anche recuperi fino a quota 24.0 euro non modificheranno una struttura ormai consolidata che per subire variazioni significative dovrà attendere il superamento di 30.0 euro almeno. Negative discese al di sotto di 15.85 euro (in particolar modo in chiusura), preludio al riavvicinamento della soglia molto critica a 15.32 euro. Monitorare con estrema attenzione questo ultimo riferimento poichè la sua rottura (in chiusura) spinerà la strada a nuovi ribassi con target anche fino in area 13.10 euro. Occhio alla volatilità, ai prezzi che sembrano invitanti e alla volatilità.