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Torna l'ottimismo, ma l'inflazione potrebbe cambiare tutto

Pubblicato 13.02.2019, 11:25
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

La propensione al rischio è decisamente migliorata in questo inizio settimana. La forza trainante è venuta principalmente dagli Stati Uniti, in primis sulle prospettive di un accordo provvisorio tra democratici e repubblicani sul finanziamento delle attività amministrative. Anche se il presidente Trump non sembra essere completamente soddisfatto dei dettagli (soprattutto per quanto riguarda i finanziamenti per il muro), significa che verrà scongiurato un altro costoso arresto del governo.

Un altro segnale molto forte arriva dai colloqui commerciali, difatti il Presidente Trump ha dichiarato che sono stati fatti dei progressi e che la scadenza del 1° marzo per le nuove tariffe contro la Cina potrebbe essere procrastinate nel tentativo di arrivare a un accord definitivo. Tutto ciò ha innescato ottimismo, i rendimenti obbligazionari sono cresciuti, lo yen perde colpi, il dollaro spinge, le materie prime e le azioni che guadagnano terreno. Lo yuan cinese si sta rafforzando ed anche questo movimento si traduce in un miglioramento del sentiment nei paesi asiatici emergenti. Interessante il ritorno dell’Euro al di sopra di 1,13, dopo la rottura d’inizio settimana. Nel frattempo, durante la notte, la RBNZ ha mantenuto I tassi invariati a + 1,75% e si è mostrata più ottimista sulle prospettive economiche interne.

Wall Street ha registrato una giornata, quella di ieri, estremamente positive con l’S&P 500 +1,3% e i futures statunitensi che guadagnavano un ulteriore +0,4%. Anche i mercati asiatici sono stati decisamente positivi con il Nikkei +1,3% e Shanghai Composite +1,9%. Positività che si fa sentire pure in Europa e vedremo se oggi ci sarà spazio per ulteriori allunghi o se subentreranno prese di profitto.

Oggi il calendario economico proporrà l’inflazione. I dati UK sui prezzi al consume hanno confermato il calo del dato complessivo, ma invece che 1,9% (da +2,1% a dicembre) siamo arrivati a 1,8% e quindi al di sotto dell'obiettivo del 2% della Banca d'Inghilterra per la prima volta in due anni. Il core è rimasto a +1,9% (+1,9% a dicembre). L'inflazione degli Stati Uniti delle 14:30 è atteso in forte calo a +1,5% (da +1,9% a dicembre) e con il core a +2,1% (+2,2% a dicembre) . Poi spazio alle scorte di petrolio attese a +2,8 milioni (+1,3 milioni di barili la scorsa settimana), distillati -1,0m (-2,3m la scorsa settimana) e benzina + 1,4m (+0,5m la settimana scorsa). A fine sessione attenzione al preliminare del PIL giapponese quarto trimestre per il quale si prevede + 0,4% (-0,6% la lettura finale nel terzo trimestre).

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