I principali indici azionari cinesi crollano alla riapertura delle borse dopo lo stop del Capodanno lunare prolungato a causa del coronavirus, perdendo buona parte di quanto guadagnato nel corso del 2019.
Un tracollo pesantissimo nonostante l'intevento della banca centrale cinese che ha iniettato nel sistema finanziario 1200 miliardi di yuan (156 miliardi di euro) di liquidità sui mercati finanziari per sostenerli di fronte allo shock.
Niente a confronto della FED negli USA, che da ottobre inietta centinaia di miliardi di dollari nei mercati a colpi di Repo.
Il 2010-'19 è stato un decennio caratterizzato da livelli di debito record, (a seguito della crisi globale del 2008 creata proprio da un debito eccessivo), dove gli investitori hanno iniziato a comportarsi come se i principali titoli azionari, asset ad alto rischio, non potessero mai andar giù, assumendo un tipico atteggiamento da bolla finanziaria sull'onda delle scellerate politiche espansive delle principali banche centrali.
E' uno scenario che presto o tardi presenterà il conto e il coronavirus sta semplicemente evidenziando i problemi strutturali dei mercati finanziari internazionali, sempre più interconnessi e vulnerabili.
E c'è da scommettere che le prossime primarie democratiche negli Usa getteranno altra benzina sul fuoco, con il candidato anti establishment Bernie Sanders dato per favorito e visto come fumo negli occhi da Wall Street.
Oro e bitcoin ringraziano