Cominciano a farsi sentire le prime conseguenze dell’ormai nota “Trade war”.
Alcoa Corp (NYSE:AA), colosso dell’alluminio, ha lanciato ieri sera a Borsa chiusa un allarme sugli utili: a causa dei dazi sull’alluminio e dell’aumento dei costi energetici, i target del 2018 non saranno raggiunti. Il titolo ha perso ben il 5% nel dopo Borsa.
Di pari passo nel Beige Book, il rapporto pubblicato ogni sei settimane sullo stato di salute dell’economia statunitense, si è palesata la preoccupazione degli industriali per l’aumento dei prezzi dei metalli e del legname, a danno del mercato della casa, come dimostra il calo dei nuovi cantieri.
Questi segnali, tuttavia, annegano di fronte ad una congiuntura comunque positiva: l’economia americana a luglio continua ad espandersi, seppur ad un “passo moderato o modesto”, segnala il rapporto, aggiungendo un nuovo tassello al prossimo aumento dei tassi Usa, confermato nella seconda audizione, stavolta al Congresso, del presidente della Fed Jerome Powell.
Una conferma in tal senso, arriva anche dalla forbice tra T-Bond e Bund che va sempre più allargandosi a favore del primo, che ha toccato i massimi rendimenti dal 2008.
Il dollaro forte e le positive trimestrali USA hanno alimentato il rally dei mercati degli ultimi giorni e a Wall Strett si comincia a respirare aria di nuovi record: l’indice S&P 500 (+0,22%) segna i massimi da cinque mesi, mentre il Dow Jones ha chiuso in rialzo per la quinta volta di fila. Poco mosso il Nasdaq (-0,01%).
La spunteranno i timori legati alla guerra commerciale in atto o i mercati che sembrano non volersi arrestare?
Chi vivrà vedrà, di certo la volatilità è dietro l’angolo.