Un'apparente significativa de-escalation del rischio geopolitico ha dato nuova linfa alla propensione al rischio. Il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato che la risposta all'omicidio di Soleimani è stata "conclusa". Il Presidente degli Stati Uniti Trump dalcanto suo ha utilizzato, nel discorso alla nazione, toni meno guerrafondai del previsto. Per il momento quello che taluni hanno definito il rischio di “una terza guerra mondiale” è stato scongiurato.
I movimenti più importanti hanno riguardato le obbligazioni, l'oro e lo yen; ma allo stesso tempo lo yuan cinese il massimo da oltre 5 mesi contro il biglietto verde e il dollaro USA e I titoli azionari hanno ripreso vigore. L'oscillazione selvaggia del petrolio (oltre il 10% in un solo giorno) riflette come i mercati siano sensibili al tema guerra. Nel frattempo l'indebolimento dello yen prosegue così come quella dell'oro L'inflazione cinese sotto le attese, con il CPI fermo a +4,5% (+4,7% il dato atteso, + 4,5% a novembre), ma un miglioramento del PPI a -0,5% (-0,4% atteso, -1,4% a novembre) hanno contribuito al mantenimento dei movimenti descritti.
Per quanto riguarda il forex notiamo una sottoperformance del JPY, un rafforzamento USD, mentre l'AUD prova a trovare un supporto così come EUR e GBP.
I dati odierni riguardavano l'Eurozona con il tasso di disoccupazione che per novembre invariato al 7,5%, a seguire le richieste settimanali di disoccupazione USA che dovrebbero rimanere intorno ai recenti livelli ovvero 220.000 (222.000 la scorsa settimana).
Poi attenzione alle parole di molti esponenti delle più importanti banche centrali. Il governatore della Banca d'Inghilterra Carney ha già parlato lasciano intendere misure espansive all'orizzonte (la Sterlina ha perso valore), poi per quanto riguarda la FED attensione al vicepresidente Richard Clarida tra pochi minuti, a Neel Kashkari alle 15:30, mentre John Williams alle 17:30. Nel tardo pomeriggio dovrebbe parlare anche Poloz, della BoC.