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Un certificato su Tesla e Volkswagen al 17,40% anno

Pubblicato 25.07.2022, 11:36
Aggiornato 26.04.2022, 10:40

Il dibattito sulla mobilità elettrica continua a tenere banco. Da una parte c’è chi sostiene che non sia affatto utile a risolvere gli impatti sull’ambiente, in quanto le riduzioni di emissioni sono più che compensate dai futuri problemi di smaltimento oltre che dall’enorme sfruttamento dei materiali necessari a produrre i componenti delle nuove vetture. Dall’altra parte invece troviamo le principali case automobilistiche, tutte orientate chi nel breve e chi nel lungo periodo, ad eliminare dalla produzione i motori a combustione per orientarsi verso una gamma 100% elettrica.

Non essendo un tecnico non entro nel merito di quale delle due filosofie sia corretta ma mi limito all’analisi economica. Che la produzione di veicoli elettrici sia un trend è assolutamente innegabile, come lo è il fatto che ad oggi, se si parla di questa tipologia di veicoli, il primo marchio che balza alla mente è senza dubbio Tesla (NASDAQ:TSLA). L’azienda di Elon Musk ha pubblicato settimana scorsa la sua trimestrale e nonostante i lockdown in Cina che hanno limitato la produzione nella gigafactory di Shanghai, quello appena trascorso è stato il trimestre con la produzione più elevata della sua storia. In particolare, viene evidenziato come lo stabilimento di Berlino abbia superato i 1.000 veicoli a settimana e con il costante incremento di tutte le gigafactory l’azienda si attende un secondo semestre da record.

Andamento Tesla; fonte: Investing.com

Dal punto di vista grafico, anche Tesla, come gran parte dei titoli tech americani, ha toccato il suo massimo tra ottobre e novembre 2021, arrivando a 1.243$. Da li, sulla scia della debolezza dei listini ha stornato fino all’area 800$ prima del corposo rimbalzo di marzo che l’ha riportata sopra i 1.000$. In seguito ha sofferto il sell off generalizzato che ha portato la quotazione sui minimi dell’anno a 620$. Oggi troviamo Tesla a 816$.

Tra i produttori tradizionali, chi sta spingendo maggiormente sulla conversione elettrica della sua gamma veicoli è sicuramente Volkswagen (ETR:VOWG). Il piano dovrebbe prevedere di convertire totalmente verso i motori elettrici la produzione entro il 2035, con un massivo lancio già entro il 2025. Il condizionale è però d’obbligo in quanto è notizia di venerdì la cacciata del presidente pro elettrico Diess, e la sua sostituzione con Oliver Blume, il n.1 di Porsche, che in passato ha anche esplorato lo sviluppo di carburanti sintetici e si rivela quindi aperto anche ad altre strade. Il mercato, a cui piace sempre poco l’incertezza, penalizza Volkswagen che in questo momento perde il 2,86% con un Dax sulla parità.

Andamento Tesla; fonte: Investing.com


Dopo il massimo toccato a 252€ a marzo 2021, la quotazione del titolo ha iniziato una lenta e costante discesa fino ai 120€ di inizio luglio. Area 120/130€ è stata spesso area di forte supporto per il prezzo e potrebbe esserlo anche in questa occasione.

Nonostante i due momenti contrapposti, con Tesla in buona salita e Volkswagen che continua a faticare, ritengo tra i due il produttore americano quello più rischioso, a causa della sua volatilità storica. Per questo ho ritenuto particolarmente interessante un certificato di Vontobel che vede queste due società come sottostanti, con Tesla però sopra strike del 12% e Volkswagen sotto del 13%. Proprio il ritardo sul prezzo iniziale della casa di Wolfsburg, permette l’acquisto sotto la pari del certificato, a 98€. Le barriere di protezione sono poste a 435$ per Tesla e 93€ per Volkswagen, e nonostante la volatilità dei sottostanti e del settore, reputo siano sufficientemente protettive, data anche la scadenza del prodotto a giugno 2024.

In caso di tenuta delle barriere ai prezzi sopracitati, il certificato paga una cedola mensile del 1,45%, per un flusso cedolare annuo del 17,40%. Se dovesse arrivare a scadenza, con l’acquisto sotto la pari, il rendimento annuo si alzerebbe di circa un punto percentuale.

Particolarmente interessante anche l’opportunità autocall anticipato. Ricordo che l’opzione autocall prevede il rimborso anticipato al nominale qualora al momento dell’osservazione cedola, tutti i sottostanti siano sopra ad un determinato prezzo. In questo caso la prima osservazione disponibile è quella di ottobre al 95% del prezzo di strike (discendente ogni semestre del 5% fino all’80%). Se da qui ad ottobre Volkswagen recuperasse poco più di metà del suo gap attuale, allora il certificato potrebbe essere richiamato anticipatamente al nominale di 100, pagando tre cedole del 1,45% cui sommare due punti di capital gain, con un rendimento del 6,5% in due mesi e mezzo.

Riepilogando quindi, le caratteristiche interessanti di questo certificato sono:
- solamente due sottostanti da osservare;
- titolo più volatile attualente sopra strike e quindi con un margine di sicurezza aggiuntivo;
- flusso cedolare importante e pari al 1,45% mensile e 17,40% annuo;
- barriere al 60% dei prezzi di strike, su livelli che sembrano attualmente difficilmente avvicinabili dai due sottostanti;
- possibilità di richiamo anticipato già ad ottobre con un buon gain in caso di parziale recuper di Volkswagen.

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Ultimi commenti

Buongiorno Dott. Pavan gentilmente potrebbe fornirci anche l'isin del certificato . grazie mille
Buongiorno, eccolo DE000VV3KQP4
grazie ancora
Ma perche non scrivete mai gli ISIN ????
Eccolo DE000VV3KQP4
Isin ?
DE000VV3KQP4
Sei un grande !!! Dammi anche isin che faccio check su cedlab
DE000VV3KQP4
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