Mostra ancora tutte le sue difficoltà nel medio o lungo termine Unicredit (MI:CRDI) che, per l’ennesima volta, è stata respinta dalla prima resistenza a 14,88 euro (2^ resistenza area 15.35 euro).
Come già accennato in precedenza, il non superamento di questo primo ostacolo avrebbe riportato i corsi a 14.69 euro e successivamente con quest’ultima violazione fino a 14.50 euro in prima battuta.
Nella sessione odierna il titolo bancario è tornato al centro delle vendite (guida i ribassi del principale listino) ed in mancanza di una repentina reazione i corsi potrebbero proseguire la discesa (con rottura di 14.28 euro) fino in area 14.0 euro (1° target) la cui violazione farà scattare ulteriori segnali negativi con conseguente raggiungimento di area 13.80 euro, riferimento tanto atteso che in diverse occasioni è stato un trampolino di lancio (conosciuto ormai da tutti e quindi potrebbe trasformarsi in trappola) per le quotazioni.
I primi, timidi e REALI segnali di ripresa giungeranno solo oltre area 15.35 euro in chiusura di seduta e con tenuta settimanale per il test a 16.0 euro (1° target).
Come già accennato in precedenza, nel breve termine (quando Piazza Affari è in deciso verde) il titolo riesce ancora a dire la sua grazie all’oscillazione tra 13.80 e 14.88 euro ma nel medio o lungo periodo (come avvenuto negli ultimi 10 anni: -86%), non riesce probabilmente ancora a convincere gli investitori.
Sociètè G. ha tagliato il target price di Unicredit da 19.4 a 16.6 euro a causa di un basso tasso di crescita dei ricavi; Equita Sim ha ridotto il t.p. da 23.7 a 21.5 euro in seguito alla riduzione della stima sui coefficienti patrimoniali per l’esercizio in corso.
Indicatori tecnici (sett.):
RSI(14)Vendere
STOCH (9,6)Vendere
STOCHRSI (14)Vendere
MACD(12,26)Vendere
ATR(14)Più volatilità
CCI(14)Neutrale
ADX(14)Vendere
ROC Vendere
UO Vendere
Williams R: ipervenduto.
Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; entrambe sono inferiori alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria è in atto l’orientamento più ribassista possibile.
Il CET1 ratio fully loaded di Gruppo è confermato tra il 12,3 per cento e il 12,6 per cento alla fine del 2018 e al di sopra del 12,5 per cento alla fine del 2019, agli attuali livelli di spread sui BTP4Il rundown accelerato del portafoglio non core procede secondo i piani.
Nuovo target per le esposizioni deteriorate lorde a €19 mld alla fine del 2018, Trasformazione del modello operativo in anticipo rispetto al piano, con l’84 per cento delle chiusure di filiali previste e l’87 per cento di riduzione del personale raggiunto.
Iniziative commerciali strategiche e la revisione dei processi “end-to-end”(E2E) in corso.