Unicredit (MI:CRDI) è pronta a rilevare Mps (MI:BMPS). Penserete che alla fine Orcel abbia ceduto.
Facciamo un passo indietro, dove eravamo rimasti ?
Nel mio ultimo articolo sul "risiko" bancario sottilineavo come questo settore sembrava essere destinato a vivere un momento da protagonista. L’indicedelle banche italiane ha avuto un notevole rialzo del 30% da inizio anno fino a giugno, arrivando ai massimi di febbraio 2020, e nel mese di luglio un forte ribasso del 15% iniziando l'inversione del trend o meglio un impulso ribassista. Facevo notare che c'era la possibilià che il ritracciamento potesse diventare più profondo del previsto (0,5% - 0,618%) e quindi a quel punto, avremmo attenzionato area 8800 euro. Così è stato, per poi recuperare in parte e ritornando in area 9,100 - 9,200 euro. A favore del settore hanno giovano le indicazioni dell'Unione Europea, la fine del divieto dei dividendi, il rinnovo della garanzia sulle cartolarizzazioni per agevolare lo smobilizzo dei crediti in sofferenza dai bilanci delle banche e degli intermediari finanziari.
Da tempo ci si sta preparando a fusioni e aggregazioni.
Questo fenomeno riguarda tutti, proprio come ha affermato il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, è dovuto dalla scarsa redditività del settore che proietta le
banche verso l'ottimizzazione dei costi inoltre ha sottolineato come il CET1 Ratio del settore bancario sia salito del 3% rispetto agli anni precedenti mediante l’effetto positivo delle cessioni dei crediti deteriorati. In definitiva la distanza con gli altri istituti europei si è assottigliata.
In questi mesi la concorrenza di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) con l'acquisizione di UBI (MI:UBI), l'aiuto del governo sotto forma di benefici fiscali miliardari come le DTA (deferred tax asset, imposte differite) a favore di un eventuale acquirente della banca Mps (quasi 3,8 miliardi di euro - Decreto Sostegni bis) s,tanno incentivando Unicredit all'acquisto del 51% di Banca Monte dei Paschi (MI:BMPS) ad un valore simbolico, cui seguirebbe un OPA, con il Tesoro che manterrebbe una quota del 13%. Mentre un’eventuale operazione con Banco Bpm (MI:BAMI) permetterebbe di arrivare a più di 4 miliardi di euro (sotto forma di benefici).
Ma il Banco Bpm (MI:PMII) sta lavorando per essere uno dei tre gruppi leader in Italia e non ha nessuna intenzione (a detta loro) di essere una pedina in mano ad altri giocatori, dall'altra parte c'è Orcel che non pensa minimamente a caricarsi sulle spalle la "zavorra" Montepaschi senza le dovute misure di sicurezza e con la possibilità di puntare al premio Bpm più che Bper (MI:EMII).
Questa mossa sullo scacchiere, per Orcel che nei mesi scorsi faceva trapelare i suoi dubbi al riguardo (negli stress test condotti da Eba, MPS risulta tra le peggiori 50 banche, rischia di fallire e ciò potrebbe avere conseguenze sia per l’Italia che per l’Unione Europea perchè brucerebbero 265 miliardi di capitale in un triennio) ormai "svaniti", determinerà il programma ambizioso di Unicredit che punta ad una crescita sostenibile e non a fare "solo un favore" al Tesoro che è costretto a cedere il 64% delle quote di Mps come in accordo con l'Unione Europea. Infatti la banca di piazza gae Aulenti è in trattativa per acquistare una parte degli asset che possono convivere con quelli già presenti nel paniere, e soprattutto alle condizioni giuste.
La proposta del CEO di Unicredit è ragionevole a detta di molti, in questo caso "particolare" è lo Stato che ha proposto ad Unicredit di valutare l'aquisizione di alcuni asset della banca senese, cioè l'accrescimento significativo dell’utile per azione, che i "crediti deteriorati" (NPL) non condizionino Unicredit ad un aumento di capitale, come "prevede" in questi casi la Bce. In sostanza, la banca milanese vuole tutelare il proprio patrimonio di base (Tier 1) che costituisce la componente di "base" del capitale di rischio della banca stessa, fatta da capitale azionario, di riserve e di utili non distribuiti mentre sono escluse le azioni proprie, l’avviamento, le immobilizzazioni immateriali, le perdite e anche le rettifiche di valore cioè il portafoglio di negoziazione.
Tutto questo rafforzerebbe la posizione competitiva in Italia della banca milanese; Mps ha 4 milioni di clienti con 87 miliardi di euro depositati, 62 miliardi di masse in gestione e 42 miliardi di masse in amministrazione; aumentando la sua presenza soprattutto nel Centro-Nord.
Intanto negli ultimi sei mesi ha avuto una forte crescita.
L'utile netto è in rialzo del 25% , il RoTE (Return on Tagible Equity) in aumento del 7,7%. Sul fronte ricavi ha registrato nel trimestre 4,398 miliardi rispetto ai 4,251 miliardi attesi, il risultato positivo è dovuto principalmente dalla diminuzione degli oneri sistemici e dal minore contributo negativo di Yapi Kredi dopo la riduzione delle sue quote. Le Commissioni di 1,7 miliardi sono in rialzo del 22% grazie alle forti vendite dei prodotti assicurativi e di risparmio. I dividendi sono cresciuti del 102% (125 milioni di euro) mentre i costi operativi in rialzo del 2% (2,5 miliardi) con un rapporto costo/ricavo (uno strumento di contabilità dei costi nel determinare la redditività complessiva) del 56%.
Per il 2021, si attendono ricavi in linea con la guidance precedente di circa 17,1 miliardi e costi di 9,9 miliardi.
Exane, dopo la notizia che la banca è in trattativa per rilevare una parte di Mps, ha rivisto il traget price al rialzo fino a 12,7 euro mentre Equita Sim ha cambiato il suo giudizio da hold a buy, con target price a 13 euro anche per risultati del secondo trimestre.
Negli scorsi mesi abbiamo assistito ad un "calo di interesse" da parte degli investitori e di conseguenza ad un gap-down che ha ampliato la fase correttiva del prezzo trovando poi "supporto" sulla media mobile (50) che corrisponde anche al livello 0.382% di Fibonacci. La fase costruttiva rimane "per ora" rialzista ma penso che non
sia da escludere un possibile test "al ribasso" in area 9,6 - 9,4 euro oppure più profondo fino a 9 euro. Nel lungo termine il target price reale potrebbe essere 11,5 euro.
Ma se la vera conquista fosse BPM?
Infatti le voci "insistenti" che circolavano nei mersi scorsi erano riferite ad un interesse da parte di Unicredit verso BPM con la possibilità di un'offerta pubblica di acquisto (OPA) verso la banca. In quel caso fu lo stesso Orcel a disinnescare il tumulto di un eventuale interesse, per via del fatto che l’operazione non fosse più conveniente essendo il titolo cresciuto di molto (25%). Ma non è detto, perchè anche l'interesse verso Mps sembrava non esserci e invece c'è.
Un’eventuale M&A Unicredit-Mps-BPM porterebbe all’assestamento del sistema bancario e alla creazione del principale polo bancario nazionale con la forte risonanza di avere un marchio "prestigioso" , quello della banca più antica del mondo. Ma attenzione ad eventuali sorprese, come il terzo polo con BPM-Bper con Unipol (MI:UNPI) coinvolta (un gruppo da 300 miliardi di euro).
La trattativa Unicredit - Tesoro sta avendo (ovviamente) anche un risvolto politico.
Diverse forze politiche sono contrarie a una soluzione penalizzante per i dipendenti, a quanto pare produrrebbe migliaia di esuberi, si è parlato di un taglio di 6 mila dipendenti su 20.000 totali. Molti vedono un conflitto di interessi tra un noto partito legato storicamente alla banca e il buon fine della vicenda che porterebbe ad elezioni molto più "tranquille", altri hanno proposto di far diventare Mps "la terza banca nazionale" ma ciò non è fattibile perchè comporterebbe il Bail-in (salvataggio dall’interno che è un meccanismo che serve per il risanamento di enti creditizi e imprese teso ad evitare che il salvataggio di una banca sia effettuato mediante impiego di fondi pubblici) e l'intervento del BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive).
Tuttavia ci sono da mettere in conto sia i fattori positivi che negativi in questa vicenda. Cosa ne pensate (al di là del vostro orientamento politico)? Non va dimenticato che condizioni "simili" sono quelle chieste anche Messina (CEO Intesa San Poalo) quando acquisì le banche venete.
Una cosa appare certa: Unicredit resta al centro di qualunque scenario.
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