Rassegna giornaliera sul mercato forex 28.01.2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.
Allacciate le cinture di sicurezza, questa sarà una settimana piuttosto movimentata per il mercato forex. In agenda abbiamo 3 decisioni sui tassi di interesse da parte di altrettante banche centrali, report sull’inflazione, dati sull’occupazione non agricola, PIL, PMI cinese e una serie di altri dati economici importanti. Lunedì è stato un inizio tranquillo, ma l’andamento dei titoli e l’impennata del cambio USD/JPY ci dicono che gli investitori hanno avuto un approccio positivo verso la settimana. Questo sentimento è dovuto alla decisione dell’UE di prorogare di tre mesi la scadenza per la Brexit e alle dichiarazioni del Presidente Trump in merito alla possibile firma del patto con la Cina durante il vertice APEC che si terrà il mese prossimo in Cile. La Brexit e le tensioni USA-Cina sono stati i due principali rischi per l’economia globale quest’anno e, sebbene non siano rischi del tutto scomparsi, gli sviluppi di oggi ci indicano che ci si sta muovendo nella direzione giusta. Con l’indice S&P 500 ai massimi storici, gli investitori sono sicuramente contenti.
Un certo incoraggiamento arriva anche dalla possibilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve prima della fine dell’anno. Solitamente, i tagli dei tassi di interesse sono preceduti da un indebolimento della valuta, mentre il cambio USD/JPY ha toccato oggi il massimo di 7 settimane superando quota 109. I future dei fondi Fed che danno al 90% la possibilità di un intervento questo mercoledì ci indicano che gli investitori si attendono l’ultimo intervento dell’anno. L’ultima decisione di tagliare i tassi non è stata unanime e anche questa settimana è possibile che ci siano delle resistenze interne. Tuttavia, il rallentamento dell’attività del settore manifatturiero e di quello dei servizi, insieme al calo dell’inflazione sono la prova che bisogna agire. Detto ciò, crediamo che il cambio USD/JPY possa riscendere in vista dell’annuncio della Fed e la media mobile su 200 giorni di 109,00 potrebbe rappresentare la barriera perfetta a ulteriori rialzi.
Anche la Banca del Canada e la Banca del Giappone terranno i rispettivi vertici di politica monetaria, ma l’andamento delle valute questa settimana sarà dettato probabilmente dai dati USA e la richiesta di dollari dal mercato. Oltre al FOMC questa settimana sono attesi i dati sul PIL del terzo trimestre e i dati di ottobre sull’occupazione non agricola (NFP). I dati sul PIL potrebbero avere un impatto maggiore rispetto ai dati NFP, visto che saranno rilasciati poche ore prima dell’annuncio della Fed. Una spesa dei consumatori più debole suggerisce che la crescita rallenterà; gli economisti prevedono un calo all’1,5% dal 2% del trimestre precedente.
La valuta più forte della giornata è stata la sterlina. Anche se il Parlamento britannico ha respinto la richiesta di elezioni anticipate avanzata dal Premier Johnson, il mercato ha accolto bene la notizia della proroga di tre mesi concessa dall’UE, che include la possibilità di uscire anche prima. L’UE ha inoltre escluso ulteriori negoziati sull’accordo di uscita, come sperava lo stesso Johnson. Ora il Regno Unito ha un percorso chiaro da fare e, sebbene Johnson spinga per nuove elezioni, bisognerà concentrarsi sull’impatto della Brexit sull’economia del Regno Unito. Nel breve termine ci aspettiamo un’impennata della sterlina, ma nel lungo termine l’economia soffrirà gli effetti della Brexit.
Le valute più deboli sono state invece le tradizionali valute rifugio, yen giapponese e franco svizzero. Neanche il dollaro neozelandese è riuscito ad approfittare del miglioramento della propensione al rischio. E questo è strano perché gli sviluppi positivi delle trattative USA-Cina dovrebbero spingere il NZD. Tuttavia, la Reserve Bank of New Zealand è una delle due banche da cui si attende un taglio di interessi quest’anno, e resterà l’unica se la Fed deciderà di farlo questo mercoledì.