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Volkswagen: il maxi-dividendo nasconde i guai del software

Pubblicato 19.12.2022, 14:28
Aggiornato 05.03.2021, 16:55
Borsa positiva: oggi il titolo perde meno della maxi-cedola straordinaria (19,06 euro) che viene staccata per distribuire i proventi dell’Ipo di Porsche (F:P911_p). Giovedì il consiglio di sorveglianza farà il punto sui ritardi dell’elettrico e del software. Porsche da oggi nel Dax.

Distribuiti agli azionisti 9,5 miliardi di euro.

Grande prova del titolo Volkswagen (ETR:VOWG) oggi nel primo giorno di quotazione ex dividendo straordinario: il prezzo rettificato per lo stacco della cedola segna un rialzo del 4% sulla quotazione di venerdì. La settimana scorsa l’assemblea straordinaria ha approvato un dividendo speciale da 19,06 euro per azione per distribuire ai soci circa 9,5 miliardi di euro, vale a dire il 49% di quanto incassato a settembre con l’Ipo di Porsche. Oggi l’azione Volkswagen privilegiata è scambiata a  123,7 euro, cioè solo 12 euro in meno rispetto alla chiusura di venerdì (136,54 euro). Il dividendo sarà pagato il prossimo 9 gennaio.

Cariad (la società del software) sotto la lente.


La reazione della Borsa sembra un buon viatico per il Ceo di Volkswagen, Oliver Blume, che giovedì prossimo, 22 dicembre, dovrà affrontare un’impegnativa riunione del consiglio di sorveglianza che ha chiesto un aggiornamento sulla situazione dei suoi piani. Tra i compiti più urgenti c'è quello di risolvere i problemi di Cariad, la divisione per il software, i cui intoppi hanno fatto sì che VW ritardasse di almeno due anni il fondamentale progetto Trinity per le auto elettriche. 
In una recente intervista a Bloomberg Tv, Blume non ha dato una risposta netta alla domanda su quando sarà pronto un sistema di guida totalmente autonoma di Volkswagen. Il manager ha detto che il gruppo continuerà  a investire pesantemente nel software e per questo è di strategica importanza che Volkswagen abbia una posizione finanziaria particolarmente robusta.  Obiettivo che ha potuto raggiungere grazie all’Ipo di Porsche, che le permetterà di chiudere il bilancio 2022 con una posizione finanziaria netta positiva di 40,8 miliardi (è la stima media degli analisti) dai 26,6 miliardi di fine 2021.

Torna l’esigenza di accelerare sull’elettrico.


Secondo Bloomberg, il management di Volkswagen è sotto pressione per accelerare la svolta verso i veicoli elettrici, dopo che discordie interne e ritardi nel software hanno fatto slittare il lancio di modelli chiave di Audi e Porsche. Il Ceo Blume starebbe rivalutando alcune delle strategie del suo predecessore, Herbert Diess, il quale avrebbe voluto fare muovere il gruppo in maniera molto più veloce verso l’elettrico nel tentativo di recuperare il ritardo rispetto a Tesla (NASDAQ:TSLA). Pare che oggi la scelta di quale nuovo modello elettrico costruire e in quali fabbriche dipenda da Cariad, cioè dalla velocità con cui saranno sviluppate le diverse piattaforme di software.

L’inflazione rischia di erodere i margini.


Intanto il Cfo Arno Antlitz non nasconde che il 2023 potrebbe essere un anno ancora difficile per la logistica e la catena delle forniture e in più l’inflazione potrebbe erodere i margini, dato che la Casa tedesca non prevede di riuscire a trasferire sui consumatori il 100% dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. 
Interpellato dai giornalisti venerdì scorso, Antlitz ha detto che Volkswagen si concentrerà sull'aumento della produttività. Oggi Volkswagen ha un portafoglio ordini in Europa di 1,8 milioni di veicoli e la domanda supera di gran lunga il ritmo dell'offerta, ma l'approvvigionamento di chip rimane limitato.  In più, al pari delle concorrenti Mercedes e Tesla,  Volkswagen nel 2023 dovrà fronteggiare il rallentamento della domanda in Cina. Il mese scorso VW ha tagliato i suoi obiettivi di vendita nel Paese asiatico del 14%, Mercedes ha abbassato i prezzi e Tesla ha fermato la produzione della Model Y nella fabbrica di Shanghai.

Porsche da oggi nel Dax. Investitori preoccupati per il doppio ruolo di Blume.

In questo quadro, scrive il Financial Times, non mancano gli investitori preoccupati per il doppio ruolo di Oliver Blume, che resta Ceo di Volkswagen e Ceo di Porsche, con quest’ultima sembra dare più soddisfazioni al manager. Da oggi Porsche è entrata nell’indice Dax battendo ogni record di velocità dal giorno dell’Ipo all’ingresso nel paniere delle blue chip tedesche. Dal 29 settembre, giorno della prima quotazione in Borsa, Porsche è salita del 14% arrivando a una capitalizzazione di 89,4 miliardi di euro.
Nello stesso periodo l’azione Volkswagen è salita del 5% e la capitalizzazione oggi è di 78,3 miliardi, più bassa di quella della ex controllata. Volkswagen continua a godere di un forte apprezzamento da parte degli analisti: su 20 esperti che coprono il titolo, 12 consigliano di comprare e solo tre suggeriscono di vendere. La media dei target price è 186 euro.

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