Quella di ieri è stata una sessione abbastanza tranquilla, senza notizie particolari capaci di guidare il sentiment degli investitori. Le questioni in ballo sono sempre quelle: gli stimoli fiscali e il virus con le sue varianti, ma a quanto pare ciò che prevale è senz'altro l'ottimismo sull'approvazione del piano fiscale USA. I Democratici potrebbero far passare il disegno di legge senza l'approvazione dei Repubblicani, consentendo anche di calibrare al rialzo la somma prevista.
I mercati azionari, in tutto questo contesto, continuano ad aggiornare massimi su massimi, seppur senza prendere uno slancio definitivo. È probabile che il trend prosegua, anche oggi i futures suggeriscono un'apertura positiva tanto per l'S&P 500 quanto per il Nasdaq.
Nel forex la propensione al rischio ha picchiato duro sul dollaro USA, dando alla maggior parte delle altre valute il via libera per avanzare. Lecito chiedersi se questa battuta d'arresto del biglietto verde sarà un semplice pit stop (dopo recenti apprezzamenti) o se assisteremo nuovamente a un trend ribassista.
Un'altra nota positiva è rappresentata dai fondamentali statunitensi, che appaiono solidi. Pur tenendo conto della recente debolezza del mercato del lavoro, l'economia americana è ancora molto più forte di quella dell'Eurozona e tutta la spesa federale in entrata potrebbe accelerare ulteriormente la ripresa. Una forte ripresa potrebbe accrescere ulteriormente la propensione al rischio a scapito della valuta di riserva e fin tanto che la FED non accennerà a una possibile normalizzazione della politica monetaria si potrebbe procedere su questi binari.
I prossimi dati sull'inflazione USA potrebbero rendere questo quadro più chiaro. Le previsioni suggeriscono che il tasso annuale dell'IPC dovrebbe attestarsi all'1,5% a gennaio, in rialzo dall'1,4% di dicembre. Il core dovrebbe scendere all'1,5%, dall'1,6% precedente.
Per quanto riguarda l'inflazione gli analisti continuano a dirci che i rischi sono inclinati al rialzo, soprattutto dopo ciò che hanno rivelato gli ultimi PMI. L'indagine ISM sulla produzione ha mostrato un forte aumento dei prezzi pagati dalle imprese, mentre le indagini di Markit hanno suggerito che anche le imprese hanno trasferito questi maggiori costi sui consumatori. Quindi attenzione, perché l'inflazione potrebbe risvegliarsi prima del previsto.
Per quanto riguarda la reazione del mercato, se l'inflazione dovesse accelerare prima che il gigantesco pacchetto di aiuti da $ 1,9 trilioni venga varato, potrebbe intensificare le speculazioni su quanto velocemente la Fed potrebbe iniziare a ridurre il QE. Ciò si tradurrebbe in un rimbalzo del dollaro e una correzione dei mercati azionari.
Sempre lato forex, segnaliamo come la sterlina stia continuando a capitalizzare sui problemi del dollaro, difatti il Cable è giunto su livelli che non si vedevano dall'inizio del 2018. L'economia del Regno Unito è ancora in un buco nero, ma il rapido ritmo delle vaccinazioni potrebbe agevolare una ripresa più forte del previsto.
Infine, sui mercati delle materie prime i prezzi del greggio hanno continuato la loro inarrestabile marcia verso l'alto, sostenuti dal calo delle scorte e dalle aspettative di una vigorosa domanda futura. In questo caso l'ultimo scivolone del dollaro potrebbe aver avuto un ruolo importante.