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Conferenza stampa della Bce. Francoforte sul Meno, 25 gennaio 2018

Da Banca Centrale Europea25.01.2018 14:45
 

CONFERENZA STAMPA

Mario Draghi, Presidente della BCE,
Vítor Constâncio, Vicepresidente della BCE,
Francoforte sul Meno, 25 gennaio 2018.

DICHIARAZIONE INTRODUTTIVA

Signore, Signori, desidero anzitutto porgere i miei auguri di Buon Anno. È con grande piacere che insieme al Vicepresidente vi do il benvenuto a questa conferenza stampa. Vi esponiamo ora gli esiti della riunione odierna del Consiglio direttivo, alla quale ha assistito anche il Vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.

Sulla base della consueta analisi economica e monetaria abbiamo deciso di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE. Continuiamo ad attenderci che rimangano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte dei nostri acquisti netti di attività.

Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, confermiamo l’intenzione di proseguire gli acquisti netti di attività, al nuovo ritmo mensile di 30 miliardi di euro, sino alla fine di settembre 2018, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio direttivo non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione. Se le prospettive diverranno meno favorevoli, o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, siamo pronti a incrementare il programma di acquisto di attività (PAA) in termini di entità e/o durata. L’Eurosistema reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario. Ciò contribuirà sia a condizioni di liquidità favorevoli sia a un orientamento di politica monetaria adeguato.

Le nuove informazioni confermano un ritmo robusto di espansione dell’economia, che ha mostrato un’accelerazione superiore alle aspettative nella seconda metà del 2017. Il forte slancio congiunturale, la riduzione in atto del sottoutilizzo delle risorse nell’economia e il crescente grado di utilizzo della capacità produttiva ci inducono ancor più a confidare che l’inflazione convergerà verso il nostro obiettivo di un tasso inferiore ma prossimo al 2%. Allo stesso tempo le pressioni interne sui prezzi restano nel complesso moderate e devono ancora mostrare segnali convincenti di una protratta tendenza al rialzo. In questo contesto, la recente volatilità del tasso di cambio rappresenta una fonte di incertezza da tenere sotto osservazione per le possibili implicazioni sulle prospettive a medio termine della stabilità dei prezzi. Nel complesso permane la necessità di un ampio grado di stimolo monetario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo. Il perdurare del sostegno monetario deriva dagli acquisti netti di attività, dalle notevoli consistenze acquistate e dai prossimi reinvestimenti, nonché dalle nostre indicazioni prospettiche sui tassi di interesse.

Passo ora a illustrare la nostra valutazione in maggior dettaglio, a iniziare dall’analisi economica. Nel terzo trimestre del 2017 il PIL in termini reali è aumentato dello 0,7% sul periodo precedente, dopo avere registrato una crescita analoga nel secondo trimestre. I dati economici più recenti e i risultati delle ultime indagini congiunturali indicano il procedere di una dinamica espansiva forte e generalizzata al volgere dell’anno. Le nostre misure di politica monetaria, che hanno agevolato il processo di riduzione della leva finanziaria, continuano a sorreggere la domanda interna. I consumi privati sono sostenuti dall’incremento dell’occupazione, che a sua volta beneficia delle passate riforme del mercato del lavoro, e dalla crescente ricchezza delle famiglie. Gli investimenti delle imprese seguitano a rafforzarsi per effetto delle condizioni di finanziamento molto favorevoli, dell’aumento della redditività delle imprese e della solidità della domanda. Gli investimenti nell’edilizia residenziale hanno registrato un ulteriore miglioramento negli ultimi trimestri. In aggiunta, l’espansione generalizzata a livello globale sospinge le esportazioni dell’area dell’euro.

Si ritiene che i rischi per le prospettive di crescita siano sostanzialmente bilanciati nell’area dell’euro. Da un lato, il forte slancio congiunturale osservato potrebbe dar luogo a ulteriori sviluppi positivi per la crescita nel breve periodo. Dall’altro lato, i rischi al ribasso restano connessi principalmente a fattori di carattere globale, compresi gli andamenti nei mercati valutari.

Nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC è scesa all’1,4% nel dicembre 2017, rispetto all’1,5% di novembre. Questa evoluzione riflette soprattutto l’andamento dei prezzi dell’energia. In prospettiva, sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva si collochi intorno ai livelli attuali nei prossimi mesi. Quanto all’inflazione di fondo, le stime restano moderate – in parte a causa di fattori straordinari – e devono ancora mostrare segnali convincenti di una protratta tendenza al rialzo. Tuttavia, guardando al futuro, dovrebbero aumentare gradualmente nel medio periodo, sostenute dalle nostre misure di politica monetaria, dal perdurare dell’espansione economica, dalla corrispondente riduzione della capacità inutilizzata nell’economia e dalla più vigorosa dinamica salariale.

Passando all’analisi monetaria, l’aggregato monetario ampio (M3) continua ad aumentare a un ritmo sostenuto, registrando un tasso di crescita sui dodici mesi del 4,9% a novembre scorso, dopo il 5,0% di ottobre; questa evoluzione riflette l’impatto delle misure di politica monetaria della BCE e il basso costo opportunità di detenere i depositi più liquidi. Pertanto, l’aggregato monetario ristretto (M1) ha continuato a fornire il contributo principale all’espansione dell’aggregato monetario ampio, crescendo sui dodici mesi a un ritmo del 9,1% a novembre, dopo il 9,4% di ottobre.

Procede la ripresa dell’espansione dei prestiti al settore privato che si osserva dagli inizi del 2014. A novembre scorso il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie è aumentato al 3,1%, dopo il 2,9% di ottobre, mentre quello dei prestiti alle famiglie si è collocato al 2,8% a novembre, a fronte del 2,7% di ottobre. L’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro per il quarto trimestre del 2017 indica che la crescita dei prestiti continua a essere sostenuta dall’incremento della domanda e da un ulteriore allentamento delle condizioni complessive per la concessione del credito.

La trasmissione delle misure di politica monetaria in atto da giugno 2014 continua a sostenere in maniera significativa le condizioni di prestito per famiglie e imprese, l’accesso al finanziamento – in particolare per le piccole e medie imprese – e i flussi di credito nell’intera area dell’euro.

In sintesi, la verifica incrociata degli esiti dell’analisi economica con le indicazioni derivanti dall’analisi monetaria ha confermato la necessità di un ampio grado di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2%.

Per fruire appieno dei benefici derivanti dalle nostre misure di politica monetaria, le altre politiche devono fornire un contributo decisivo al rafforzamento del potenziale di crescita a più lungo termine e alla riduzione delle vulnerabilità. L’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro va considerevolmente accelerata per consolidare la capacità di tenuta, ridurre la disoccupazione strutturale e rafforzare la produttività e il potenziale di crescita dell’area. Quanto alle politiche di bilancio, l’espansione sempre più solida e generalizzata rafforza le ragioni per ricostituire margini di manovra nelle finanze pubbliche. Ciò è particolarmente importante per i paesi in cui il debito pubblico resta elevato. A tutti i paesi gioverebbe intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita. Una piena, trasparente e coerente attuazione del Patto di stabilità e crescita e della procedura per gli squilibri macroeconomici, nel tempo e nei vari paesi, resta essenziale per consolidare la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro. Rafforzare l’Unione economica e monetaria resta una priorità. Il Consiglio direttivo apprezza il dibattito in corso sul completamento dell’unione bancaria e dell’unione dei mercati dei capitali, nonché sull’ulteriore approfondimento dell’Unione economica e monetaria.

Siamo ora a disposizione per rispondere alle vostre domande.

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