Procter & Gamble Company (PG)

145,00
+7,80(+5,69%)
  • Volume:
    40
  • Denaro/Lettera:
    0,00/0,00
  • Min-Max gg:
    145,00 - 145,00
Scambiato vicino al massimo di 52 settimane

Procter&Gamble ha toccato il prezzo maggiore di scambi toccato nell’ultimo anno (periodo di 52 settimane). Si tratta di un indicatore tecnico che può essere utilizzato per analizzare il valore attuale del titolo e prevedere il futuro andamento dei prezzi.

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PG Cronologia Dati

Time Frame:
Giornaliero
12.08.2021 - 28.05.2023
145,00145,00145,00145,000,04K+5.69%
137,20137,20137,20137,200,04K-2.90%
141,30141,30141,30141,300,01K-5.39%
149,35149,35149,35149,350,03K-1.03%
150,90150,90150,90150,900,01K+15.76%
130,36130,36130,36130,360,29K-2.18%
133,26133,26133,26133,260,01K-11.12%
149,94149,94149,94149,940,01K+2.66%
146,05146,05146,05146,050,03K+0.45%
145,39145,39145,39145,390,03K-10.25%
162,00162,00162,00162,000,03K+1.17%
160,12160,12160,12160,120,34K-1.77%
163,00163,00163,00163,000,05K+0.62%
162,00162,00162,00162,000,04K-1.82%
165,00164,60165,00164,600,14K+4.45%
157,97157,97157,97157,970,06K+7.32%
147,20147,20147,20147,200,22K+0.27%
146,80146,80146,80146,800,03K+2.02%
143,90143,90143,90143,900,07K+1.34%
142,00142,00142,00142,000,11K+0.07%
141,90141,90141,90141,900,04K+2.16%
138,90138,90138,90138,900,04K-3.29%
143,62143,62143,62143,620,08K-0.71%
144,65144,65144,65144,650,01K-0.34%
145,15144,60145,15144,600,44K+0.35%
144,65144,65144,65144,650,12K-0.33%
145,13144,70145,13144,700,12K+0.69%
144,13144,13144,13144,130,15K+0.37%
143,60143,60143,60143,600,04K+2.35%
140,30142,10142,10140,300,05K-3.24%
Massimo: 165,00Minimo: 130,36Differenza: 34,64Media: 147,03Var. %: 0,00
  • Moderatamente al rialzo la prestazione di Procter & Gamble, che chiude con una variazione percentuale dello 0,55%. I primi movimenti sono stati vivaci per il titolo, che ha preso il via a 143,5 Euro, superando il massimo della vigilia, salvaguardato in corso di giornata, prima di chiudere a 143,5 a ridosso del livello migliore della riunione.
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    • Che colosso!
      0
      • Speriamo che viene venduta dopo la trimestrale cosi ne compro un po io :)
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        • Vengaaaaaaaaa… ma possibile?
          0
      • Ha Aumentato i dividendi
        0
        • 09.03.2023 : quota 138,22 usd con Max in un anno a 165 usd. accumulare magari in due tranches .
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          • Lory Tasso ci sei? A buon intenditore poche parole.
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            • Ovvio che fosse distribuzione, si vedeva dai volumi....inesistenti.
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          • quando è la data di ex dividendo? grazie
            1
            • Ciao Lorenzo, eccomi. Proprio ieri stavo scrivendo il post quando vedo il tuo qui. Credo tu abbia già una preparazione generale buona, ma faccio un preambolo necessario prima di rispondere alle tue domande. Si devono innanzitutto distinguere due tipologie di aziende: beni di prima necessità e consumi discrezionali, banalmente consumer staples e growth, anche se questo secondo è un termine generico. 1) CONSUMER STAPLES: hanno solitamente bassa crescita se mature (spesso crescono al ritmo del PIL del Paese, che non a caso è il tasso di crescita perpetua nel modello DCF), investono piccole parti di utili in crescita e la maggior parte in mantenimento degli asset, mentre il resto degli utili li distribuiscono agli azionisti sottoforma di dividendi e buyback generosi con alto payout ratio. Hanno molti asset fisici, risorse per fare accordi e acquisizioni, attuando un lento e poderoso compounding di nuovi marchi da inserire nel proprio portfolio, divorando man mano tutto e prendendosi tutto o quasi il proprio settore di riferimento, grazie ai vantaggi portati dalle economie di scala (se compro 1 milione di flaconi li pagherò meno al pezzo di chi ne compra 100 mila, quindi avrò il vantaggio di avere margini sempre in miglioramento negli anni oltre a saturare la domanda a svantaggio dei competitor… esempio un po’ alla buona ma in un post è difficile spiegare tutto). Hanno utili solidissimi e dal momento che rasoi, detersivi, shampoo e dentifrici servono in ogni curva del ciclo economico, patiscono nulla o quasi anche le recessioni. Questo è il tipo di aziende da mettere in portafoglio e tenere a vita. Non devi attenderti grandi guadagni in conto capitale in poco tempo ma lenti e costanti piccoli guadagni negli anni tra dividendo e rivalutazione ma soprattutto stabilità di portafoglio nei momenti bui come oggi in quanto gli investitori si rifugiano nei dividendi e portano su il prezzo delle azioni come queste. Queste sono piuttosto semplici da valutare, lo puoi fare in modo classico con i multipli di mercato come P/E e P/B confrontandoli con altri player del settore, io comunque consiglio sempre di conoscerle a fondo, aprire i documenti SEC e conoscere ogni singolo o dettaglio. Queste aziende sono semplici da valutare ma difficilissime da prendere davvero a buon prezzo. Capita solo negli shock di mercato tipo marzo 2020 o in recessioni importanti tipo 2008: il business sottostante è stabile ma gli investitori, prima rifugiatisi nei dividendi nei momenti di instabilità ora vendono anche questa tipologia di azioni per andare comprare oro e dollari, ed è in questi momenti e su queste tipologie di aziende che si attua il principio di comprare quando il sangue corre per le strade e non su ogni titolo che perde il 70% come fanno in tanti. Il motivo è, come detto prima, che ciò che scende è perlopiù il prezzo delle azioni ma non il sottostante, quindi si invera l’affare del comprare 1$ a 50 Cents. Su molti titoli growth (anche Big Cap) invece, è anche il sottostante che cala, quindi il calo delle azioni è giustificato spesso (anche se a volte esagerato): il problema è capire perché sta calando e soprattutto se in modo momentaneo o perenne in quanto spesso un forte cambio tecnologico o dei competitor possono un titolo o un interno settore, vedi Nokia con l’avvento degli smartphone o Blockbuster uccisa dallo streaming. 2) GROWTH STOCKS. Questa tipologia di aziende, invece, è caratterizzata da forte tasso di reinvestimento degli utili, motivo per cui non portano utili oggi ma molto in là nel tempo. Questo discorso si può attuare anche alle Big Tech profittevoli come GOOGL o MSFT: il mercato comunque proietta sempre TROPPA crescita futura nel tempo e quando questa si ferma anche solo per due trimestri possono crollare come sassi. A differenza però delle Consumer Staples quando un titolo crolla del 50% - 60% non è detto che sia a sconto in quanto prima prezzava troppa crescita futura a causa di investitori abbagliati da tassi di crescita elevati e margini pazzeschi (la componente di asset intangibili come algoritmi, software, brevetti è essenziale da studiare e comprendere in queste società) che hanno pompato i prezzi. Le growth stocks, inoltre, beneficiano di economie in slancio con bassi tassi di interesse quindi denaro a buon mercato sia per investire sia per i consumatori che hanno maggiore disponibilità di denaro a prestito per comprare beni discrezionali (elettronica, telefonini, domotica, ecc). Per tale motivo non appena il costo del denaro sale questi titoli iniziano a calare (il mercato sconta il futuro calo di crescita e utili). Tornando all’esempio con i beni di largo consumo quando i titoli growth calano, facci caso, nelle trimestrali successive portando realmente meno utili e minore crescita (a differenza di beni di prima necessità) motivo per cui il mercato li ha venduti con cognizione di causa. Quando questi titoli sono realmente a sconto? Quando il mercato esagera, e di parecchio anche! E come fare per capire se sono davvero a sconto? Bisogna conoscere in modo capillare OGNI COSA della società in questione: dove alloca ogni singolo dollaro? Sta innovando? Sta facendo acquisizioni o sviluppando nuovi progetti per aumentare i ricavi? Sta espandendo la propria rete di distribuzione? Si sta espandendo in economie ricche o a basso reddito? Sta mantenendo le proprie quote di mercato? Sta aumentando i propri clienti? E i competitor, come si comportano? Capisci bene che valutare queste seconde società è molto più difficile e richiede grandissimo studio dell’intero settore e soprattutto comprensione profonda di cosa sta accadendo nell’azienda: come stanno evolvendo i ricavi? Sta cambiando modello di business? In quali nuovi settori sta entrando? In che modo evolvono i margini e come possono migliorare in futuro? Come potrà difendersi dai competitor? Quali incentivi propone ai propri clienti? Come evolve il tasso di fidelizzazione dei clienti o di utilizzo dei propri prodotti servizi? E’ molto complesso capire tutto questo e richiede tanto, tantissimo studio. Non è un caso che sulle growth stocks si possono prendere grandi schiaffoni o fare grandi gain! Inoltre, a differenza dei titoli più stabili, questi titoli vengono riprezzati in modo violento anche da meccanismi di pura valutazione finanziaria. Puoi imparare questo funzionamento studiando il modello CAPM (Capital Asset Pricing Model) ovvero un modello valutativo che dà un prezzo ad un asset in relazione ad altri, nel caso specifico stocks vs bonds. Valutare questi titoli infatti è molto difficile anche per questo motivo: al variare del tasso di sconto, stimato con CAPM, varia il valore in Borsa in quanto dal momento che gli utili attesi dagli investitori sono lontani nel tempo, quel denaro vale di meno se attualizzato con un tasso di sconto maggiore. Perché ora colossi come AMZN sono crollati? Perché al momento la società non rispetta le attese degli investitori dal momento che investe molto e porta FCF basso o negativo. Per tale motivo i guadagni futuri di AMZN, valutati con un tasso di sconto maggiore, valgono molto meno di 12 mesi fa quando avevamo un tasso di sconto molto più basso: gli stessi utili futuri valutati con un DCF possono valere molto meno se dati in pasto ad un modello di valutazione con tasso di sconto maggiore. Inoltre, gli utili futuri di AMZN sono molto meno sicuri e prevedibili rispetto a quelli di PG, per tale motivo gli investitori oggi sono più cauti, prevedono crescita minore a fronte di nuove politiche monetarie e, se la reputano sopravvalutata alla luce delle nuove condizioni, scaricano le azioni. Il metodo che utilizzo io è il Discounted Cash Flows (Flussi di cassa scontati, metodo utilizzato dalle aziende per fare acquisizioni o stimare il ROI di un progetto) che, ripeto, è molto più affidabile su società con uno storico molto stabile che con aziende con flussi di cassa ballerini. Spesso infatti definisco un DCF sulle growth stocks come pura astrazione, in quanto è molto complesso stabilire da qui a 5 o 10 anni quanto fatturerà CRM piuttosto che KO. Quanto fatturerà e dove sarà META tra 10 anni? Molto arduo saperlo. E dove sarà PG nel 2033? Allo stesso posto in cui è oggi! Questo è prezzato nelle azioni. Incertezza sul futuri vs altissima probabilità sul futuro. PG è lì dal 1837, ha superato la grande Depressione del 1929, la madre di tutte le crisi (il mercato perse il 92%, ergo capitali aziendali annientati) e tutte le crisi successive, ed è ancora lì. Dove saranno Meta, Google, Amazon non dico tra 100 anni (noi non ci saremo) ma tra 10, 20, 30 anni? Tutto ciò viene prezzato nel bene o nel male. Per tale motivo nella valutazione delle growth stocks (specie tecnologiche) entra in gioco il management mentre nelle società storiche e consolidate molto meno o nulla. Buffet in una delle sue perle di saggezza parla di società che anche un i-dio-ta potrebbe guidare, frase che sottolinea che certi business sono talmente consolidati, rodati e dominanti che andrebbero avanti da soli, per pura forza di inerzia, anche senza un management. Se infatti guardi i flussi di cassa e gli utili di certe aziende sono estremamente regolari, hanno un ritmo cadenzato (quasi musicale), estremamente noiosi. Nelle società ad alta crescita, invece, il ruolo del management è fondamentale in quanto determina il futuro successo della società (non a caso Mark o Elon vengono prima idolatrati poi odiati, in base alle loro boutade), la loro visione e le azioni che mettono in atto sono di importanza esiziale per il successo del business. Per le growth stocks, quindi, si aggiunge un ulteriore step di studio che dovrai compiere, studiare il management (CEO innanzitutto ma anche CFO e CIO): cos’hanno fatto prima di guidare la società che mi interessa? Che aziende hanno guidato? Quali sono stati i risultati finanziari di quelle aziende sotto la loro guida? Hanno pacchetti azionari importanti nella società che ci interessa? Hanno comprato azioni della società durate i crolli? Lo hanno fatto con soldi loro o hanno convertito stock option? Dovrai rispondere in modo esaustivo o quantomeno soddisfacente a tutte queste domande e molte altre per sapere se comprare un singolo Euro di quelle società si vuoi investirvi (diverso è fare trading). Possiamo dire che investire in Growth stocks è sempre una scommessa (anche se vi sono ottime premesse) mentre investire in colossi Consumer Staples è investire, ma a fronte di guadagni minori. Ed è per questo che le Growth stocks si devono comprare in forti crolli, per avere maggiore margine di sicurezza sul futuro, e non come fanno taluni che comprano a breakout in un momento di euforia, correndo molti rischi. Le Staples, invece, sono quasi sempre già prezzate e quando stupiscono con una stagione di utili leggermente al di sopra della media storica vanno in forte upside in quanto il mercato non se lo aspettava. Dovrai imparare molto bene ad utilizzare il CAPM e nella fattispecie stimare il Premio al rischio di mercato (ERP o MRP) e il Beta (varianza del prezzo delle azioni del tuo titolo rispetto all’indice di riferimento), questi sono difficilissimi da stimare e piccole variazioni percentuali possono stravolgere la stima del prezzo delle azioni. Proprio in questi giorni sto perfezionando il calcolo del Beta a mano. Queste sono indicazioni generale che spero ti servano, la verità è che questa è una materia infinita, per questo mi affascina, e deve essere una passione, deve piacerti, intrigarti e devi approfondire tanto, altrimenti molto meglio un indice globale (meglio PIC che PAC). Ogni giorno si può imparare una cosa nuova e un interesse composto delle conoscenze. Forse leggendomi si ha l’impressione che io faccia il solone, il professore come dicono alcuni su certi forum, ma la verità è che esistono tantissimi meccanismi all’interno di una valutazione dei quali mi rendo conto che l’utente medio non ha la minima idea, parametri si aggiornano molto rapidamente con l’evoluzione del contesto, e che cerco di trasmettere (almeno quelli che conosco o sto imparando), ma ti assicuro che sono molto umile, nel senso che metto in conto di potermi sbagliare. E proprio perché sono umile che cerco di comprare più basso possibile, per mettermi a riparo da forti perdite che potrebbero essere irreversibili. Gli spavaldi sono quelli che comprano a breakout un ticker symbol e quando il mercato si gira prendono schiaffoni memorabili, se ne accorgeranno prima o poi. Quanto a META, non l’ho mai studiata, Eros la conosce benissimo in quanto ce l’ha in pf mi pare, lui saprà dirti molte più cose di me, oltre ad ampliare il discorso principale che abbiamo intavolato. Un abbraccio, Lorenzo.
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              • Ciao Lorenzo, eccomi. Proprio ieri stavo scrivendo il post quando vedo il tuo qui. Credo tu abbia già una preparazione generale buona, ma faccio un preambolo necessario prima di rispondere alle tue domande. Si devono innanzitutto distinguere due tipologie di aziende: beni di prima necessità e consumi discrezionali, banalmente consumer staples e growth (anche se questo secondo è un termine generico). 1) CONSUMER STAPLES: hanno solitamente bassa crescita se mature (spesso crescono al ritmo del PIL del Paese, che non a caso è il tasso di crescita perpetua nel modello Discounted Cash Flows), investono piccole parti di utili in crescita e la maggior parte in mantenimento degli asset, mentre il resto degli utili li distribuiscono agli azionisti sottoforma di dividendi e buyback generosi con alto payout ratio. Hanno molti asset fisici, risorse per fare accordi e acquisizioni, attuando un lento e poderoso compounding di nuovi marchi da inserire nel proprio portfolio, divorando man mano tutto e prendendosi tutto o quasi il proprio settore di riferimento, grazie ai vantaggi portati dalle economie di scala (se compro 1 milione di flaconi li pagherò meno al pezzo di chi ne compra 100 mila, quindi avrò il vantaggio di avere margini sempre in miglioramento negli anni oltre a saturare la domanda a svantaggio dei competitor… esempio un po’ alla buona ma in un post è difficile spiegare tutto). Hanno utili solidissimi e dal momento che rasoi, detersivi, shampoo e dentifrici servono in ogni curva del ciclo economico, patiscono nulla o quasi anche le recessioni. Questo è il tipo di aziende da mettere in portafoglio e tenere a vita. Non devi attenderti grandi guadagni in conto capitale in poco tempo ma lenti e costanti piccoli guadagni negli anni tra dividendo e rivalutazione ma soprattutto stabilità di portafoglio nei momenti bui come oggi (gli investitori si rifugiano nei dividendi e portano su il prezzo delle azioni come queste. Queste sono piuttosto semplici da valutare, lo puoi fare in modo classico con i multipli di mercato come P/E e P/B confrontandoli con altri player del settore (io comunque consiglio sempre di conoscerle a fondo, aprire i documenti SEC e conoscere ogni singolo o dettaglio). Queste aziende sono semplici da valutare ma difficilissime da prendere davvero a buon prezzo. Capita solo negli shock di mercato tipo marzo 2020 o in recessioni importanti tipo 2008: il business sottostante è stabile ma gli investitori, prima rifugiatosi nei dividendi nei momenti di instabilità ora vendono anche questa tipologia di azioni per andare comprare oro e dollari, ed è in questi momenti e su queste tipologie di aziende che si attua il principio di ‘ comprare quando il sangue corre per le strade ‘ e non su ogni titolo che perde il 70% come fanno in tanti. Il motivo è, come detto prima, che ciò che scende è perlopiù il prezzo delle azioni ma non il sottostante, quindi si invera l’affare del comprare 1$ a 50 Cents. Su molti titoli growth (anche Big Cap) invece, è anche il sottostante che cala, quindi il calo delle azioni è giustificato spesso (anche se a volte esagerato): il problema è capire perché sta calando e soprattutto se in modo momentaneo o perenne in quanto spesso un forte cambio tecnologico o dei competitor possono un titolo o un interno settore, vedi Nokia con l’avvento degli smartphone o Blockbuster uccisa dallo streaming. 2) GROWTH STOCKS. Questa tipologia di aziende, invece, è caratterizzata da forte tasso di reinvestimento degli utili, motivo per cui non portano utili oggi ma molto in là nel tempo. Questo discorso si può attuare anche alle Big Tech profittevoli come GOOGL o MSFT: il mercato comunque proietta sempre TROPPA crescita futura nel tempo e quando questa si ferma anche solo per due trimestri possono crollare come sassi. A differenza però delle Consumer Staples quando un titolo crolla del 50% - 60% non è detto che sia a sconto in quanto prima prezzava troppa crescita futura a causa di investitori abbagliati da tassi di crescita elevati e margini pazzeschi (la componente di asset intangibili come algoritmi, software, brevetti è essenziale da studiare e comprendere in queste società) che hanno pompato i prezzi. Le growth stocks, inoltre, beneficiano di economie in slancio con bassi tassi di interesse quindi denaro a buon mercato sia per investire sia per i consumatori che hanno maggiore disponibilità di denaro a prestito per comprare beni discrezionali (elettronica, telefonini, domotica, ecc). Per tale motivo non appena il costo del denaro sale questi titoli iniziano a calare (il mercato sconta il futuro calo di crescita e utili). Tornando all’esempio con i beni di largo consumo quando i titoli growth calano, facci caso, nelle trimestrali successive portando realmente meno utili e minore crescita (a differenza di beni di prima necessità) motivo per cui il mercato li ha venduti con cognizione di causa. Quando questi titoli sono realmente a sconto? Quando il mercato esagera, e di parecchio anche! E come fare per capire se sono davvero a sconto? Bisogna conoscere in modo capillare OGNI COSA della società in questione: dove alloca ogni singolo dollaro? Sta innovando? Sta facendo acquisizioni o sviluppando nuovi progetti per aumentare i ricavi? Sta espandendo la propria rete di distribuzione? Si sta espandendo in economie ricche o a basso reddito? Sta mantenendo le proprie quote di mercato? Sta aumentando i propri clienti? E i competitor, come si comportano? Capisci bene che valutare queste seconde società è molto più difficile e richiede grandissimo studio dell’intero settore e soprattutto comprensione profonda di cosa sta accadendo nell’azienda: come stanno evolvendo i ricavi? Sta cambiando modello di business? In quali nuovi settori sta entrando? In che modo evolvono i margini e come possono migliorare in futuro? Come potrà difendersi dai competitor? Quali incentivi propone ai propri clienti? Come evolve il tasso di fidelizzazione dei clienti o di utilizzo dei propri prodotti servizi? E’ molto complesso capire tutto questo e richiede tanto, tantissimo studio. Non è un caso che sulle growth stocks si possono prendere grandi schiaffoni o fare grandi gain! Inoltre, a differenza dei titoli più stabili, questi titoli vengono riprezzati in modo violento anche da meccanismi di pura valutazione finanziaria. Puoi imparare questo funzionamento studiando il modello CAPM (Capital Asset Pricing Model) ovvero un modello valutativo che dà un prezzo ad un asset in relazione ad altri, nel caso specifico stocks vs bonds. Valutare questi titoli infatti è molto difficile anche per questo motivo: al variare del tasso di sconto, stimato con CAPM, varia il valore in Borsa in quanto dal momento che gli utili attesi dagli investitori sono lontani nel tempo, quel denaro vale di meno se attualizzato con un tasso di sconto maggiore. Perché ora colossi come AMZN sono crollati? Perché al momento la società non rispetta le attese degli investitori dal momento che investe molto e porta FCF basso o negativo. Per tale motivo i guadagni futuri di AMZN, valutati con un tasso di sconto maggiore, valgono molto meno di 12 mesi fa quando avevamo un tasso di sconto molto più basso: gli stessi utili futuri valutati con un DCF possono valere molto meno se dati in pasto ad un modello di valutazione con tasso di sconto maggiore. Inoltre, gli utili futuri di AMZN sono molto meno sicuri e prevedibili rispetto a quelli di PG, per tale motivo gli investitori oggi sono più cauti, prevedono crescita minore a fronte di nuove politiche monetarie e, se la reputano sopravvalutata alla luce delle nuove condizioni, scaricano le azioni. Il metodo che utilizzo io è il Discounted Cash Flows (Flussi di cassa scontati, metodo utilizzato dalle aziende per fare acquisizioni o stimare il ROI di un progetto) che, ripeto, è molto più affidabile su società con uno storico molto stabile che con aziende con flussi di cassa ballerini. Spesso infatti definisco un DCF sulle growth stocks come pura astrazione, in quanto è molto complesso stabilire da qui a 5 o 10 anni quanto fatturerà CRM piuttosto che KO. Quanto fatturerà e dove sarà META tra 10 anni? Molto arduo saperlo. E dove sarà PG nel 2033? Allo stesso posto in cui è oggi! Questo è prezzato nelle azioni. Incertezza sul futuri vs altissima probabilità sul futuro. PG è lì dal 1837, ha superato la grande Depressione del 1929, la madre di tutte le crisi (il mercato perse il 92%, ergo capitali aziendali annientati) e tutte le crisi successive, ed è ancora lì. Dove saranno Meta, Google, Amazon non dico tra 100 anni (noi non ci saremo) ma tra 10, 20, 30 anni? Tutto ciò viene prezzato nel bene o nel male. Per tale motivo nella valutazione delle growth stocks (specie tecnologiche) entra in gioco il management mentre nelle società storiche e consolidate molto meno o nulla. Buffet in una delle sue perle di saggezza parla di società che anche un i-dio-ta potrebbe guidare, frase che sottolinea che certi business sono talmente consolidati, rodati e dominanti che andrebbero avanti da soli, per pura forza di inerzia, anche senza un management. Se infatti guardi i flussi di cassa e gli utili di certe aziende sono estremamente regolari, hanno un ritmo cadenzato (quasi musicale), estremamente noiosi. Nelle società ad alta crescita, invece, il ruolo del management è fondamentale in quanto determina il futuro successo della società (non a caso Mark o Elon vengono prima idolatrati poi odiati, in base alle loro boutade), la loro visione e le azioni che mettono in atto sono di importanza esiziale per il successo del business. Per le growth stocks, quindi, si aggiunge un ulteriore step di studio che dovrai compiere, studiare il management (CEO innanzitutto ma anche CFO e CIO): cos’hanno fatto prima di guidare la società che mi interessa? Che aziende hanno guidato? Quali sono stati i risultati finanziari di quelle aziende sotto la loro guida? Hanno pacchetti azionari importanti nella società che ci interessa? Hanno comprato azioni della società durate i crolli? Lo hanno fatto con soldi loro o hanno convertito stock option?. Dovrai rispondere in modo esaustivo o quantomeno soddisfacente a tutte queste domande e molte altre per sapere se comprare un singolo Euro di quelle società si vuoi investirvi (diverso è fare trading). Possiamo dire che investire in Growth stocks è sempre una scommessa (anche se vi sono ottime premesse) mentre investire in colossi Consumer Staples è investire, ma a fronte di guadagni minori. Ed è per questo che le Growth stocks si devono comprare in forti crolli, per avere maggiore margine di sicurezza sul futuro, e non come fanno taluni che comprano a breakout in un momento di euforia, correndo molti rischi. Le Staples, invece, sono quasi sempre già prezzate e quando stupiscono con una stagione di utili leggermente al di sopra della media storica vanno in upside come meme stock, in quanto il mercato non se lo aspettava. Dovrai imparare molto bene ad utilizzare il CAPM e nella fattispecie stimare il Premio al rischio di mercato (ERP) e il Beta (varianza del prezzo delle azioni del tuo titolo rispetto all’indice di riferimento), questi sono difficilissimi da stimare e piccole variazioni percentuali possono stravolgere la stima del prezzo delle azioni. Proprio in questi giorni sto perfezionando il calcolo del Beta a mano. Queste sono indicazioni generale che spero ti servano, la verità è che questa è una materia infinita, per questo mi affascina, e deve essere una passione, deve piacerti, intrigarti e devi approfondire tanto, altrimenti molto meglio un indice globale (meglio PIC che PAC). Ogni giorno si può imparare una cosa nuova e un interesse composto delle conoscenze. Forse leggendomi si ha l’impressione che io faccia il solone, il professore come dicono alcuni su certi forum, ma la verità è che esistono tantissimi meccanismi all’interno di una valutazione dei quali mi rendo conto che l’utente medio non ha la minima idea, parametri si aggiornano molto rapidamente con l’evoluzione del contesto, e che cerco di trasmettere (almeno quelli che conosco o sto imparando), ma ti assicuro che sono molto umile, nel senso che metto in conto di potermi sbagliare. E proprio perché sono umile che cerco di comprare più basso possibile, per mettermi a riparo da forti perdite che potrebbero essere irreversibili . Gli spavaldi sono quelli che comprano a breakout un ticker symbol e quando il mercato si gira prendono schiaffoni memorabili, se ne accorgeranno prima o poi. Quanto a META, non l’ho mai studiata, Eros la conosce benissimo in quanto ce l’ha in pf mi pare, lui saprà dirti molte più cose di me, oltre ad ampliare il discorso principale che abbiamo intavolato. Un abbraccio, Lorenzo.
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                • Ciao Lorenzo, eccomi. Proprio ieri stavo scrivendo il post quando vedo il tuo qui. Credo tu abbia già una preparazione generale buona, ma faccio un preambolo necessario prima di rispondere alle tue domande. Si devono innanzitutto distinguere due tipologie di aziende: beni di prima necessità e consumi discrezionali, banalmente consumer staples e growth (anche se questo secondo è un termine generico). 1) CONSUMER STAPLES: hanno solitamente bassa crescita se mature (spesso crescono al ritmo del PIL del Paese, che non a caso è il tasso di crescita perpetua nel modello Discounted Cash Flows), investono piccole parti di utili in crescita e la maggior parte in mantenimento degli asset, mentre il resto degli utili li distribuiscono agli azionisti sottoforma di dividendi e buyback generosi con alto payout ratio. Hanno molti asset fisici, risorse per fare accordi e acquisizioni, attuando un lento e poderoso compounding di nuovi marchi da inserire nel proprio portfolio, divorando man mano tutto e prendendosi tutto o quasi il proprio settore di riferimento, grazie ai vantaggi portati dalle economie di scala (se compro 1 milione di flaconi li pagherò meno al pezzo di chi ne compra 100 mila, quindi avrò il vantaggio di avere margini sempre in miglioramento negli anni oltre a saturare la domanda a svantaggio dei competitor… esempio un po’ alla buona ma in un post è difficile spiegare tutto). Hanno utili solidissimi e dal momento che rasoi, detersivi, shampoo e dentifrici servono in ogni curva del ciclo economico, patiscono nulla o quasi anche le recessioni. Questo è il tipo di aziende da mettere in portafoglio e tenere a vita. Non devi attenderti grandi guadagni in conto capitale in poco tempo ma lenti e costanti piccoli guadagni negli anni tra dividendo e rivalutazione ma soprattutto stabilità di portafoglio nei momenti bui come oggi (gli investitori si rifugiano nei dividendi e portano su il prezzo delle azioni come queste. Queste sono piuttosto semplici da valutare, lo puoi fare in modo classico con i multipli di mercato come P/E e P/B confrontandoli con altri player del settore (io comunque consiglio sempre di conoscerle a fondo, aprire i documenti SEC e conoscere ogni singolo o dettaglio). Queste aziende sono semplici da valutare ma difficilissime da prendere davvero a buon prezzo. Capita solo negli shock di mercato tipo marzo 2020 o in recessioni importanti tipo 2008: il business sottostante è stabile ma gli investitori, prima rifugiatosi nei dividendi nei momenti di instabilità ora vendono anche questa tipologia di azioni per andare comprare oro e dollari, ed è in questi momenti e su queste tipologie di aziende che si attua il principio di ‘ comprare quando il sangue corre per le strade ‘ e non su ogni titolo che perde il 70% come fanno in tanti. Il motivo è, come detto prima, che ciò che scende è perlopiù il prezzo delle azioni ma non il sottostante, quindi si invera l’affare del comprare ‘1$ a 50 Cents. Su molti titoli growth (anche Big Cap) invece, è anche il sottostante che cala, quindi il calo delle azioni è giustificato spesso (anche se a volte esagerato): il problema è capire perché sta calando e soprattutto se in modo momentaneo o perenne in quanto spesso un forte cambio tecnologico o dei competitor possono un titolo o un interno settore, vedi Nokia con l’avvento degli smartphone o Blockbuster uccisa dallo streaming. 2) GROWTH STOCKS. Questa tipologia di aziende, invece, è caratterizzata da forte tasso di reinvestimento degli utili, motivo per cui non portano utili oggi ma molto in là nel tempo. Questo discorso si può attuare anche alle Big Tech profittevoli come GOOGL o MSFT: il mercato comunque proietta sempre TROPPA crescita futura nel tempo e quando questa si ferma anche solo per due trimestri possono crollare come sassi. A differenza però delle Consumer Staples quando un titolo crolla del 50% - 60% non è detto che sia a sconto in quanto prima prezzava troppa crescita futura a causa di investitori abbagliati da tassi di crescita elevati e margini pazzeschi (la componente di asset intangibili come algoritmi, software, brevetti è essenziale da studiare e comprendere in queste società) che hanno pompato i prezzi. Le growth stocks, inoltre, beneficiano di economie in slancio con bassi tassi di interesse quindi denaro a buon mercato sia per investire sia per i consumatori che hanno maggiore disponibilità di denaro a prestito per comprare beni discrezionali (elettronica, telefonini, domotica, ecc). Per tale motivo non appena il costo del denaro sale questi titoli iniziano a calare (il mercato sconta il futuro calo di crescita e utili). Tornando all’esempio con i beni di largo consumo quando i titoli growth calano, facci caso, nelle trimestrali successive portando realmente meno utili e minore crescita (a differenza di beni di prima necessità) motivo per cui il mercatoli ha venduti con cognizione di causa. Quando questi titoli sono realmente a sconto? Quando il mercato esagera, e di parecchio anche! E come fare per capire se sono davvero a sconto? Bisogna conoscere in modo capillare OGNI COSA della società in questione: dove alloca ogni singolo dollaro? Sta innovando? Sta facendo acquisizioni o sviluppando nuovi progetti per aumentare i ricavi? Sta espandendo la propria rete di distribuzione? Si sta espandendo in economie ricche o a basso reddito? Sta mantenendo le proprie quote di mercato? Sta aumentando i propri clienti? E i competitor, come si comportano? Capisci bene che valutare queste seconde società è molto più difficile e richiede grandissimo studio dell’intero settore e soprattutto comprensione profonda di cosa sta accadendo nell’azienda: come stanno evolvendo i ricavi? Sta cambiando modello di business? In quali nuovi settori sta entrando? In che modo evolvono i margini e come possono migliorare in futuro? Come potrà difendersi dai competitor? Quali incentivi propone ai propri clienti? Come evolve il tasso di fidelizzazione dei clienti o di utilizzo dei propri prodotti servizi? E’ molto complesso capire tutto questo e richiede tanto, tantissimo studio. Non è un caso che sulle growth stocks si possono prendere grandi schiaffoni o fare grandi gain! Inoltre, a differenza dei titoli più stabili, questi titoli vengono riprezzati in modo violento anche da meccanismi di pura valutazione finanziaria. Puoi imparare questo funzionamento studiando il modello CAPM (Capital Asset Pricing Model) ovvero un modello valutativo che dà un prezzo ad un asset in relazione ad altri, nel caso specifico stocks vs bonds. Valutare questi titoli infatti è molto difficile anche per questo motivo: al variare del tasso di sconto (valutato con CAPM) varia il valore in Borsa in quanto dal momento che gli utili attesi dagli investitori sono lontani nel tempo, quel denaro vale di meno se attualizzato con un tasso di sconto maggiore. Perché ora colossi come AMZN sono crollati? Perché al momento la società non rispetta le attese degli investitori dal momento che investe molto e porta FCF basso o negativo. Per tale motivo i guadagni futuri di AMZN, valutati con un tasso di sconto maggiore, valgono molto meno di 12 mesi fa quando avevamo un tasso di sconto molto più basso: gli stessi utili futuri valutati con un DCF possono valere molto meno se dati in pasto ad un modello di valutazione con tasso di sconto maggiore. Inoltre, gli utili futuri di AMZN sono molto meno sicuri e prevedibili rispetto a quelli di PG, per tale motivo gli investitori oggi sono più cauti, prevedono crescita minore a fronte di nuove politiche monetarie e, se la reputano sopravvalutata alla luce delle nuove condizioni, scaricano le azioni. Il metodo che utilizzo io è il Discounted Cash Flows (Flussi di cassa scontati, metodo utilizzato dalle aziende per fare acquisizioni o stimare il ROI di un progetto) che, ripeto, è molto più affidabile su società con uno storico molto stabile che con aziende con flussi di cassa ballerini. Spesso infatti definisco un DCF sulle growth stocks come pura astrazione, in quanto è molto complesso stabilire da qui a 5 o 10 anni quanto fatturerà CRM piuttosto che KO. Quanto fatturerà e dove sarà META tra 10 anni? Molto arduo saperlo. E dove sarà PG nel 2033? Allo stesso posto in cui è oggi! Questo è prezzato nelle azioni. Incertezza sul futuri vs altissima probabilità sul futuro. PG è lì dal 1837, ha superato la grande Depressione del 1929, la madre di tutte le crisi (il mercato perse il 92%, ergo capitali aziendali annientati) e tutte le crisi successive, ed è ancora lì. Dove saranno Meta, Google, Amazon non dico tra 100 anni (noi non ci saremo) ma tra 10, 20, 30 anni? Tutto ciò viene prezzato nel bene o nel male. Per tale motivo nella valutazione delle growth stocks (specie tecnologiche) entra in gioco il management mentre nelle società storiche e consolidate molto meno o nulla. Warren Buffet in una delle sue perle di saggezza parla di società che anche un i-dio-ta potrebbe guidare, frase che sottolinea che certi business sono talmente consolidati, rodati e dominanti che andrebbero avanti da soli, per pura forza di inerzia, anche senza un management. Se infatti guardi i flussi di cassa e gli utili di certe aziende sono estremamente regolari, hanno un ritmo cadenzato (quasi musicale), estremamente noiosi. Nelle società ad alta crescita, invece, il ruolo del management è fondamentale in quanto determina il futuro successo della società (non a caso Mark o Elon vengono prima idolatrati poi odiati, in base alle loro boutade), la loro visione e le azioni che mettono in atto sono di importanza esiziale per il successo del business. Per le growth stocks, quindi, si aggiunge un ulteriore step di studio che dovrai compiere, studiare il management (CEO innanzitutto ma anche CFO e CIO): cos’hanno fatto prima di guidare la società che mi interessa? Che aziende hanno guidato? Quali sono stati i risultati finanziari di quelle aziende sotto la loro guida? Hanno pacchetti azionari importanti nella società che ci interessa? Hanno comprato azioni della società durate i crolli? Lo hanno fatto con soldi loro o hanno convertito stock option?. Dovrai rispondere in modo esaustivo o quantomeno soddisfacente a tutte queste domande e molte altre per sapere se comprare un singolo Euro di quelle società si vuoi investirvi (diverso è fare trading). Possiamo dire che investire in Growth stocks è sempre una scommessa (anche se vi sono ottime premesse) mentre investire in colossi Consumer Staples è investire, ma a fronte di reward minori. Ed è per questo che le Growth stocks si devono comprare in forti crolli, per avere maggiore margine di sicurezza sul futuro, e non come fanno taluni che comprando a breakout in un momento di euforia, correndo molti rischi. Le Staples, invece, sono quasi sempre già prezzate e quando stupiscono con una stagione di utili leggermente al di sopra della media storica vanno in upside come fossero meme stock, in quanto il mercato non se lo aspettava. Dovrai imparare molto bene ad utilizzare il CAPM e nella fattispecie stimare il Premio al rischio di mercato (ERP) e il Beta (varianza del prezzo delle azioni del tuo titolo rispetto all’indice di riferimento), questi sono difficilissimi da stimare e piccole variazioni percentuali possono stravolgere la stima del prezzo delle azioni. Proprio in questi giorni sto perfezionando il calcolo del Beta a mano. Queste sono indicazioni generale che spero ti servano, la verità è che questa è una materia infinita, per questo mi affascina, e deve essere una passione, deve piacerti, intrigarti e devi approfondire tanto, altrimenti molto meglio un indice globale (meglio PIC che PAC). Ogni giorno si può imparare una cosa nuova e un interesse composto delle conoscenze. Forse leggendomi si ha l’impressione che io faccia il solone, il professore come dicono alcuni su certi forum, ma la verità è che esistono tantissimi meccanismi all’interno di una valutazione dei quali mi rendo conto che l’utente medio non ha la minima idea, parametri si aggiornano molto rapidamente con l’evoluzione del contesto, e che cerco di trasmettere (almeno quelli che conosco o sto imparando), ma ti assicuro che sono molto umile, nel senso che metto in conto di potermi sbagliare. E proprio perché sono umile che cerco di comprare più basso possibile, per mettermi a riparo da forti perdite che potrebbero essere irreversibili . Gli spavaldi sono quelli che comprano a breakout un ticker symbol e quando il mercato si gira prendono schiaffoni memorabili, se ne accorgeranno prima o poi. Quanto a META, non l’ho mai studiata, Eros la conosce benissimo in quanto ce l’ha in pf mi pare, lui saprà dirti molte più cose di me, oltre ad ampliare il discorso principale che abbiamo intavolato. Un abbraccio, Lorenzo.
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