BARI (Reuters) - L'attuale direttore dello stabilimento di Taranto di Ilva e tre suoi predecessori sono stati indagati dalla procura del capoluogo pugliese per reati ambientali legati alla gestione di una discarica di rifiuti speciali e pericolosi, ha reso noto oggi la Guardia di Finanza.
L'area, di circa 2.000 metri quadrati, dove sono stoccati rifiuti liquidi e solidi, è stata sequestrata dagli agenti all'interno dello stabilimento.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono di stoccaggio non autorizzato e abbandono continuato di rifiuti speciali pericolosi, gestione di discarica non autorizzata di rifiuti speciali pericolosi, violazione della disciplina sul trattamento delle acque meteoriche di dilavamento, miscelazione clandestina di rifiuti, omessa bonifica delle aree in sequestro.
Secondo la Finanza, per il reato di gestione non autorizzata di discarica c'è anche una responsabilità amministrativa della società, da oltre un anno in amministrazione straordinaria.
Ilva afferma in una nota che è stata già autorizzata dal pubblico ministero ad effettuare le attività di bonifica necessarie "ai fini di un immediato ripristino ambientale dei luoghi interessati dalla vicenda". I lavori, aggiunge l'azienda, dovrebbero concludersi entro la fine di agosto.
L'impianto di Taranto è già al centro di un processo per disastro ambientale. L'accusa dei magistrati è che le sue emissioni inquinanti avrebbero provocato nel corso degli anni alcune centinaia di morti tra gli abitanti.