ROMA (Reuters) - Il salvataggio da 3,6 miliardi di euro da parte di governo e Bankitalia a favore delle quattro banche in crisi ha risolto i casi più gravi e di maggiore dimensione e ora si studiano soluzioni diverse per altri istituti di minori dimensioni.
Lo ha spiegato Stefano De Polis, a capo dell'Unità di risoluzione delle crisi della Banca d'Italia, in un'intervista radiofonica a Mix 24.
"Siamo intervenuti su quelle che erano le aziende più grandi in amministrazione straordinaria e questo ci ha permesso di risolvere tutti i casi principali che in questo momento stavamo gestendo", ha detto De Polis.
"Abbiamo delle altre aziende in amministrazione straordinaria ma sono aziende di piccolissime dimensioni e sulle quali stiamo lavorando per trovare delle soluzioni che non coinvolgeranno e non prevederanno interventi di quelli posti in essere con queste operazioni", ha aggiunto.
Nel caso delle quattro banche, il salvataggio ha comportato l'azzeramento delle azioni e delle obbligazioni subordinate, per poi consentire l'intervento del Fondo di risoluzione nazionale, a cui contribuiscono tutte le banche italiane.
Nella stessa trasmissione, il presidente di Assopopolari Corrado Sforza Fogliani ha definito "incostituzionale" il bail-in Europeo, che dal 2016 fa pagare il costo della crisi bancaria anche a obbligazionisti senior e grandi depositanti, dopo aver colpito gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati.
"Le banche hanno sempre avuto e hanno sempre la possibilità di fallire, con la liquidazione coatta amministrativa, ma se questo non si è verificato dal 1933 in poi, era inutile sollevare questo pandemonio, questo polverone", ha detto il presidente dell'associazione delle banche popolari.
Secondo Paolo Savona, ex presidente del Fondo interbancario di garanzia dei depositanti, la scelta del governo e di Bankitalia di "bypassare" il bail-in è servita a evitare il panico tra correntisti e depositanti.
"La decisione è saggia ma restano aperti i problemi per il futuro, perché esiste un portafoglio di banche in crisi, che sta nelle mani soprattutto delle grandi banche", ha detto.
(Stefano Bernabei)