MILANO (Reuters) - Lieve calo per il mercato obbligazionario italiano, mentre Piazza Affari tenta un timido rimbalzo dopo la debàcle di ieri, legata all'incognita dei crediti deteriorati delle banche.
Lo spread di rendimento tra Btp e Bund decennali viaggia a 109 punti base da 110 punti base della chiusura di ieri, quando è salito a 112 punti base, massimo da inizio ottobre. Il tasso del decennale italiano sale a 1,58% da 1,57% del finale di seduta di ieri.
"Il mercato obbligazionario italiano ha retto bene il clima di avversione al rischio che ha scosso i mercati finanziari queste prime settimane dell'anno ma certamente nel breve non vedo grossi margini di discesa dello spread, vista l'incertezza che circonda la questione della sofferenze", dice un operatore.
Da segnalare come l'obbligazionario spagnolo viaggi in territorio positivo, con il tasso del decennale in discesa a 1,73% da 1,75% della chiusura di ieri, nonostante Madrid abbia davanti a sè una prolungata fase di incertezza politica e sarà peraltro attiva sul secondario questa settimana.
"In questa fase, qualcuno tende a privilegiare la carta spagnola rispetto a quella italiana, proprio per la questione delle banche, che in Spagna è già stata affrontata", dice un secondo operatore.
A supporto dell'intero comparto dei titoli di Stato della zona euro gioca la prospettiva di un ampliamento dello stimolo monetario da parte della Banca centrale europea, in un contesto economico globale che mostra segnali di deterioramento.
Stamane i dati del Pil cinese hanno confermato il rallentamento della secondo economia mondiale. Il Pil di Pechino l'anno scorso è cresciuto di 6,9%, il ritmo più basso da 25 anni.
La frenata delle economie emergenti, che ha indotto il Fondo monetario a tagliare le stime di crescita per quest'anno, pesa sul clima di fiducia degli investitori tedeschi, che a gennaio è decisamente peggiorato, secondo la rilevazione dell'istituto di ricerca Zew.
L'inflazione della zona euro resta rasoterra e l'accelerazione del calo del greggio registrata dall'inizio dell'anno è destinata a pesare sulle prospettive di ripresa dei prezzi al consumo.
Il mercato e gli analisti escludono nuove mosse espansive da parte di Francoforte già al meeting di dopodomani, ma nel corso dell'anno l'istituto centrale potrebbe dover intervenire ancora, tagliando ulteriormente il tasso dei depositi o aumentando l'importo mensile del quantitative easing.
D'altra parte lo scontro aperto tra Roma e Bruxelles, che riguarda anche la questione delle sofferenze bancarie, e le verifiche che sarebbero richieste ad alcuni istituti maggiormente esposti a crediti inesigibili, determina un clima di incertezza, che induce gli investitori alla cautela.