BEIRUT/KARKAMIS (Reuters) - Le forze sostenute dalla Turchia sono ulteriormente avanzate nel territorio settentrionale siriano, attirando le critiche degli Usa, alleati Nato, preoccupati che l'obiettivo del contingente guidato da Ankara vada ben al di là della sconfitta dello Stato islamico.
All'inizio dell'offensiva, partita ormai da quasi una settimana, carri armati, artiglieria e aviazione turca hanno fornito appoggio ai ribelli siriani per la riconquista della città di Jarablus, occupata dai militanti dello Stato islamico.
Da allora le forze armate turche sono però avanzate soprattutto in zone controllate dalle forze alleate ai democratici Sdf -- Syrian Democratic Forces -- alleanza composta da militanti curdi Ydg e da forze ribelli arabe sostenute da Washington contro lo Stato islamico.
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti dell'uomo, che da cinque anni monitora la guerra civile, l'aviazione turca ha fatto ieri 41 vittime. Per Ankara non sarebbe stato colpito alcun civile ma soltanto eliminati 15 militanti curdi.
"Riteniamo inaccettabile e fonte di estrema preoccupazione questo genere di attacchi, in zone dove non sono presenti jihadisti", dice Brett McGurk, inviato speciale Usa per la lotta contro lo Stato islamico.
"Chiediamo la cessazione di qualsiasi offensiva militare", ha scritto su Twitter, citando una nota del Dipartimento della difesa Usa.
La Turchia, che da anni fa fronte ai tentativi di insurrezione curda, ha dichiarato che le operazione hanno il duplice obiettivo di contrastare sia lo Stato islamico sia i ribelli curdi che controllano una parte del confine con la Siria.