Investing.com - I prezzi del greggio schizzano ai massimi di sei mesi questo martedì, gli Stati Uniti hanno annunciato la fine delle esenzioni dalle sanzioni concesse agli acquirenti di greggio iraniano.
Il Segretario di Stato Mike Pompeo, ieri, ha chiesto a tutti i compratori di greggio iraniano di bloccare gli acquisti entro il 1° maggio o, altrimenti, incorreranno in sanzioni, una mossa per soffocare le entrate da greggio dell’Iran.
“Puntiamo ad azzerarle. Le azzereremo del tutto”, ha affermato Pompeo, aggiungendo che gli Stati Uniti non concederanno periodi di grazia dopo il 1° maggio. Ha spiegato che il fine è privare l’Iran dei suoi 50 miliardi di dollari di ricavi annui da greggio.
I future del Brent si attestano a 74,47 dollari al barile alle 6:05 ET (10:05 GMT), dopo aver sfiorato i 74,70 dollari, il massimo dal 1° novembre 2018, con le potenziali interruzioni delle scorte iraniane che andranno ad aggiungersi ad un mercato già in tensione.
I future del greggio USA West Texas Intermediate schizzano a 66,03 dollari al barile, il massimo dal 31 ottobre 2018.
In un tweet di ieri, il Presidente USA Donald Trump ha affermato che Arabia Saudita ed altri membri dell’OPEC “compenseranno benissimo la differenza dei flussi di greggio dovuta alle nostre sanzioni contro il greggio iraniano”.
Washington ha reintrodotto le sanzioni sulle esportazioni di greggio iraniano a novembre, quando lo scorso maggio Trump è unilateralmente uscito dall’accordo sul nucleare stretto nel 2015 tra l’Iran ed altre sei potenze mondiali. Dopo aver rinnovato le sanzioni, gli USA avevano concesso esenzioni ad otto principali acquirenti per un periodo di sei mesi, periodo che terminerà a maggio.
Prima della reintroduzione delle sanzioni, l’Iran era il quarto produttore dell’OPEC, con quasi 3 milioni di barili al giorno, ma le esportazioni di aprile sono crollate a meno di un milione di barili al giorno, secondo le tracciature delle spedizioni ed i dati degli analisti di Refinitiv.
Tehran mantiene un tono di sfida contro Washington, dicendosi pronta alla fine delle esenzioni, mentre le guardie della rivoluzione ribadiscono la minaccia di chiudere lo stretto di Hormuz, un importante canale di spedizioni nel Golfo, secondo i media iraniani.
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-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters