LONDRA (Reuters) - I prezzi dei prodotti petroliferi sono in ribasso, penalizzati dall'incremento a sorpresa delle scorte Usa e dai livelli record toccati dalla produzione dell'Arabia Saudita.
Ieri l'Eia, l'agenzia governativa Usa che si occupa di politiche energetiche, ha reso noto che, nella settimana terminata il 5 agosto scorso, le riserve di greggio sono aumentate di 1,1 milioni di barili, mentre gli analisti stimavano un calo di un milione di barili.
Segnali negativi, per quanto riguarda le quotazioni, anche dal fronte dell'offerta. A luglio, infatti, secondo le informazioni raccolte da fonti industriali, l'Opec ha prodotto 33,11 milioni di barili al giorno, in crescita di 46.000 barili rispetto al mese precedente. L'Arabia Saudita, dominus dell'organizzazione, ha immesso sul mercato 10,67 milioni di barili al giorno.
L'agenzia internazionale per l'energia (Iea) ha pubblicato il rapporto mensile, in cui si legge che l'offerta comincerà a scendere molto gradualmente nella seconda parte dell'anno. Nello stesso tempo, però, la crescita della domanda globale rallenterà: secondo l'Iea, infatti, nel 2017 la richiesta aggiuntiva si attesterà a 1,4 milioni di barili al giorno rispetto agli 1,2 milioni di quest'anno.
Attorno alle 10,50 italiane, il futures sulle consegne di Brent a settembre si attesta a 43,59 dollari il barile (-0,46 dollari), dopo aver oscillato tra 44,04 e 43,45 dollari. Il contratto di riferimento sul greggio leggero Usa perde 0,51 dollari, a 41,20 dollari il barile, dopo aver oscillato fra 41,10 e 41,66 dollari.