Investing.com — Gli analisti di Bank of America (NYSE:BAC) hanno avvertito in una nota questa settimana che i mercati petroliferi potrebbero star entrando in un nuovo tipo di guerra dei prezzi—quella che definiscono una "lenta erosione"—mentre l’OPEC+ aumenta la produzione in un mercato già sovra-rifornito.
A giugno, l’OPEC+ ha deciso di reimmettere sul mercato altri 411.000 barili al giorno (b/g).
Tuttavia, a causa della sovrapproduzione di alcuni membri e dei vincoli su altri, BofA stima che l’aggiunta netta sarà più vicina a 170.000 b/g.
Nonostante l’aumento modesto, la società ritiene che il mercato petrolifero rimarrà sovra-rifornito, con i prezzi del Brent che in media saranno di $62 al barile quest’anno, in calo rispetto agli $80 dell’anno scorso. In uno scenario più pessimistico, i prezzi potrebbero temporaneamente scendere a $50 se "guerra commerciale e guerra dei prezzi dovessero collidere".
Quindi perché l’Arabia Saudita sta aggiungendo barili? BofA indica diversi fattori: "Il Regno ha da tempo dichiarato il desiderio di recuperare la sua giusta quota del mercato petrolifero", poiché la sua quota è diminuita rispetto agli Stati Uniti e ad altri membri dell’OPEC+.
BofA ha aggiunto che l’elevata capacità inutilizzata e un movimento verso le energie rinnovabili rendono anche l’aumento della produzione economicamente logico.
Inoltre, "prezzi energetici più bassi potrebbero aiutare a compensare circa la metà dell’impatto inflazionistico dei dazi sull’economia statunitense".
Guardando alle passate guerre dei prezzi dell’OPEC, BofA evidenzia differenze chiave. Spiegano che nel 1998, un crollo interno durante la crisi finanziaria asiatica ha spinto il petrolio a $10.
Hanno aggiunto che dal 2014 al 2016, l’OPEC ha inondato il mercato per soffocare i finanziamenti allo shale statunitense. La guerra "rapida e furiosa" del 2020 ha innescato un breve crollo dei prezzi mentre il COVID-19 decimava la domanda.
Ora, afferma BofA, "stiamo entrando in una guerra dei prezzi del petrolio ’a lenta erosione’", guidata da obiettivi a lungo termine piuttosto che da shock immediati. Ma la strategia comporta rischi: "Se la guerra dei prezzi persiste, la nostra previsione di $70/barile per il Brent nel 2026 sarà a rischio", hanno avvertito gli analisti.
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