Investing.com - Il prezzo del greggio riduce i forti rialzi della seduta precedente negli scambi europei di questo martedì mattina, mentre l’attenzione degli investitori torna ad essere rivolta all’eccesso delle scorte globali ed al calo della domanda.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad aprile crolla di 66 centesimi, o dell’1,98%, a 32,73 dollari al barile alle 08:00 GMT, o alle 3:00 ET.
Ieri, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono balzati di 1,64 dollari, o del 5,17%, dopo che l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha previsto un calo della produzione del petrolio di scisto USA per quest’anno ed il prossimo.
Il prezzo è stato supportato inoltre dalla notizia che gli impianti di trivellazione USA stanno riducendo la produzione. Secondo l’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è sceso di 26 unità la scorsa settimana a 413, il nono calo settimanale consecutivo.
La riduzione del numero degli impianti di trivellazione USA è rialzista per il greggio in quanto fa presagire un calo della produzione in futuro. Tuttavia, la produzione di greggio USA per la scorsa settimana ammonta a 9,1 milioni di barili al giorno, vicino al massimo dai primi anni Settanta.
Le scorte di greggio USA sono aumentate di 2,1 milioni di barili la scorsa settimana al massimo storico di 504,1 milioni di barili, scatenando i timori per un eccesso delle scorte nazionali.
Le scorte a Cushing, in Oklahoma, il principale hub di consegna del greggio Nymex, sono aumentate di 36.000 barili la scorsa settimana, facendo temere che il più grande centro di immagazzinamento della nazione sia quasi pieno.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad aprile crolla di 60 centesimi, o dell’1,73%, a 34,09 dollari al barile. Ieri, i futures del Brent scambiati sulla borsa di Londra hanno subito un’impennata di 1,68 dollari, o del 5,09%, mentre gli investitori continuano a sperare in un congelamento della produzione da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio.
Il Segretario Generale dell’OPEC Abdullah El-Badri ha dichiarato che i produttori potrebbero “adottare altre misure” per ridurre l’eccesso di scorte se verrà accolta la proposta del congelamento.
La Russia e l’Arabia Saudita, i principali produttori, la scorsa settimana hanno deciso di congelare la produzione ai livelli di gennaio, se gli altri esportatori faranno altrettanto. Tuttavia l’Iran non si è impegnato esplicitamente a rispettare la proposta ed i mercati dubitano che il congelamento avverrà veramente.
I futures del greggio sono crollati di quasi il 70% dall’estate del 2014. La produzione globale di greggio supera di gran lunga la domanda a causa dell’impennata della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’OPEC di non tagliare la produzione per difendere la partecipazione sul mercato.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli West Texas Intermediate è di 1,36 dollari, rispetto agli 1,30 dollari segnati alla chiusura di ieri.