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Futures Oro / Argento / Rame - previsione settimanale 19 - 23 gennaio

Pubblicato 18.01.2015, 13:03
Aggiornato 18.01.2015, 13:03
L’oro chiude la settimana in salita del 4,8% dopo la manovra shock della SNB

Investing.com - I futures dell’oro hanno chiuso venerdì al massimo di oltre quattro mesi, poiché la domanda del metallo prezioso è stata sostenuta dal caos nel mercato valutario scatenato dalla Swiss National Bank che ha deciso di abolire il tasso di cambio minimo contro l’euro.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a febbraio sono saliti al massimo della seduta di 1.292,40 dollari l’oncia troy, il massimo dal 2 settembre, prima di attestarsi alla chiusura di venerdì a 1.276,90, in salita di 12,10 dollari, o dello 0,96%.

Il giorno prima l’oro era salito a 30,30 dollari o del 2,45%, a 1.264,80 dollari l’oncia.

Supporto a 1.226,10, minimo del 15 gennaio e resistenza a 1.290,90, massimo del 2 settembre.

Ieri l’oro è salito a 60,80 dollari, o del 4,76%, il secondo aumento settimanale consecutivo.

Sempre sul Comex, l’argento con consegna a marzo è salito venerdì di 64,8 centesimi, o del 3,79%, a 17,75 dollari l’oncia troy, il massimo dal 24 settembre.

Sulla settimana i il contratto dell’argento di marzo è salito di 1,34 dollari o del 7,54% il secondo calo settimanale consecutivo.

L’oro ha visto un’impennata dopo che la SNB ha colto di sorpresa i mercati revocando il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per un euro imposto nel settembre del 2011.

La banca centrale elvetica ha portato i tassi di interesse ancora di più in territorio negativo, nel tentativo di scoraggiare gli investitori nell’acquisto di franchi.

Tassi di interesse bassi sostengono l’oro, dal momento che si ridurrebbero i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.

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Giovedì l’euro è sceso al minimo storico contro il franco di 0,8696, con il cambio (EUR/CHF) che ha chiuso la settimana in calo di oltre il 17%. Sempre giovedì il cambio USD/CHF è sceso a 0,7360, il minimo dall’agosto 2011, chiudendo la settimana in calo di quasi il 15%.

L'oro è spesso visto come una moneta alternativa in tempi di incertezza economica globale e un rifugio dal rischio finanziario.

A supporto del metallo prezioso anche le aspettative che la Banca Centrale Europea possa decidere di adottare nuove misure di allentamento monetario già durante il vertice del 22 gennaio.

Una sentenza provvisoria della Corte di Giustizia Europea pronunciata il 14 gennaio da il via libera alle nuove misure di allentamento monetario della BCE.

Le aspettative di uno stimolo monetario tendono a favorire l’oro, dal momento che il metallo è considerato un investimento rifugio e una protezione contro l’inflazione.

L’euro è sceso a 1,1461 contro il biglietto verde, il minimo dal novembre 2003.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, ha chiuso la seduta di venerdì in salita dello 0,57% a 93,05, segnando il quinto aumento settimanale consecutivo, supportato dalla debolezza dell’euro.

Il dollaro è stato supportato in questi ultimi mesi dalla divergenza tra la politica monetaria attuata dalla Fed e quella attuata dalle banche centrali di Europa e Giappone.

Nella prossima settimana gli investitori si concentreranno sul vertice di politica monetaria della BCE e sulla conferenza stampa conclusiva del Governatore Mario Draghi.

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Sempre sul Comex, il rame con consegna a marzo è salito venerdì di 5,9 centesimi, o del 2,31%, a 2,617 dollari la libbra.

Nonostante i guadagni di venerdì, il rame ha perso sulla settimana 13,7 centesimi, o il 4,97%, poiché i timori sulle previsioni economiche globali e l’impatto sulle previsioni della domanda pesano sull’attrattiva della materia prima.

Il 14 gennaio il metallo rosso ha toccato 2,423 dollari la libbra, un livello che non si registrava dal giugno 2009.

Nella prossima settimana gli investitori attenderanno i dati macroeconomici cinesi, tra cui il report sul PIL del quarto trimestre. Attesi inoltre i dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio.

La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.

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