ROMA (Reuters) - Botta e risposta tra il Pd e il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, sull'ipotesi di abolire il canone Rai per sostituirlo con un finanziamento diretto dallo Stato.
Secondo La Repubblica, in vista delle elezioni il Pd punterebbe a eliminare sia il canone che il tetto di inserzioni pubblicitarie imposto alla Rai, consentendole di competere con Mediaset (MI:MS), principale concorrente della tv in chiaro.
Contemporaneamente, l'azienda pubblica verrebbe finanziata dallo Stato con 1,5 miliardi, ottenuti dalla revisione della spesa pubblica.
"I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro", dice stamani Calenda in un tweet commentando la proposta del partito di governo che, secondo La Repubblica sarebbe stata avanzata dal leader Pd Matteo Renzi a un gruppo ristretto di dirigenti.
Il ministro, che sostiene da tempo la privatizzazione dell'emittente pubblica, ha aggiunto che il "Governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo".
Nel 2016 l'inserimento del canone Rai nella bolletta elettrica ha fatto entrare nelle casse della Rai circa 1,9 miliardi di euro, secondo i dati del Tesoro.
Nel 2017, anno in cui la Rai ha previsto il pareggio di bilancio, il canone è sceso da 100 a 90 euro.
Molte le reazioni del Pd. Il presidente Matteo Orfini replica sempre su twitter: "Quando mettemmo in bolletta il canone Rai spiegammo che recupero evasione serviva a far pagare meno. E così è stato. Ma sempre (non solo allora) abbiamo detto che l'obiettivo era il superamento del canone. Io resto di quella idea. Poi sulle modalità possiamo discutere".
Calenda risponde: "Dibattito su privatizzazione RAI utile e interessante ma punto qui è un altro. Abbiamo messo il canone in bolletta! Dire oggi abolisco il canone e lo riprendo dalla fiscalità senza spiegare come e perché di questo inversione a U danneggia la credibilità dei Governi e del Pd".
Un esponente Pd vicino a Renzi, Michele Anzaldi, che è anche membro della commissione parlamentare di vigilanza Rai, ha detto a Reuters che si tratta di una "ottima idea su cui lavorare".
(Massimiliano Di Giorgio)