di Joshua Franklin e Huw Jones
BASILEA/LONDRA (Reuters) - I regolatori internazionali hanno proposto nuove norme per assicurare che i creditori delle banche e non i contribuenti paghino il conto quando una delle banche "too big to fail" collassa.
Mark Carney, presidente del Financial Stability Board e governatore Bank of England, osserva in una nota che questi accordi permetterebbero alle banche sistemiche in crisi di risolvere i loro problemi senza ricorso al denaro pubblico, come accaduto in molti paesi nel 2007-2009, e senza contraccolpi al sistema.
Secondo il piano le 30 banche sistemiche come Goldman Sachs, HSBC o Unicredit - unica italiana della lista - dovrebbero avere, accanto al patrimonio regolamentare, un cuscinetto di bond o equity equivalente ad almeno il 16-20% dei loro asset ponderati per il rischio da gennaio 2019. Questi bond sarebbero convertiti in caso di carenze di capitale.
Il G2O di questo fine settimana in Australia dovrebbero sostenere la proposta che sarà in consultazione fino al 2 febbraio.
Le infrazioni sarebbero punite con il taglio dei dividendi e dei bonus, per FSB.
La maggior parte delle banche dovrà emettere nuovi bond per soddisfare questa norma, aggiunge FSB. Alcuni bond senior già emessi dovrebbero essere ristrutturati.
Il nuovo cuscinetto, detto anche TLAC, total loss absorbing capacity, deve essere almeno doppio rispetto al leverage ratio.
Parte del buffer deve essere detenuto dalle più importanti controllate estere per dare garanzie ai regolatori all'estero.
Le banche inoltre potrebbero dover avere più del minimo per "add-ons" dovuti a specifici modelli di business, per Carney.
Secondo Fitch le banche potrebbero alla fine trovarsi con un buffer fino a un quarto dei risk weighted assets. Analisti di Citi stimano che le nuove regole potrebbero costare alle banche europee fino al 3% dei loro utili nel 2016.
Citi aggiunge che le banche europee dovranno emettere gran parte dei nuovi bond, a partire da UniCredit.
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