FRANCOFORTE (Reuters) - I governi della zona euro hanno finora raccolto rimborsi inferiori alla metà rispetto a quanto erogato a livello degli aiuti finanziari concessi alle banche a partire dalla crisi finanziaria globale. Lo dice un rapporto odierno Bce, in cui si sottolineano inoltre i rischi derivanti dalle garanzie pubbliche residue.
I Paesi dell'unione monetaria sono intervenuti a sostegno del sistema bancario offrendo un'ampia gamma di strumenti, dalla concessione di garanzie alla sottoscrizione di asset fino all'iniezione di capitale, in modo da evitare che la crisi iniziata nel 2008 si trasformasse in 'credit crunch'.
Una percentuale dei recuperi ('recovery rate') finora pari a 40% è un livello basso per gli standard internazionali e restano rischi legati a garanzie pubbliche residue che Francoforte calcola pari a 2,7% del prodotto interno lordo della zona euro.
"La percentuale dei recuperi è a oggi particolarmente bassa in Irlanda, Cipro e Portogallo, mentre risulta relativamente elevata nel caso dell'Olanda" si legge in una sezione del documento più ampio in arrivo domani, che farà il punto sul quadro macro.
"Il ritmo dei rimborsi sta migliorando ma a livello storico resta relativamente modesto" scrive Francoforte.
Sempre secondo le stime della banca centrale, circa un quinto dell'incremento complessivo del debito pubblico della zona euro - passato da 65% del Pil nel 2008 a 92% a fine 2014 - va messo in relazione agli aiuti concessi alle banche.
La ricaduta più significativa a livello di debito, con un impatto superiore a 22% del Pil, si è registrata in Irlanda e Grecia. Per Italia, Francia e Lituania, il livello è invece inferiore a 1% sempre rispetto al Pil.
Per quanto le garanzie pubbliche risultino in netto calo rispetto ai picchi del 2012, il plafond dei depositi bancari garantiti è stato innalzato e gli aiuti pubblici al sistema nel lungo termine finiscono per avere dei costi sui contribuenti.
"Una delle misure più efficaci per ridurre il potenziale costo fiscale è la garanzia di un contributo appropriato da parte degli azionisti e dei portatori di obbligazioni" conclude il documento Bce.